“Se la Formula 1 è cosa da ragazze? Visto che sono qua e corro, giudicate voi”.
La storia di Lella Lombardi è un cocktail di determinazione, anticonformismo e talento: l’ex pilota, che oggi avrebbe 83 anni, è stata l’unica donna ad aver conquistato punti nel mondiale della classe regina dell’automobilismo. Il suo lascito al mondo del motori e non solo è enorme, tanto che ancora oggi le imprese della pilota italiana sono d’ispirazione per le ragazze che ogni giorno sfidano le convinzioni nel tentativo di emergere in una società in cui spesso il potere parla al maschile. Lella è stata anche una campionessa di riservatezza: del suo privato non si è mai saputo nulla, a parte l’esistenza di una compagna con cui ha condiviso buona parte della vita.
La storia della pilota Lella Lombardi: una ragazza di provincia
Nata il 26 marzo 1941 a Frugarolo, – in provincia di Alessandria -, appassionata di motori fin da ragazza quando guidava i camion di famiglia (il padre era un produttore di salumi, lei effettuava le consegne), Maria Grazia, per tutti Lella, comincia a correre con i kart all’inizio degli anni ’60 e in seguito si cimenta nelle categorie minori delle competizioni a quattro ruote (vince nel 1970 il campionato italiano Formula 850 ed è campionessa della Formula Ford Mexico). Nel 1974 esordisce in F arrivando sesta – ultimo posto utile per conquistare punti nella classifica mondiale – nel Gran Premio di Spagna, sul circuito del Montjuic. Passa poi alle endurance, partecipando a gare leggendarie come la 24 Ore di Le Mans con una scuderia che porta il suo nome. Scomparve il 3 marzo 1992 a Milano a causa di un tumore.
Il gran premio maledetto
La svolta nella sua carriera arriva insieme ad una delle tragedie più incomprensibili della storia dell’automobilismo moderno: durante le prove del gran premio di Spagna, i piloti si accorgono che a bordo pista mancano i guardrail e che quindi la sicurezza non è garantita; alcuni si ritirano subito per protesta, altri pochi giri dopo l’inizio della gara. Lombardi parte e conduce la corsa evitando incidenti e rosicchiando posizioni: è sesta quando la gara viene interrotta dopo il terribile incidente di Rolf Stommelen la cui auto perde un alettone e finisce sulla folla uccidendo quattro spettatori.
Non essendo stati completati i due terzi della corsa, il regolamento prevede che la classifica si cristallizzi al momento dell’interruzione e i punti assegnati ad ogni partecipante vengano dimezzati: la ragazza di Frugarolo conquista il suo primo punto iridato, che però vale mezzo ed entra nella leggenda come prima e a tutt’oggi unica donna ad ottenere punti in Formula 1, dove partecipa a 17 gare in due anni.
Il precedente
Prima di Lella Lombardi c’era stata un’altra donna, anche lei italiana, che aveva provato a scardinare i pregiudizi correndo in Formula 1: Maria Teresa De Filippis, napoletana classe ’26, esordì nel Mondiale 1958 a bordo di una Maserati 250F (l’auto con cui il mitologico Fangio aveva conquistato il titolo iridato nell’anno precedente) in occasione del Gran Premio di Monaco, senza riuscire però a qualificarsi per la gara. “Pilotino”, questo il suo soprannome, in quello stesso anno si iscrisse alle qualifiche di altri tre Gran Premi (Belgio, Portogallo e Italia), riuscendo a tagliare il traguardo soltanto nel primo caso concludendo al decimo posto.
L’anno seguente gareggiò con la scuderia Behra-Porsche in occasione delle qualifiche a Montecarlo ma non riuscì a qualificarsi. Nel 1959 decise poi di terminare la propria carriera in Formula 1 dopo la morte, avvenuta in pista, del suo amico e titolare del team, Jean Marie Behra.
La Formula 1 femminile
Negli ultimi anni, il mondo delle corse automobilistiche, grazie anche agli esempi di pioniere come Lombardi e De Filippis, sta attuando un cambiamento significativo: sempre più donne stanno emergendo come pilote di talento e per questo motivo nel 2023 è nata la F1 Academy, un nuovo ambizioso progetto per sviluppare e preparare le donne pilota a progredire verso livelli di competizione più elevati. Le atlete seguono gli stessi rigidi processi di selezione e programmi di formazione dei colleghi maschi e sono giudicate esclusivamente sulla base delle loro capacità in pista, senza alcun tipo di discriminazione di genere. La prima stagione ha riscosso successo tra gli appassionati delle quattro ruote e poche settimane fa, a inizio marzo, è iniziata la seconda rassegna iridata a cui partecipano quindici monoposto guidate da ragazze tra i 16 e i 25 anni.