Niente sfarzo, nessuna cerimonia con ospiti, solamente un fotografo per immortalare l’evento: 20 marzo 1969, a Gibilterra John Lennon si univa in matrimonio con la compagna all’interno dell’ufficio del consolato britannico. E proprio uno degli scatti di David Nutter è diventato iconico per l’abito corto da sposa di Yoko Ono: insolito e semplice, un vestito bianco corto, accompagnato da un cappello, occhiali da sole rotondi, e, non classiche scarpe con il tacco ma sneakers, abbinate ad un paio di calze al ginocchio. La scelta di una celebrazione così rapida, un look dallo spirito casual e la luna di miele trascorsa all’interno della stanza 1702 dell’Hotel Hilton di Amsterdam in segno di protesta per la pace, sono questi gli elementi che hanno consegnato agli annali un amore anticonvenzionale e irripetibile.
Stile anticonformista
La mise scelta da Yoko Ono rispecchiava ai tempi il suo stile anticonformista: il mini abito in crepe bianco, leggero, estivo, era infatti perfettamente coordinato a quello del fidanzato che scelse di abbinare un dolcevita panna ad un blazer chiaro e un paio di pantaloni in velluto beige. Quel matrimonio – ribelle, hippie, rock n’roll – ha segnato la cultura rivoluzionaria degli anni Sessanta; l’artista, attivista per la pace, musicista e poetessa giapponese, allontanandosi da tutte le regole del bon ton e dalla tradizione, è diventata simbolo di stile che ancora oggi ispira molte donne prima del grande giorno, grazie anche al cappello a campana, gli occhiali scuri e i capelli sciolti e selvaggi.
Nessun designer famoso coinvolto, nessuna tenuta chic per il ricevimento, solo la Rocca di Gibilterra a fare da sfondo ai neo sposi che stringono tra le mani il certificato di matrimonio come un biglietto della lotteria: in quegli anni in cui alla Mini Morris fa eco la minigonna, ai maxi aneliti fanno eco i maxi show, tutto appare possibile: l’abito per sposarsi allude a questo background, significa abbracciare un mondo di apertura, di rinascita e di libertà.
Le figlie di Yoko
Lo stile fuori dagli schemi di Yoko Ono è rimasto iconico e nei decenni successivi alcune star hanno continuato su questo filone in grado di stupire all’altare. Se prendiamo in considerazione l’epoca recente, ad esempio, l’abito corto e una certa stravaganza sono stati riproposti da Sofia Coppola, che nel 2011 è convolata a nozze con Thomas Pablo Croquet, in arte Thomas Mars, voce della rock band Phoenix: il matrimonio celebrat0 a Bernalda, in provincia di Matera e l’abito della sposa, firmato Azzedine Alaïa, oltre ad essere corto, era anche con sfumatura azzurro-lilla molto chic. Pure Keira Knightley e il cantante James Righton nel 2013, dopo un anno di fidanzamento, hanno organizzato un matrimonio semplice, ma senza rinunciare allo stile, in un piccolo comune della Provenza alla presenza di una decina di invitati: l’abito scelto dall’attrice, firmato Chanel, la fa apparire una ballerina moderna, complice la gonna corta in tulle e le ballerine ai piedi.
Un matrimonio avventuroso
L’altro Beatle, Paul McCartney aveva sposato la compagna Linda Eastman il 12 marzo 1969 e, due giorni dopo, John e Yoko volarono a Parigi con l’intenzione di fare altrettanto. Pochi giorni prima, mentre si recavano a Poole, nel Dorset, John e Yoko erano a Southampton per informarsi se sarebbe stato possibile per loro dire il fatidico “sì” sopra un traghetto. Secondo Lennon questo fu un tentativo molto romantico: “andammo fino a Southampton ma a lei fu impedito di salire perché non era di cittadinanza inglese, e comunque mi fu detto che il capitano della nave non ci avrebbe permesso di celebrare il matrimonio”.
A quel punto i due decisero di sposarsi a Parigi, così noleggiarono un aereo e volarono nella capitale francese il 16 marzo, ma anche in Francia la loro volontà di diventare marito e moglie non divenne realtà: entrambi non avevano vissuto abbastanza a lungo sul suolo francese. I due non si diedero per vinti e, su consiglio dell’amico Peter Brown, optarono per Gibilterra. “È stato bellissimo – raccontò in seguito Lennon – Avevamo davanti le Colonne d’Ercole, un luogo che simboleggia la fine del mondo, era il posto giusto dove ufficializzare il nostro rapporto”.
Luna di miele irripetibile
Un’ora dopo il matrimonio, quella che all’epoca era la coppia più famosa del pianeta tornò a Parigi, dove soggiornò alla Plaza Athéné. Il 25 marzo, John e Yoko si trasferirono ad Amsterdam, nella stanza 1702 (secondo alcune fonti sarebbe la 1902) dell’hotel Hilton dove diedero vita al loro celebre bed-in per la pace: per una settimana, fino al 31 marzo, aprirono le porte della loro suite ai giornalisti, ininterrottamente dalle 9 alle 21, e sbalordirono la stampa di tutto il mondo. A chi si aspettava strani esibizionismi e scene di sesso, i due regalarono ben altro: accolsero infatti i cronisti con discorsi sulla pace e sull’amore indossando semplici pigiami bianchi restando sotto le lenzuola per sette giorni. Appesi alle pareti della camera, cartelloni pacifisti: “Hair Peace” e “Bed Peace”.