Un albero con i rami potati a simulare le foglie, il verde spruzzato sulla parete bianca di una palazzina distante pochi metri; è questo il soggetto del nuovo murale di Banksy, dal chiaro stampo ecologista, comparsa nella notte tra domenica 17 e lunedì 18 marzo a Hornsey Road, Finsbury Park, nella zona nord di Londra. Si tratta di un murale posizionato strategicamente che raffigura anche una donna a grandezza naturale, realizzata nello stile stencil classico dello street artist, che tiene in mano un tubo a pressione con cui spruzza la vernice verde sulla facciata dell’edificio. Prima di questo, l’ultimo lavoro attribuito a Banksy erano stati i graffiti di tre droni militari sopra un cartello stradale con il segnale “Stop”, comparsi sempre a Londra a fine dicembre scorso. Anche in quel caso Banksy aveva rivendicato la paternità dell’opera pubblicandola su Instagram: dopo meno di un’ora il cartello era stato rubato e per il furto erano poi stati arrestati due uomini.
Rivalsa verde
L’artista anonimo più celebre del mondo
da sempre utilizza l’arte come strumento di provocazione: l’opera apparsa Hornsey Road, può essere interpretata come una critica alla progressiva perdita di spazi verdi nelle aree urbane e alla conseguente diminuzione della biodiversità. Il disegno riflette quindi una presa di posizione sull’importanza di preservare e valorizzare l’ambiente naturale, anche nei contesti urbani più grigi, popolari e trascurati. L’albero, un ciliegio, elemento centrale, simboleggia la strenua resistenza della natura in città, anche quando quest’ultima sembra essere in declino o trascurata. Il gesto di “ridare vita” all’albero con la vernice verde rappresenta metaforicamente la necessità di un intervento umano consapevole per preservare e rinvigorire gli spazi metropolitani.
Le reazioni
Numerosi residenti del quartiere si sono riuniti per ammirare la novità ed esprimere orgoglio per la scelta dell’artista di posizionare l’opera proprio nel loro quartiere, portando così in un sobborgo londinese le potenti narrazioni e i messaggi che caratterizzano le creazioni di Banksy. Jeremy Corbyn, ex leader del partito laburista inglese e deputato, ha espresso il proprio apprezzamento per il murale, esortando la comunità a preservarlo riconoscendone il valore culturale e sociale che tali manifestazioni artistiche apportano al tessuto urbano.
Leggenda vivente
Il writer inglese ha conosciuto la celebrità internazionale a partire dagli anni 2000, quando le sue irruzioni artistiche gli sono valse lo status mitico dell’artista mascherato che prende in giro l’autorità. Negli Stati Uniti e nel Regno Unito le mostre basate sulle sue creazioni, specie quelle più schierate politicamente, sono affollatissime, ma la sua fama è ormai planetaria e sono tante le celebrità che negli anni hanno espresso apprezzamento per il genio di cui non si conosce l’identità (tra gli altri Brad Pitt, Paul Smith e Christina Aguilera). I suoi graffiti, eseguiti con la tecnica dello stencil, sono caratterizzati da un black humour che si mescola ad una critica sociale mirata a colpire spesso degli obiettivi coerenti al luogo in cui i murales appaiono, pur veicolando messaggi universali. Rispetto alle teorie che riguardano la sua identità, i due nomi più accreditati sono Robert Del Naja dei Massive Attack e Robin Gunningham, artista britannico.
Opere iconiche
Una delle opere di Banksy maggiormente conosciuta presenta l’iconica immagine di un partecipante ad una rivolta rappresentato mentre lancia un mazzo di fiori colorati, un contrasto che dona fisicità allo slogan pacifista “mettete dei fiori nei vostri cannoni” tanto in voga tra la fine degli anni ’60 e i primi ’70. Ma l’opera probabilmente più popolare della leggenda vivente della guerrilla art è la bambina con il palloncino, che fa parte di una serie iniziata a Londra nel 2002 lungo le scale del Waterloo Bridge: per alcuni la bimba simboleggia la perdita dell’innocenza, per altri un messaggio di speranza, rappresentata dalla piccola che libera il palloncino nel cielo.