Una telecamera scorre sui marmorei dettagli dell’Arc de Triomphe portandoci nel cuore di Parigi. Una melodia misteriosa si fonde, dopo pochi secondi, con le note di un carillon mentre il bianco e nero delle prime inquadrature inizia ad intrecciarsi ad immagini a colori. Si apre, così, il video scaturito dalla mentre creativa di Heisi Slimane, oggi alla guida del brand, girato tra la sala da concerti Salle Pleyel, il musée Bourdellee e la maison de la Chime. Sembra quasi di guardare un film che racconta la storia della maison Celine e lo fa presentando la collezione Autunno Inverno 2024-25 intitolata proprio “Arc de Trionphe”. E, in effetti, Slimane ha scelto di mostrare le nuove sue nuove creazioni rievocando il momento in cui Céline Vipiana, fondatrice della casa di moda, nel 1971 rimase bloccata con la sua auto dinnanzi all’arco di trionfo.
Fondata nel ’45 da Céline Vipiana
Un giorno memorabile per la maison poiché la maestosità e le decorazioni dell’iconico monumento parigino colpirono la designer a tal punto da farne il monogramma che avrebbe accompagnato il logo della sua azienda. Quando l’aveva fondata, nel 1945 insieme a suo marito, nella Ville Lumière, precisamente in Rue Malte, Céline era un negozio di scarpe su misura per bambino.
L’immagine associata al brand fu allora disegnata dal fumettista Raymond Peynet. Tutto nasce, dunque, per soddisfare le esigenze dei più piccini, ma già nel 1960, la coppia di fondatori decide di estendere la produzione della maison alle calzature femminili e ad una linea d’abiti sportivi. Quattro anni dopo l’offerta di Céline si arricchisce ulteriormente inebriando di gelsomino e rosa con il primo profumo del brand: “Vent Fou”.
La produzione negli anni ’70 si estende all’abbigliamento femminile e sportivo
Il successo immediato spinge la maison a firmare anche borse, cinture e guanti per completare i propri outfit finchè, nel 1973, si apre un nuovo capitolo per Cèline. È a questo punto che entra in gioco l’Arc de Trionphe: la sua immagine prende definitivamente il posto dell’elefantino, disegnato in precedenza da Peyent, nel logo del brand. Nasce, così, il Blazon Chaine, l’iconica coppia di C intrecciata con uno sfondo ispirato al celebre arco situato al centro di piazza Charles de Gaulle.
In questo simbolo rimarrà l’essenza di colei che aveva fondato la maison anche quando quest’ultima, nel 1987, viene acquisita da Bernard Arnault, CEO di LVMH. Sarà lui, dieci anni dopo, a scegliere come direttore creativo di Cèline colui che porterà il marchio a competere con colossi del calibro di Louis Vuitton e Loewe: Michael Kors. Al ruolo che quest’ultimo ha avuto nella storia della maison il Museo Isetan di Tokyo ha dedicato una retrospettiva che illustra come lo stile di Cèline sia cambiato dal 1945 ad oggi, soprattutto ad opera di Kors.
Il ruolo di Michael Kors nella creazione di borse iconiche
Al direttore creativo che diresse l’azienda dal ’97 va, infatti, il merito di aver creato due borse destinate a diventare delle it-bag, ovvero la Boogie e la Poulbot. È il 2003 quando la seconda delle due viene presentata al pubblico: il suo nome deriva da Francisque Poulbot, un artista contemporaneo di Toulouse-Lautrec, che dipingeva i monelli di strada di Parigi.
Di qui il significato di ‘mascalzone’ attribuito al termine ‘poulbot’ che, per Cèline, diviene il nome di una borsa un po’ ‘ribelle’. Bombata e tonda, realizzata in pelle e impreziosita da rivetti metallici, la it bag proposta da Kors era pronta a stravolgere le regole di stile.
La direzione creativa di Phoebe Philo e la rivoluzione nel nome del brand con Hedi Slimane
A raccogliere l’eredità dello stilista e imprenditore statunitense è, nel 2005, per solo un anno, Roberto Manichetti, subito succeduto da Ivana Omazic che resta alla direzione artistica fino al 2008. Un anno che segna ancora una svolta per la maison grazie all’arrivo di una nuova mente creativa.
Al timone di Cèline c’è ora Phoebe Philo che trasforma il marchio, nell’arco di dieci anni di direzione, in sinonimo di femminilità e minimalismo. Concetti a cui resterà fedele anche il suo successore, Hedi Slimane, che ancora oggi è alla guida di Cèline, seppur con rivisitazioni in chiave contemporanea. Con il suo arrivo, nel 2018, la maison si evolve a partire dal nome che perde l’originario accento sulla ‘e’ trasformandosi in Celine.
La collezione AI 2024-2025 di Celine propone un ritorno agli anni ’60
Un chiaro segnale quello lanciato da Slimane che propone, con questo gesto, un abbandono degli orpelli a favore di un’eleganza minimal che rievoca le origini della maison. E la collezione Autunno Inverno 2024/2025, appena presentata, va esattamente in questa direzione proponendo un ritorno agli anni ’60, allo stile raffinato ed essenziale di Jackie Kennedy e Audrey Hepburn.
Spazio, dunque, a tubini, cappotti ad A, tailleur, camicette con cravatta Lavalliére, gonne pantalone, salopette e pellicce, abbinati a giri di perle, occhiali da sole maxi, stivali in vernice con il tacco midi. Una sfilata dalle tinte bianco e nero che gioca sui contrasti proprio come la pellicola diretta da Slimane.
Qui, nella scena finale, il carillon torna a suonare, mentre un drone sorvola Parigi soffermandosi sull’Arc de Trionphe: sul tetto appaiono incise le due C del logo Celine a sancire un legame che sopravvive al trascorrere del tempo perché è lì che la maison ha lasciato il suo cuore e per incontrare l’animo di colei che l’ha fondata basterà percorrere il lungo viale degli Champs-Élysées.