È opinione comune che un vino migliori invecchiando. E sembrerebbe che, oggi, ad acquisire valore con il passare del tempo non sia più soltanto l’alcolica bevanda ma anche i capi d’alta moda. Sempre più spesso, infatti, gli archivi di celebri maison vengono rispolverati tanto da stylist quanto dagli stessi couturier. Accade, dunque, non di rado, che cimeli di un passato più o meno lontano tornino in vita o vengano rievocati su passerelle e red carpet. Palcoscenici di una storia da raccontare, questi ultimi diventano vetrina di una moda che strizza, così, l’occhio alla sostenibilità ambientale segnando il trionfo degli abiti vintage.

storia abiti vintage | Life&People Magazine

Kim Kardashian ha inaugurato la moda del vintage sul red carpet

Sono ormai superati quegli anni in cui riciclare un vestito haute couture di seconda mano, specialmente in occasione di cerimonie pubbliche, era considerata una scelta impopolare non molto apprezzata. Invertendo totalmente la rotta delle tendenze, oggi, capi iconici di storiche maison tornano in scena indosso a celebrità. Tra le prime ad aver reso nota la sua passione per il vintage c’è senza dubbio, Kim Kardashian che al Met Gala 2022 lasciò tutti a bocca aperta.

storia abiti vintage | Life&People MagazineL’imprenditrice e modella statunitense si presentò fasciata in un attillatissimo abito nude tempestato di cristalli. Un abito così non si dimentica tanto facilmente, soprattutto se ad averlo indossato è stata Marilyn Monroe. Se aggiungiamo il fatto che era il 1962 e Norma Jeane scelse quel vestito per intonare il suo “Happy Birthday Mr.President” a John F. Kennedy, risulta facile comprendere il fascino del second hand.

Il trend delle autocitazioni nelle nuove collezioni

Sebbene la Kardashian non sia stata la prima a rievocare il passato sfoggiando una creazione già nota al pubblico, ha tuttavia sdoganato il ricorso al vintage anche sui red carpet. Ulteriore effetto della sua scelta è stato il trend, diffusosi negli ultimi anni fra brand di lusso, della presenza di autocitazioni nelle nuove collezioni.

storia abiti vintage | Life&People MagazineCouturier e designer sono stati, infatti, i primi ad aver scavato nel proprio passato recuperando capi ancora pieni di fascino da rilanciare in passerella. Da Gucci, Valentino a Giorgio Armani, fino a Dior, per citarne solo alcuni, la moda d’archivio ha preso il ‘sopravvento’ influenzando, di conseguenza, i look delle star del Cinema. E la notte degli Oscar ne è banco di prova.

L’abito  di Anya Taylor-Joy rievoca una iconica creazione Dior

Solo qualche giorno fa, la cerimonia di premiazione dell’ambito premio, giunto alla sua 96ª edizione, ha trasformato Dolby Theatre di Los Angeles in una grande e iconica vetrina del vintage d’autore. Tra fedeli riproduzioni ed abiti originali provenienti da collezioni passate, dive pronte a ricevere la celebre statuetta hanno indossato creazioni senza tempo. Che sia di buon auspicio per rendere altrettanto ‘immortale’ il traguardo raggiunto?

Life&People MagazineQuel che è certo è che i loro outfit sono destinati a restare nella storia della moda d’archivio.  Indimenticabile, ad esempio, la reinterpretazione dell’abito “Junon” che Christian Dior disegnò per la collezione autunno inverno 1949-1950, indossato agli Oscar da Anya Taylor-Joy.  Come una moderna sirena, con la sua lunga gonna argento i cui strati rievocavano la coda dell’affascinante creatura marina, l’attrice scrive così il terzo capitolo di questo abito. Dopo l’anno in cui Dior lo lanciò, ad indossarlo su un red carpet è stata Natalie Portman nel 2023.

Pezzi d’archivio di Balanciaga e Schiapparelli

È tornata indietro nel tempo, precisamente al 1951, anche Carey Mulligan, premiata come “Migliore attrice” per Maestro, in una fedele riproduzione dell’iconico “Mermaid dress” creato da Cristóbal Balenciaga. Un long black dress con una nota di bianco nella parte inferiore della gonna a sirena, impreziosito da lunghi guanti neri, citazione cinematografica di una Audrey Hepburn sempre attuale.

| Life&People MagazineHa, poi, ‘scomodato’ gli anni ’40, Sandra Huller, sfoggiando uno scultoreo abito in velluto nero firmato Schiapparelli la cui versione originale fu indossata nel 1947 dall’ereditiera americana Millicent Rogers, nipote del magnate della Standard Oli Henry Huttleston Rogers. Un’opera d’arte pronta ad essere indossata anche distanza di molti decenni rendendo iconici la scollatura off-the-shoulder e il bustier con lucchetti, firma inconfondibile della stilista.

Margot Robbie sfoggia un look anni ’90 firmato Thierry Mugler

Abbandonato il guardaroba monocromatico di Barbie, Margot Robbie, è stata la regina del vintage nell’after party trasformandosi in perfetta mannequin per un capo storico: un body dorato, arricchito da applicazioni di cristalli, recuperato dagli archivi di Thierry Mugler risalente alla primavera estate 1996.

 Life&People MagazineCosì, la bionda attrice australiana saluta il rosa e il ruolo a cui quel colore l’ha legata per un intero anno per diventare, ora, protagonista di una nuova storia. Una storia iniziata a fine anni ’90 con la creazione dei quell’aureo corsetto e di cui Margot ha scritto una nuova pagina. Chi ne scriverà la prossima indossando, per la terza volta, la creazione di Thierry Mugler? Forse lo scopriremo sul prossimo red carpet.

Condividi sui social