Le mode passano, i drink classici no. Sono pochi e leggendari, conosciuti in tutto il mondo e semplicemente immortali. Certo, esistono le varianti, anche quelle più avventate, eppure alcuni cocktail hanno resistito in maniera leggendaria allo scorrere del tempo. Spesso sono il mix sapiente di una manciata di ingredienti e all’apparenza anche facili da preparare. Un bravo barman, però, si riconosce proprio per l’abilità di riprodurre sapori senza tempo nella circonferenza di un bicchiere. Scopriamo quali sono alcune delle più ricercati cocktail che hanno fatto la storia, diventati iconici perché associati ad artisti e celebrità oppure, in altri casi, apparsi in film e serie tv interpretati da star internazionali.
Mojito
La ricetta ufficiale dell’IBA (International Bartenders Association) prevede un mix di foglie di menta, rum bianco, succo di lime fresco e due cucchiaini di zucchero di canna, tutto preparato direttamente nel bicchiere e colmato con soda. Il Mojito, di origine cubana, è il drink rinfrescante per antonomasia e il suo nome è legato indissolubilmente al genio di Ernest Hemingway, suo grande estimatore.
Negroni
Negli ultimi anni il Negroni è più richiesto dell’Old Fashioned aggiudicandosi la prima posizione tra i cocktail classici più amati al mondo. La sua storia è prestigiosa e ha inizio in Toscana, nel 1920, quando il conte Camillo Negroni richiede al suo barista di fiducia un Americano rivisitato. Detto, fatto: una dose generosa di gin in sostituzione del seltz, in onore agli ultimi viaggi che il nobile fiorentino fece a Londra. Il resto è storia: il Negroni, composto da gin, vermouth rosso e Campari in parti uguali, oggi è il cocktail italiano più bevuto al mondo.
Old Fashioned
Raffinato, gusto speziato e deciso, una ciliegia al maraschino come decorazione. L’Old Fashioned si è mantenuto per anni al primo posto nel ranking dei cocktail classici più ordinati in Europa e negli Stati Uniti grazie soprattutto ai fedelissimi dell’american whiskey. Le sue origini risalgono a fine Ottocento, a New York. Si prepara con bourbon oppure con rye whiskey, una zolletta di zucchero bagnata con due gocce di angostura, una spruzzata di soda e tanto ghiaccio da riempire il bicchiere: un cocktail raffinato dal gusto deciso e speziato.
Manhattan
Cinque parti di rye whiskey, due di vermouth rosso e una goccia di angostura unite nel mixing glass, già riempito con cubetti di ghiaccio. Una mescolata gentile e poi si versa il tutto in una coppetta Martini ghiacciata. Preparato per la prima volta nel 1870 a New York da Jennie Jerome, la madre di Winston Churchill, il Manhattan riscosse da subito un grande successo.
Sex on the beach
Il Sex on the beach
è uno dei cocktail classici più recenti ma la sua popolarità non conosce limiti. Creato negli anni ’80 da un barista in Florida, è perfetto per essere degustato quando il clima diventa più caldo ed è presente nei menù di tutto il mondo. Deliziosamente fruttato, contiene vodka, grappa alla pesca, succo d’arancia e mirtillo rosso; servito in un bicchiere alto che mette in mostra i suoi magnifici colori.
Spritz
In gran parte dell’Italia la golden hour è colorata di arancione. Lo Spritz è nato ai tempi del Regno Lombardo-Veneto (tra il ‘700 e l”800), dall’usanza delle truppe austriache di allungare i vini veneti con acqua frizzante. Con il passare dei decenni, alla formula originale è stato aggiunto il bitter.
Moscow Mule
Il Moscow Mule
viene inventato all’inizio degli anni ’40 grazie all’incontro tra due imprenditori: uno possedeva i diritti di distribuzione per gli USA della Vodka Smirnoff, l’altro stava investendo nella produzione di una birra allo zenzero: da lì l’idea di unire le due bevande. La preparazione è piuttosto semplice: quattro cubetti di ghiaccio in una tazza di rame, a cui si aggiungono mezzo lime spremuto, 60 ml di vodka e infine la ginger beer. Come decorazione è consigliata la buccia di lime.
Margarita
Il Margarita è un cocktail sour a base di tequila,
triple sec e succo di lime servito all’interno del classico bicchiere a sombrero con il bordo cosparso di sale. L’ipotesi più accreditata riguardo alla creazione di uno dei simboli del Messico nel mondo, vuole che sia pensato per soddisfare le richieste di Marjorie King, un’attrice americana degli anni ’30 intollerante ai distillati più comuni. L’identità dell’inventore del cocktail è ancora oggi un mistero.