Sono rari gli esseri umani che riescono a incidere in maniera decisiva, con le proprie azioni e la loro stessa esistenza, sul destino di una comunità. Alcune delle battaglie sociali portate avanti da Claudia Jones sono ancora oggi di grande attualità; il lascito della giornalista e attivista di origini caraibiche è enorme. Pioniera del femminismo e dei diritti dei neri in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, fu una figura di riferimento per diverse generazioni di giovani che aspirano ad un futuro più equo, lottando contro le discriminazioni di ogni genere.
Il suo attivismo ha riguardato l’opposizione al colonialismo, le mobilitazioni per i diritti dei lavoratori e il contrasto al razzismo. Lo spirito indomito della ragazza venuta da Trinidad e Tobago rivive in un evento a cui ogni anno partecipano un milione di persone, il Carnevale di Notting Hill, manifestazione che si svolge a fine agosto per le strade del celebre quartiere di West London. Dal 1966, il Notting Hill Carnival è la festa che rappresenta varie comunità caraibiche presenti nella capitale inglese. Decine di ore di musica e divertimento ispirate dalle lotte che nei decenni scorsi hanno migliorato sostanzialmente la vita di milioni di famiglie immigrate in Gran Bretagna.
Claudia Jones: le origini del mito
Claudia Jones nasce Claudia Vera Cumberbatch nel 1915,
quando le isole di Trinidad e Tobago fanno parte delle colonie britanniche delle Indie Occidentali. Nel 1924 lei e la sua famiglia migrarono negli Stati Uniti per stabilirsi a New York, più precisamente nel quartiere di Harlem. È lì che la giovane Claudia assiste inerme alle pratiche di sfruttamento che le donne nere devono sopportare. Sua madre, Sybil Cumberbatch, operaia del settore tessile, muore pochi anni dopo l’arrivo negli States a causa delle condizioni disumane in cui era costretta a lavorare.
Durante la Grande Depressione il padre, Charles Cumberbatch, fu licenziato. La povertà assoluta irrompe nella vita della giovane Claudia, a cui nel frattempo sarà diagnosticata la tubercolosi. Trascorre un anno in ospedale ma riesce comunque a diplomarsi alla Wadleigh High School di New York, nel 1935. Sono questi gli anni in cui la futura signora Jones si interessa alle teorie marxiste e sviluppa una forte coscienza di classe che la porterà a dedicarsi anima e corpo alla difesa degli ultimi.
L’attivismo negli Stati Uniti
A metà degli anni ’30 Jones diventa a tutti gli effetti un’attivista partecipando all’organizzazione di diverse manifestazioni per la difesa degli imputati nel caso Scottsborso, una vicenda giudiziaria che vede nove giovani neri accusati dello stupro di due donne bianche. Nel 1936 Cumberbatch entra a far parte del Partito Comunista statunitense e negli anni successivi scrive articoli per la rivista Daily Worker. Quattro anni più tardi sposa Abraham Scholnick ma inizia a usare il cognome Jones nel tentativo di rimanere anonima e di mettersi al riparo dalla repressione che colpisce chi come lei esprime idee giudicate sovversive. Gli aspetti fondanti del suo pensiero sono ben riassunti dell’articolo intitolato “An end to the neglect of the problems of the negro woman” (1949), pubblicato sul giornale Political Affairs.
In quello scritto Jones spiega come le donne nere siano state “super-sfruttate” essendo soggette a sessismo, razzismo e classismo. Sostiene inoltre che l’oppressione delle donne nere ha minato non solo il successo della loro comunità, ma anche delle donne e della classe operaia in generale. Claudia paga in prima persona per le tesi che porta all’attenzione della società americana, impregnata di maccartismo, e viene arrestata più volte. Le sue condizioni di salute intanto peggiorano di giorno in giorno; nel 1955, dopo un periodo di detenzione durante il quale è vittima di un infarto, viene espulsa dagli Stati Uniti e deportata in Inghilterra.
La deportazione in Inghilterra
Jones si stabilisce a Londra, dove migliaia di persone dei Caraibi erano arrivate dopo la Seconda Guerra Mondiale. Molti immigrati avevano infatti risposto alle richieste del governo di aiutare a ricostruire la città e colmare la carenza di manodopera a basso costo, una criticità che sembrava senza soluzione. Si unisce al Partito Comunista in Gran Bretagna, ma le sue critiche al patriarcato e al razzismo saranno accolte con ostilità dalle istituzioni e da buona parte della borghesia bianca.
Tuttavia il suo spirito indomito la spinge a non arrendersi e a continuare senza sosta le proprie battaglie civili. Entra a far parte del Congresso del lavoro dei Caraibi e del Comitato per il razzismo e gli affari internazionali dell’India occidentale. Nel 1958, insieme ad Amy Ashwood Garvey, fonda la West Indian Gazette, uno dei primi grandi giornali della comunità nera in Inghilterra. Dalle colonne del quotidiano Jones prende posizioni forti contro imperialismo, razzismo e sessismo.
Claudia Jones e il carnevale di Notting Hill
Quell’estate le tensioni tra la classe operaia bianca e gli immigrati delle Indie Occidentali che vivono nel quartiere di Notting Hill e Shepherd di Londra, deflagrano e per un’intera settimana e le due fazioni danno vita ad una serie di disordini che mettono a ferro e fuoco parte della città. Nel tentativo di riunire le due comunità, Jones decide quindi di organizzare una festa di carnevale che possa far conoscere ai bianchi la cultura delle Indie Occidentali.
Nel 1959 va così in scena la prima edizione di un evento, il Carnevale di Notting Hill, che da allora è diventato simbolo di integrazione a livello planetario. Il lascito di Jones, che prima di morire – nel 1964 – si batte a favore di Martin Luther King, è enorme. Il suo esempio di lotta incessante contro le disuguaglianze continua ad essere un faro per chiunque decida di mettersi in gioco in prima persona, immaginando un domani più equo e privo di ingiustizie sociali.