Oggi è considerato uno degli eventi d’intrattenimento dell’anno, ma la sua storia dimostra che non è stato sempre così: l’Halftime del Superbowl dimostra quanto l’entertainment sia fondamentale per la buona riuscita della Finale della Nation Football League (NFL), la manifestazione sportiva più seguita degli Stati Uniti. Ogni anno, durante l’intervallo, si alternano sul palco i cantanti più importanti del Jet Set Internazionale, con l’obiettivo di creare uno “show nello show” e suscitare interesse anche nei confronti del pubblico generalista.
Un’idea nata nei primi del Novecento
Per risalire alla forma primigenia dello show occorre tornare indietro agli anni Venti del Novecento. Studi americani sostengono infatti che ad avere l’idea embrionale dell’evento fu Walter Lingo, rinomato proprietario di allevamenti di cani di razza. L’imprenditore intuisce per primo la forza attrattiva del Football, acquisendo negli anni Venti un team della franchigia di LaRue (Ohio), gli Oorang Indians, con lo scopo di promuovere il proprio business.
Durante gli intervalli veniva così allestito un piccolo show, dalle caratteristiche circensi, che comprendevano anche dimostrazioni d’abilità da parte dei cani. Il successo fu importante, tanto da rendere la squadra famosa soprattutto per il tipo di offerta intrattenitiva proposta. Diverso tempo dopo, intorno agli anni Sessanta, al Los Angeles Memorial Coliseum si pensò a un tipo di impostazione diversa, proponendo per l’Halftime l’esibizione delle bande universitarie, sposando così una visione più inclusiva tra giovani e sport, tralasciando il lato commerciale.
La rivoluzione negli anni Novanta
La musica cambia negli anni Novanta. È infatti nell’ultima decade del secolo scorso che si cominciano ad allestire veri e propri show con protagoniste le grandi icone della musica rock e pop. Il 1993 è l’anno del cosiddetto big bang; merito della partecipazione del Re del Pop Michael Jackson, chiamato non solo dalla lega organizzatrice ma anche da alcuni sponsor di peso, tra cui Disney.
L’impatto fu clamoroso: Jackson conquistò il Rose Bowl Stadium di Pasadena (California) occupando tutto l’intervallo della disputa tra i Buffalo Bills e i Dallas cowboys con un medley dei brani più famosi del suo repertorio. L’evento genera introiti mai registrati fino a quel momento grazie alla vendita dei biglietti e gli ascolti televisivi, suscitando anche l’attenzione mediatica del resto del mondo, sedotto dalla possibilità di assistere alla performance del cantante, mai viste fino a quel momento.
Una vetrina da milioni di telespettatori
Quella di Michael Jackson fu una rivoluzione anche per gli artisti stessi che, presto, si accorgono di poter sfruttare l’Halftime Show come vetrina per poter proporre nuova musica. Seguendo l’esempio di Jackson (la cui esibizione ha fatto schizzare in alto le vendite del suo disco “Dangerous”), moli altri musicisti chiesero di poter prendere parte all’evento per far conoscere a quanti più spettatori possibili i propri brani.
L’operazione riesce particolarmente bene per esempio agli U2 nel 2002 o al fenomeno rap Eminem, la cui esibizione di due anni fa gli consentì di rientrare nuovamente nella top 10 delle classifiche dopo diverso tempo.
Gli Halftime show più memorabili
Difficile stilare una classifica delle performance che sono rimaste più impresse nella memoria collettiva dal 1993 ad oggi. Oltre quella di Jackson tuttavia è ricordata ancora con commozione l’incantevole esibizione di Prince che, nel 2007, stregò lo stadio di Miami eseguendo la sua “Purple rain” sotto una (poetica) pioggia battente.
Particolarmente iconico anche quanto successo tre anni prima, quando a calcare sul palco fu Janet Jackson insieme a Justin Timberlake; un numero che destò non pochi scandali per l’outfit della popstar, molto succinto tanto da mostrare per pochi secondi una parte di seno. Impossibile poi dimenticare l’incredibile reunion delle Destiny’s Child (2013) o del “Boss” Bruce Springsteen (2009), fino ad arrivare a quelle più recenti firmate da Rihanna e Usher, cantante urban che ha infiammato l’edizione 2024. E la storia è destinata a continuare.
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