Una supermodel che sta attraversando, a 40 anni appena compiuti, una “seconda vita” artistica, aggiungendo nuove esperienze alla sua biografia; ebbene sì, il 2023  potrebbe essere descritto anche come l’anno di Daria Werbowy, star delle passerelle recentemente tornata in auge grazie alla prima campagna di Gucci diretta da Sabato De Sarno e considerata ancora oggi una delle grandi protagoniste della moda mondiale.

L’entrata nel fashion system da giovanissima: la storia 

Il cammino di Daria nel fashion system inizia prestissimo. nata a Cracovia, si trasferisce nel 1987 in Canada, a Mississauga; sarà proprio in terra nordamericana che vincerà il suo primo concorso di bellezza, trionfando a Toronto a soli 14 anni. Poco tempo più tardi grazie ad un carisma fuori dal comune, la sua personalità viene notata dalla Susan Model & Talent Management, agenzia con cui avvia una collaborazione di pochi mesi.

Life&People MagazineNel 1998, invece, la giovane stipula un accordo con la Elmer Olsen che le consente di muovere i primi passi nella moda, preparandola al grande salto verso una delle agenzie più famose del mondo, l’Elite Model Management, con cui scrive pagine indelebili di storia, entrando nell’iconografia fashion grazie ad una serie di celebri scatti fotografici di Steven Meisel realizzati per la campagna Prada Autunno Inverno.

L’icon con gli occhi di ghiaccio

In breve tempo, il volto di Werbowy conquista i principali brand, i quali si contendono la modella per averla nelle sfilate. Tra questi spiccano Dior, Marc Jacobs, Roberto Cavalli, Micheal Kors, Gucci, Dolce & Gabbana, Dsquared2, Yves Saint Laurent, Chanel e Versace. È tuttavia con Phoebe Philo (ai tempi Direttori Creativo di Chloè) che si instaura una sintonia speciale che proseguirà fino ai nostri giorni.

Biografia Daria Werbowy Life&People MagazineIl motivo del successo della polacca è semplice. Daria, come poche altre, è riuscita a regalare ed incarnare un’immagine molto definita di sé, dimostrando di saper usare ogni singolo centimetro del suo corpo utilizzando, tra gli altri aspetti, uno sguardo penetrante, sicuro, a tratti austero ed estremamente consapevole.

L’addio alle passerelle

La vita professionale di Daria nella moda non ebbe vita particolarmente lunga. Il climax della sua carriera fu raggiunto nel 2005, anno in cui la rivista Forbes la indica come erede naturale di Gisele Bündchen. Nello stesso anno segna poi un altro piccolo record riservato a poche altre modelle in scena: riesce ad aprire e chiudere le sfilate di dodici brand differenti compreso anche quello di Carolina Herrera.

 Life&People MagazineNel 2008, quasi all’improvviso, Werbowy decide però di allontanarsi dai riflettori, scossa da un sistema “tritacarne” che porta, volente o nolente, ogni donna a doversi misurare quotidianamente con il proprio aspetto fisico. La sensazione è che Daria, grande anticonformista, non volesse essere accostata allo stereotipo tipico della modella, cosa che la porterà anche ad un secondo allontanamento nel 2015.

Il comeback grazie a Sabato De Sarno 

Con grande sorpresa il viso magnetico di Daria Werbowy è apparso nuovamente la scorsa primavera, per un’occasione molto speciale: il Neo Direttore Creativo di Gucci Sabato De Sarno ha infatti pensato di coinvolgere la modella per la prima campagna pubblicitaria da lui curata, mandando il pubblico in visibilio grazie alle fotografie semplicissime (scattate in una piscina a Los Angeles) ma dalla straordinaria potenza estetica. Per entrambi è stato un ritorno alle origini in quanto, come ricordato dallo stesso designer, i due hanno mosso insieme i primi passi.

biografia storia daria werbowy | Life&People MagazineUn comeback di grande impatto dunque che ha portato la top model anche ad un’altra collaborazione di alto profilo. Phoebe Philo, proprio colei che ha contribuito al suo grande successo degli esordi, ha chiamato nuovamente Daria per il lancio della prima collezione del suo nuovo (nonché) attesissimo brand, anche in questo caso generando un’accoglienza trionfale. Chissà, se le prossime passerelle di questi marchi non possano rivelare delle sorprese in futuro?

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