“La vera eleganza non è mai fatta di frivolezze accessorie” dichiarò Maria Callas all’Europeo, nel 1957: oltre il bel canto, la soprano – di cui il 2 dicembre ricorre il centenario della nascita – plasmò infatti uno stile personale in grado di segnare una svolta nel gusto e nei trend sartoriali, prediligendo pochi capi, essenziali ma elegantissimi. Divina, in virtù della particolare impostazione del canto tendente alla recitazione, seppe anche coltivare un legame prezioso con il mondo della moda. I giornali dell’epoca la incoronarono moderna fashion icon: grazie al sodalizio con la stilista milanese Elvira Leonardi Bouyeure, lo stile Maria Callas si impose infatti per la sua raffinatezza.
La trasformazione da brutto anatroccolo a cigno
Nel 1954, la cantante lirica mostrò una nuova immagine: una silhouette longilinea grazie ad un dimagrimento vistoso, fece credere a molti che fosse avvenuto grazie ad una tenia ingerita. Una giornalista, in occasione del suo primo incontro con la Callas, – nel 1947 -, la descrisse come “una matrona in visone”. In un nuovo articolo a sua firma, annotò con stupore il cambiamento, definendola “sempre più sottile, sempre più bella”. Il merito della trasformazione, da Divina del teatro a diva del jet-set, va riconosciuto alla sarta milanese Biki, grande protagonista della moda italiana degli anni Cinquanta e Sessanta.
Nasce lo stile Callas
All’anagrafe Elvira Leonardi Bouyeure, la stilista era meglio conosciuta come Biki, – diminutivo di birichina –, dal soprannome affettuoso datole dal nonno Giacomo Puccini. Così la chiamavano le signore più in vista del tempo, solite frequentare la sua maison milanese. Nel 1933, Biki, fondò, con Gina Cicogna, l’atelier Domina, realizzando lingerie. In pochi anni, il successo fu tale da consentirle di confezionare esclusivamente abiti.
L’incontro tra Biki e Maria Callas fu fulminante: insieme al genero Alain Reynaud, la sarta diede vita ad un vero e proprio vademecum di stile, su misura. I due, attribuirono un numero ad ogni capo del suo guardaroba e presero nota dei numerosi abbinamenti consigliati, per le diverse occasioni e le ore del giorno. Sfogliando il piccolo volume, noto come “Callas Biki Style” si apprende, ad esempio, che gli abiti blu erano destinati ad eventi organizzati in città; mentre d’inverno si indossavano sciarpe e scialli con pelliccia di cincillà, vezzo di stile di allora.
La Divina: un’icona di eleganza
La cantante lirica conquista così la scena in occasioni mondane, avvolta in creazioni da gran soirè, scenografiche e con lungo strascico, accompagnate da boleri e guanti ed un filo di perle ad illuminarle il volto. Rigorose gonne a matita in tessuti raffinati, insieme agli abiti a corolla lanciati nel dopoguerra dal couturier Christian Dior saranno destinati a segnare l’immaginario fashion dei secoli a seguire.
Parigi: 12 febbraio 1947, inaugura un nuovo, rivoluzionario, capitolo di moda
Al numero 30 di Avenue Montaigne sfila la prima collezione di Christian Dior. Nella palazzina – che ancora oggi è il cuore pulsante della Maison – prende forma un nuovo concetto di eleganza, inedite silhouette, volumi allungati e sensuali bustini. Una rivoluzione ribattezzata “New Look”, che consegnava alle donne linee più opulente. Alla fine degli anni Cinquanta, la Callas, conquistò così grazie ai suoi look raffinati, un posto d’onore nella speciale lista stilata dalla stampa americana delle dieci donne più eleganti del mondo; cui si aggiunse, nel 1958, il riconoscimento Milano l’Abito d’oro.
Cento anni di Callas tra moda e cinema
L’ultimo fashion designer a celebrarla, è stato Stephane Rolland nella sfilata haute couture allestita all’Opéra di Parigi. Trentuno modelle hanno evocato sulla passerella, il fascino carismatico dell’interprete greca, grazie ad abiti di chiffon nei toni del bianco e del nero di estrema eleganza e drammaticità. Il designer si è infatti ispirato ad un concerto che l’artista tenne proprio all’Opéra Garnier, nel 1958.
La mostra Fantasmagoria Callas a Milano
A Milano, nella mostra Fantasmagoria Callas,- curata da Francesco Stocchi con l’allestimento di Margherita Palli – , allestita fino al 30 aprile 2024, al museo del Teatro Alla Scala, si potranno invece ammirare le opere di cinque artisti di differenti ambiti, in occasione del centesimo anniversario della soprano. Un percorso espositivo che si avvale dei linguaggi del cinema, della moda, della musica e dell’arte contemporanea, presentando anche una creazione esclusiva firmata dallo stilista Giorgio Armani che sembra voler catturare tra le trame dell’abito la sua voce inconfondibile.
Al cinema, nel prossimo film biografico di Pablo Larraín ad interpretare l’artista, sarà poi Angelina Jolie, facendo rivivere la vita della cantante d’opera più famosa del mondo. I costumi utilizzati nel film si ispirano ad abiti realmente indossati dalla Callas, mentre le pellicce provengono dall’archivio storico del costumista, Massimo Cantini Parrini. Un’occasione per ripercorrere i grandi successi nella lirica, accompagnati dalle profonde delusioni d’amore, che segnarono l’intensa vita dell’Usignolo greco, tra le più belle voci del XX secolo.
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