E’ l’evento più seguito, con oltre 40 rassegne sparse in tutto il mondo che coinvolgono designer, brand, modelli e modelle, buyer, ospiti, creativi, giornalisti. Tra le grandi svolte che hanno segnato la storia della moda occupa una posizione di rilievo l’invenzione delle fashion week, nate durante la seconda guerra mondiale e diventate in poco tempo pilastro del fashion system.
Una rivoluzione made in USA
Malgrado oggi le settimane della moda di Milano e Parigi abbiano più risalto mediatico, l’idea del concetto di Fashion Week trova origine negli Stati Uniti, in particolare nel periodo della Seconda Guerra Mondiale. È proprio durante il conflitto bellico che a New York va in scena per la prima volta un evento che raggruppa più sfilate appartenenti a brand differenti. Una strategia di marketing imposta anche dalla delicata situazione del Paese che, considerate le circostanze, non poteva più importare merce dall’estero, dovendosi quindi rivolgere esclusivamente ad aziende all’interno dei propri confini.
Una volta terminata la guerra anche altre città, incuriosite da quanto accaduto negli States, decisero di provare ad organizzare una propria Fashion Week: la prima a riuscirci fu Milano nel 1954, grazie all’apporto della Camera della Moda. Seguì successivamente Parigi nel 1973 ed, infine, Londra nel 1984. Da quel momento le settimane della moda si sono evolute sempre più, fino a diventare il cuore pulsante del fashion system.
La nascita delle sfilate
Per risalire alla nascita delle Fashion Week bisogna fare un salto temporale a metà Ottocento. Prima di allora gli abiti venivano mostrati semplicemente su manichini (la cui forma ricordava quella delle bambole). Il primo ad intuire la potenzialità delle modelle fu il britannico Charles Frederick Worth che, nel 1853, fece indossare le sue creazioni alla moglie Marie Vernet, segnando una svolta nella storia del costume. Si trattò di una vera e propria rivoluzione che spinse i commercianti di Parigi ad andare alla ricerca di indossatrici, utilizzate per sfoggiare i capi e posare in luoghi pubblici come saloni di bellezza, atelier ma anche ippodromi.
La prima sfilata della storia: gli Stati Uniti dettano la via
La prima sfilata della storia è andata in scena negli Stati Uniti
. Nel 1903 infatti a Manhattan il negozio Ehrlich Brothers organizza un défilé con il chiaro intento di attirare la clientela e di spingerla ad acquistare i vestiti indossati dalle modelle. In un lasso di tempo molto breve quindi tutti i grandi magazzini americani si attivano per emulare Ehrlich, organizzando le proprie sfilate in modo indipendente.
Fashion Show: un’invenzione degli anni venti
Con il passare del tempo però le sfilate di moda cominciano a mutare in spettacoli sempre più dettagliati; vista la concorrenza agguerrita, ogni marchio per distinguersi cerca di aggiungere ai propri eventi elementi sempre più scenografici, sfociando in mega allestimenti simili alle rappresentazioni teatrali. Proprio da questa tendenza nasce il termine fashion show, molto utilizzato anche nel linguaggio odierno. Il primo défilé in Italia va in scena il 12 febbraio 1951 a Firenze, nel complesso di Villa Torrigiani.
L’evento, intitolato “First Italian High Fashion Show” (che segnerà anche la nascita del Made In Italy) fu ideato da Giovanni Battista Giorgini, il quale propose una sfilata con diciotto abiti provenienti da dieci marchi di moda differenti, tutti creati nel nostro Paese. Il 1958 è invece l’anno della prima Fashion Week italiana, grazie ad una serie di spettacoli organizzati a Palazzo Pitti. Dopo diciasette anni la rassegna si sposta definitivamente a Milano, città che diventa in poco tempo una delle big four insieme a Parigi, Londra e New York.
L’evoluzione delle sfilate di moda
A partire dagli anni Novanta i brand iniziano a sfruttare sempre più la grande potenza estetica e comunicativa degli show, trasformandoli in eventi immersivi in cui confluiscono diverse arti visive. In tal senso è importante citare il circuito delle Cruise, organizzate in location suggestive solitamente unite da un fil rouge con il tema della collezione pensata dal Direttore Creativo. Ma un trend sempre più in aumento – oltre alle sfilate digitali, esplose durante la pandemia e molto in voga ancora oggi da alcuni brand – è quello degli spettacoli “fuori calendario”.
Capita spesso infatti che un brand, – la maggior parte delle volte molto noto -, decide di uscire temporaneamente dal programma Fashion Week proponendo una sfilata “solitaria” in modo da occupare per più tempo l’attenzione dei media. A muoversi in questa direzione è stata ad esempio la Maison Versace che, volutamente, ha proposto il suo show a Los Angeles, presentandolo poche ore prima della Notte degli Oscar, momento glamour per eccellenza. Un’operazione perfettamente riuscita che potrebbe diventare un tendenza anche nei prossimi anni. Sarà questo il futuro della moda?
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