Scorgere i volti di celebrity come Kris Jenner e sua figlia Kim Kardashian non sarebbe così raro se il luogo del ‘fortunato’ incontro fosse Milano, Parigi oppure Londra, indiscusse capitali della moda. Eppure le Kardashian questa estate sono state avvistate tra gli ospiti di una sfilata haute couture di Dolce&Gabbana, nulla di sorprendente se non fosse che ad ospitare il defilè non era la città meneghina, né tanto meno la Ville Lumière. La location scelta dai noti stilisti italiani per presentare le proprie creazioni, – lo scorso luglio -, è stato, infatti, un pittoresco e caratteristico borgo pugliese. Famoso per i cosiddetti ‘trulli’, abitazioni storiche caratterizzare da un tetto in pietra a forma di cono, Alberobello, questo il nome del piccolo centro abitato, ha accolto le suggestive creazioni Dolce&Gabbana fra i suoi scenografici vicoli. Una scelta quella della maison milanese che rispecchia la tendenza del momento, ovvero l’espansione della geografia del fashion system, sempre più orientata all’inclusione di nuove destinazioni. Ecco come cambia la geografia della moda, il suo storico itinerario arricchendolo con nuove tappe in giro per il mondo.
Le nuove capitali della moda
Mosca, Bangkok, Istanbul, Stoccolma, San Paolo, Mumbai, Madrid, Tokyo, Sydney, Mexico City e Shangai, sono solo alcune delle nuove emergenti capitali dell’haute couture. Una fashion map che, pur lasciando a Londra, Parigi, New York e Milano lo status di principali metropoli della moda, è destinata ad ampliarsi in nome di una maggiore globalizzazione e democratizzazione del fashion. Processo che iniziava ad avviarsi già intorno al 2015, anno in cui al Met Gala inaugurava la mostra del Costume Institute China “Through the Looking Glass” e vi approdò Rihanna con un gran mantello giallo ricamato e orlato di pelliccia. Era la creazione di una stilista cinese ancora residente in Cina, Guo Pei, sconosciuta fino a quel momento.
La moda in Asia: Cina e Giappone
D’altra parte la China Fashion Week di Pechino, – nata nel 1997 -, oggi sembra aver acquisito un ruolo più che rispettabile fra le capitali della moda, tanto quanto la Shanghai Fashion Week, che, alla stregua di quella di Londra, punta a far emergere nuovi talenti locali più inclini alla sperimentazione. È proprio durante quella settimana di alta moda che la città asiatica ospita anche Mode Shanghai, un trade show aperto al pubblico dove buyer e rivenditori si ritrovano faccia a faccia. Non resta indietro neanche il Paese del Sol Levante che schiera, fra le sue città della moda, Tokyo, sede delle mostre sul fashion system più originali al mondo oltre che veri musei dell’haute couture.
Tra i tanti, meritano di essere citati il Museo del costume Bunka Gakuen, con sede presso la Bunka Fashion University o il Museo del Costume Sugino Gakuen, probabilmente il primo museo dell’abbigliamento in Giappone. Per proseguire un tour alla scoperta dell’alta moda in Asia non va dimenticata la Bangkok Fashion City, una campagna del Ministero dell’Industria della Thailandia che ha avuto lo scopo di rendere Bangkok il centro della moda regionale con l’ambizione di trasformarla in leader mondiale al livello di New York, Parigi e Milano. E sebbene di strada ce ne sia ancora tanta da percorrere, si tratta di piccoli passi verso una grande svolta.
Da Seoul a Stoccolma
Passi da gigante li sta facendo in questa direzione una città come Seoul che oggi sfoggia uno street style della moda coreana particolarmente innovativo in occasione della Seoul Fashion Week. Se poi si volesse salire a bordo di un volo diretto a Stoccolma, potrebbe essere interessante anche un’incursione svedese nel mondo moda. C’è chi, infatti, – come Dolce&Gabbana – , la scorsa estate aveva scelto il calore del sud Italia e chi l’11 giugno ha optato per un paese nordico. Stoccolma è stata in quella data teatro della sfilata Max Mara Resort 2024. ‘Femminismo’ la parola chiave che ha spinto la maison italiana a scegliere come location per presentare la propria collezione il City Hall, uno dei palazzi svedesi più iconici. Una scelta che sposava perfettamente il progressismo culturale della Svezia, paese anticonformista sin dai tempi della regina Cristina, nota alla storia per essere una femminista ante litteram.
Il mondo virtuale
In un mondo ormai sempre più inclusivo e tecnologico non dovrà stupire neanche l’’intrusione’ ,nella mappa delle capitali e città internazionali della moda, di passerelle virtuali. Ciò che qualche anno fa poteva apparire utopia oggi è realtà. Risale al 2022, infatti, la prima Metaverse Fashion Week (MVFW22), un insieme di eventi, presentazioni, after-party e sfilate completamente virtuali con brand reali alla quale presero parte oltre sessanta marchi moda. Così, stilisti e designer tra i quali Dolce & Gabbana, Elie Saab, Tommy Hilfiger, Karl Lagerfeld, Cavalli e Alexander McQueen, hanno visto le proprie collezioni sfilare non indosso a modelle e modelli in carne ed ossa, bensì su degli avatar. Così la moda contemporanea, oltre a varcare confini geografici si mostra pronta a sfidare anche quella reale.