Un viaggio nel tempo tra androgina e sfumature femminili. Può sembrare un paradosso quanto proposto nella nuova collezione Maison Margiela Primavera Estate 2024 presentata nelle battute finali della Paris Fashion Week da John Galliano, arrivato al un suo nono anno di Direzione Creativa. Sulla colonna sonora de “Masculinity”, brano del 2022 firmato Lucky Love, in passerella sfilano abiti che rappresentano codici generazionali, riletti in modo oculato creando così un nuovo codice estetico.
Uno shock temporale
Uno show che racconta il trascorrere del tempo e si palesa subito con l’installazione allestita nell’atrio del quartier generale della maison: una sorta di transatlantico bianco asettico e specchiato in cui si sono susseguite modelle e modelli dall’andatura molto particolare, caratterizzata da un passo molto lento e da cercare di trovare un contatto con il pubblico in sala.
Ed è proprio in questa costante ricerca di contatto che si sviluppa il racconto di Galliano. Un racconto dalle tinte epiche che attraversa tempo e spazio. Lo shock temporale è certificato dalla presenza di cappotti neri e grigi molto voluminosi impreziositi da generosi drappeggi e schienali a trapezio, pezzi che lasciano poi il campo ad abiti tagliati di sbieco, grandi sottovesti e mini canottiere.
Avanguardia e sperimentazione
Ma nella visione di Galliano emerge ache uno stampo molto più avanguardista. Ecco allora che i canoni, prima ben fissati, vengono scardinati dal loro concreto utilizzo, subendo un processo di trasformazione colto e dall’alto valore concettuale. Pensiamo ad esempio alla lavorazione dei colletti bianchi, staccati dalle camicie e diventate sciarpe dall’estremità appuntita, o agli abiti contraddistinti dall’abbassamento della parte superiore che si muta in cintura per la gonna.
Una destrutturazione e una riscrittura costante e significativa, presente anche in altri pezzi-manifesto come i pantaloni di lana dagli orli arrotolati o nelle gonne di velo in tulle, rappresentazione materiale del ricordo. Particolare cura sia nei tailleur che nei capispalla, trait-d’union tra il guardaroba maschile e la canonicità femminile, tema essenziale dei nostri tempi ma anche leitmotiv delle epoche precedenti. Sembra così che Galliano abbia voluto stravolgere alcuni schemi della storia del costume riproiettandoli con uno stile ben preciso e fondato sull’up-cycling con materiali diversi come seta, lembi, carta, corde.
Il racconto di un’epoca attraverso lo sguardo di quella successiva
Anche in questo caso dunque Galliano ha colto in pieno l’heritage concettuale della maison Margiela, avviando una indagine spazio temporale colta e sui generis, scegliendo di rappresentare un’epoca raccontandola però attraverso il filtro di quella successiva.
Una capriola stilistica efficace che ha permesso al designer di puntare tutto sulla sartoralità, elemento mai così tanto in auge come in questo periodo dal punto di vista tecnico, non rinunciando però ad una visione quasi totalmente genderless, riuscendo nel non semplice intento di parlare del futuro avvalendosi del passato attraverso un linguaggio carico di riferimenti: dalla tradizione teatrale al caos urbano e metropolitano passando per l’attualità. La collezione d’alto profilo, pone Galliano ancora al centro; il designer britannico quest’anno spengerà dieci candeline al timone del marchio di proprietà del gruppo OTB.
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