<<Se non mi riconoscerai, ricordati che sarò la ragazza più sofisticata di tutta la stazione>>. Lo affermava nel 1954 la protagonista del celebre film “Sabrina” diretto da Billy Wilder. A vestire i suoi panni era Audrey Hepburn che proprio in quel film lanciò una moda destinata a diventare immortale. Abbinati ad un top nero e ballerine, al centro dell’outfit sfoggiato dalla diva di “Colazione da Tiffany”, vi erano, infatti, i pantaloni a metà polpaccio, comunemente noti oggi come pantaloni pinocchietto. Un rivoluzionario, quanto discusso, capo d’abbigliamento con cui la Hepburn riappare, nel ’57, in “Cenerentola a Parigi”, indossandone una versione bianca su morbide pantofole rosa.
L’origine dei Capri pants: la storia
Ad introdurli nella storia dell’haute couture fu, in realtà, già nel 1948 la visionaria Sonja de Lennart, in un’epoca tutt’altro che semplice. Era il 1945, la Seconda Guerra Mondiale non era ancora terminata, e allora la giovanissima stilista tedesca si trovava in Prussia. È qui che nacque, dunque, l’idea di un pantalone femminile e sexy destinato anche alle donne più piccole di statura. Affascinata dallo stile, quasi maschile di Marlene Dietrich, la de Lennart era, tuttavia, consapevole del fatto che una donna come lei, alta solo 1,52 m non avrebbe potuto indossare pantaloni lunghi fino alle caviglie ottenendo un effetto slanciato.
La soluzione la trovò così in un semplice taglio. Un taglio che sarebbe divenuto il simbolo della rottura nei confronti di un passato che vietava alle donne di indossare pantaloni. Ribelle ed indignata nei confronti delle ingiustizie e disuguaglianze che connotavano la sua epoca, Sonja de Lennart si fece portavoce di un messaggio di emancipazione femminile attraverso quell’iconico capo che battezzò come Capri pants. All’isola più amata del Golfo di Napoli, la stilista tedesca dedicò, negli anni della guerra, un’intera collezione ispirata a quel luogo di frontiera che era per lei espressione di libertà. Così, fu proprio l’immagine dei pescatori di Capri con indosso pantaloni arrotolati fino al polpaccio, rimastale impressa durante le sue vacanze da bambina, che le suggerì di ‘tagliare le gambe’ al tradizionale capo d’abbigliamento maschile per adattarlo ad un corpo femminile.
I pinocchietti di Audrey Hepburn
E quel desiderio di libertà e sovversiva ribellione che animava la giovane designer, trovò, dunque, la sua massima espressione nel pinocchietto, nato come indumento estivo da sfoggiare durante le vacanze. Freschi ma eleganti e raffinati al contempo, i Capri pants erano destinati a donne che non avevano paura di apparire ‘stravaganti’ osando sfidare i dettami del tempo. Bastò poco a far sì che un’icona come Audrey Hepburn se ne innamorasse trasformandoli nel must del proprio guardaroba. Subito seguita da altre dive quali Brigitte Bardot, Marilyn Monroe, Grace Kelly, nonché Jackie Kennedy, che dell’isola napoletana fece la sua meta vacanziera preferita.
La proposta di Cormio e Jacquemus
Se le passerelle delle ultime fashion week sono palcoscenico di una moda che valorizza una donna emancipata, libera e indipendente, non potevano che accogliere anche un revival come quello del pinocchietto. Tornato in scena già nell’Autunno Inverno 2021- 2022, in una versione delux riproposta da Virginie Viard alla direzione creativa di Chanel, il pantalone a metà polpaccio è poi riconfermato negli outfit della primavera estate 2023. Citazione controversa degli anni 2000, i Capri pants sono apparsi, infatti, nella sfilata di Cormio della scorsa stagione estiva con un modello in maglia lavorata a coste e orlo ondulato a contrasto, che richiama l’estetica coquette anni ’90.
Temuti soprattutto dalle piccole stature, i pinocchietti richiedono tacchi altissimi da parte delle meno alte, ad imitazione di pop star come Jennifer Lopez e Rihanna, mentre vengono accompagnati da ballerine dalle più audaci e coraggiose. Tra gli outfit proposti questa estate emerge quello di Jacquemus, ben tre differenti modelli nella sua collezione tra cui quello sfoggiato da Gigi Hadid: Capri pants in denim a vita alta portati con cintura in pelle, tank top nero, mules a punta con kitten heels Toteme e una borsa in pelle a tracolla.
Rilanciati da Leonie Hanne
Protagonisti della stagione calda appena terminata anche per le collezioni di Acne Studios, in versione a quadretti, dell’elegante e raffinato Alaïa, nonché di Tory Burch che li ha rilanciati in chiave leggings. A consacrarli, però. come nuovo must è stata Leonie Hanne che ha reso il pinocchietto un vero capo cool. La nota influencer ha sfoggiato, infatti, pantaloni il cui orlo sfiora i polpacci, morbidi, quasi scampanati, e impreziositi da un ricamo realizzato con piccole paillettes lucide e opache. Pare sia stata quella la molla che ha scatenato un’irrefrenabile voglia di sperimentare il pinocchietto da parte di stilisti di tutto il mondo. Tendenza confermata nelle recenti fashion week, da Copenaghen a Milano, in cui i Capri pants sono stati avvistati ovunque, dalle passerelle allo street style.
Tornano di moda per la prossima Estate
Impeccabile il look di Deva Cassel che, in occasione della sfilata Coperni Primavera Estate 2024, ha calcato la passerella con una versione più corta del pinocchietto abbinata ad una camicia a righe, lasciata aperta, e un blazer modello smoking. Solo uno dei tanti accostamenti, quello proposto dalla figlia della Bellucci, che si possono osare con gli originali pantaloni inventati dal Sonja de Lennart. A ricordare uno stile maschile ci pensano, ad esempio, camicie o felpe oversize, così come bomber e sneakers conferiscono al pinocchietto un tono sportivo. Un capo che, tuttavia, non perde la sua femminilità indossato con décolletée, cabattine, fiulante o ballerine. Perché non va dimenticato che il Capri pants nasce da un taglio ‘inferto’ al classico pantalone, un taglio creativo sì, ma deciso, nei confronti di un passato che aveva posto troppi limiti.