Un turbinio di preziosità e lavorazioni artigianali, delicatezza e ribellione, senso di mistero misto a romanticismo, un racconto stilistico carico di emozione alla ricerca dell’autenticità più assoluta. La collezione Primavera Estate 2024 di Alexander McQueen presentata alla Paris Fashion Week è l’ultima firmata da Sarah Burton, – Direttore Creativo uscente dopo tredici anni – che riallaccia un dialogo estetico ed emozionale c0n il fondatore Lee Alexander McQueen, – il cui desiderio era dare potere alle donne – raccogliendo l’eredità del visionario fondatore tragicamente scomparso nel 2010.
Anatomia di una collezione
La collezione “Anatomy II” è esplorazione della sartoria ed introduce creazioni plasmate sul corpo femminile con mano sartoriale: l’abito nude è ricamato con il filo rosso sangue, che sembra esplorarne le viscere, riportando in superficie sapienti lavorazioni artigianali.
Il tricot intrecciato ad arte, plasma creazioni scultura a modo di spina dorsale; mentre è riservato ai tailleur il capitolo total black. All’apparenza più rigorosi, i completi giacca e pantalone, sono stemperati da bustier plasmati con mano d’artista, alla stregua di corazze super glamour.
Alleggeriscono il passo, frange e sfilacciature del tessuto, con il cappotto indossato sulla pelle nuda, che assume un’aria vissuta, come logorata dal tempo che fu. Capi con cui Burton sembra riallacciare un dialogo estetico ed emotivo con l’amico e mentore Alexander McQueen, visionario stilista tormentato dai demoni della vita, scomparso nel febbraio 2010.
Rosso sangue e bagliori argentei
“Questa collezione è ispirata all’anatomia femminile, alla regina Elisabetta I, alla rosa rosso sangue e a Magdalena Abakanowicz, un’artista trasgressiva e potentemente creativa che si è sempre rifiutata di compromettere la sua visione”
spiega Sarah Burton, affidando la sua visione a top model del calibro di Vittoria Ceretti e Kaia Gerber che apre lo show in mini abito scollato ad oblò.
E ancora, Maria Carla Boscono, con stivaletti rosso lacca e Naomi Campbell, che chiude la sfilata stretta in un corpetto grondante fili di seta argentei. Creazioni potenti che si nutrono di arte, cultura e storia inglese, dando concretezza e forma indossabile alle idee più visionarie. Applaudono nel front row le attrici Elle Fanning e Cate Blanchett, ambasciatrici dello stile McQueen sui red carpet internazionali.
L’addio di Sarah Burton
Nel finale “Heroes” di David Bowie è un crescendo di palpabile emozione. La passerella di Sarah Burton ha il peso dell’addio, condita da lacrime e abbracci di riconoscenza, chiudendo di fatto un fortunato capitolo del marchio del Gruppo Kering. Una separazione “consensuale” annunciata dalla stessa designer con queste parole:
“Sono così orgogliosa di tutto ciò che ho fatto e del mio incredibile team. Sono la mia famiglia, e questa è stata la mia casa per 26 anni. Voglio ringraziare François-Henri Pinault per aver creduto in me e avermi offerto questa incredibile opportunità. E soprattutto voglio ringraziare Lee Alexander McQueen. Mi ha insegnato così tanto e gli sono eternamente grata. Sto guardando al futuro e al mio prossimo capitolo e porterò sempre questo prezioso tempo con me”.
Chi sarà il prossimo “eroe” alla guida del marchio? Si rincorrono i rumors, mentre appare sempre più evidente la grande rivoluzione messa in atto da Kering che lascia il fashion system in fibrillazione.
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