Il Re delle aderenze è approdato al Palais Galliera di Parigi. King of cling, è proprio questo il soprannome con cui Azzedine Alaïa è divenuto famoso al mondo, in virtù delle sue inconfondibili creazioni, caratterizzate da vita stretta e busto accentuato. Creazioni fuori dal comune che saranno in mostra nella città dei lumi fino al 21 gennaio 2024 insieme ai capi di altri celebri stilisti, appartenenti alla collezione privata di Alaïa. Noto non solo come couturier ma anche come collectionneur, il visionario sarto tunisino, scomparso nel 2017 osservava e ammirava maestri della moda del passato e del suo presente a tal punto da comprarne gli abiti. I primi ad entrare a far parte del suo archivio pare furono, nel 1968, i capi di Balenciaga acquisiti da Azzedine quando chiuse la maison. Fu quello l’inizio di un viaggio, da parte del couturier tunisino, nell’universo del collezionismo di creazioni firmate dai più grandi stilisti. Pezzi iconici della storia della moda ora protagonisti della mostra intitolata, «Azzedine Alaïa couturier collectioneur», che ha fatto tappa a Parigi.
La passione per il collezionismo
Curata da Miren Arzalluz, direttrice del Palais Galliera e da Olivier Saillard, direttore della Fondazione Azzedine Alaïa, l’esposizione offre ai visitatori l’opportunità di immergersi in ben centoquaranta creazioni ricercate e acquistate dal sarto tunisino in cinquant’anni. Un patrimonio di oltre ventimila pezzi rari, nati dalle brillanti menti di designer di ogni epoca e di cui una parte sarà fruibile presso il museo parigino. Era questo, dunque, il modo in cui Azzedine amava confrontarsi e trarre ispirazione da contemporanei e predecessori del mondo dell’alta moda.
Storia del sarto tunisino
Nato a Tunisi nel 1935, dopo aver frequentato la Scuola di Belle Arti specializzandosi in scultura, il re delle aderenze si trasferì a Parigi nel 1957. Nella capitale francese iniziò a lavorare per Dior, sotto la direzione di Yves Saint Laurent, realizzando abiti su misura per dive come Greta Garbo, le ballerine del Crazy Horse e Marie-Hélène de Rothschild. Ma il suo estro artistico lo portò ben presto a fondare un proprio marchio nel 1979 e a debuttare, l’anno successivo, con la sua prima collezione. Da allora le creazioni di Alaïa, più simili a sinuose sculture che capi d’abbigliamento, non hanno smesso di stupire. A giocare un ruolo fondamentale nelle idee e sulla creatività di Azzedine sono stati tutti gli stilisti di cui ha collezionato nel tempo svariati abiti.
Gli stilisti in mostra a Parigi
Così, passeggiando fra le sale del Palais Galliera, ci si imbatte sia in capi firmati da nomi dimenticati dal pubblico come quello di Charles James, Adrian, le sorelle Boué, che in creazioni di Christian Dior, Elsa Schiaparelli, di cui lo stilista tunisino acquistò i modelli più irriverenti, Jeanne Lanvin e Paul Poiret. E tra coloro che hanno influenzato lo stile di Alaïa vi furono anche Madeleine Vionnet, Mugler, Gaultier, Miyake, Yamamoto, Rei Kawakubo, Jean Patou, Cristóbal Balenciaga, Paul Poiret, Gabrielle Chanel. Nomi che hanno inciso la storia della moda internazionale ai quali, nella collezione di Azzedine, si affiancano quelli di Alexander McQueen, Jean Paul Gaultier, Thierry Mugler, Vivienne Westwood. A quest’ultima e a Galliano si dice che il king of cling avesse aperto le porte della sua casa-laboratorio ospitando loro sfilate.
Alaïa un ponte fra passato e presente
Ad Alaïa va, dunque, il merito di aver creato, attraverso il suo ricco archivio, un ponte tra diverse generazioni di designer; i cui capi sono oggi protagonisti della mostra a Parigi. Una carrellata di stilisti di epoche ed idee differenti dalle sue ma tutti accomunati dall’essere stati rivoluzionari, aspetto da cui il sarto di Tunisi è stato influenzato al punto da dar vita ad uno stile in cui arte e moda hanno sempre dialogato.
Testimonianza della sua passione per il mondo artistico, sono tre costumi, inclusi nella collezione di Azzedine, disegnati da Henri Matisse per i balletti russi, esposti al museo di arte moderna di Parigi come corollario della mostra. Ulteriore omaggio allo stilista da parte della città dei lumi è, inoltre, l’esposizione che associa la sua ricerca stilistica a quella di Madame Grès allestita presso la fondazione del Marais, dove Alaïa viveva e lavorava. Una retrospettiva che ha, dunque, ‘invaso’ la Ville Lumière accendendo i riflettori su colui che, varcando i confini della moda tradizionale ha dato vita ad un vero e proprio museo dell’haute couture.