Un nuovo trend sta spopolando sui social: il cubo della Farmacia del Cambio di Torino, elegante caffè di una delle piazze più belle d’Italia. Si tratta di un croissant quadrato inventato originariamente dallo chef svedese Bedros Kabranian nel 2018 che prende il nome di Kubrik dall’unione dei termini “Rubrik”, noto poliedro rompicapo del professore ungherese arrivato fino a noi, e poi la parola “cubo”. A Torino non è così semplice riuscire ad ordinare il cubo: ogni mattina infatti si sfornano dai 120 ai 150 pezzi e ci sono code chilometriche per riuscire ad accaparrarsene uno a colazione. Moltissimi lo prenotano e le ordinazioni si sommano di mese in mese.
La storia del cube croissant
L’origine del cube croissant è incerta. Ad oggi infatti non esistono certezze circa l’invenzione del dolce, anche se alcune fonti incrociate indicano come personalità quella dello svedese Bedros Kabranian, il quale lo creò nel 2018 quasi per gioco trovando una grande fortuna mediatica, prima conquistando i media tradizionali e poi spopolando in lungo e in largo grazie al potere dei social.
In Italia invece il più famoso è quello di Matteo Baronetto, noto chef del Cambio (celeberrimo ristorante di Torino) che nel 2019, insoddisfatto dai classici cornetti, decide di prendere stampi per tortini salati e provare a ricreare una sfoglia dolce. Una volta realizzata la brioches a forma di cubo – che in origine era vuota all’interno – provò quindi ad inserire con una siringa la crema pasticciera e notò così che i cubi diventavano in questo modo perfetti. L’intento dello chef era quello di rendere la sfoglia del croissant non solo esteticamente diversa dal solito, ma anche più croccante.
Il primo strato non a caso è più crunchy rispetto alle sfoglie interne che sono decisamente più morbide. Nel cuore del Kubrik la crema è creata ad arte dallo chef con bacche di vaniglia Bourbon; aprendo il cubo però, si può non solo sentire il profumo della vaniglia fresca, ma anche notare piccoli puntini scuri tipici di questa bacca. Matteo Baronetto è stato per molti anni il braccio destro del noto chef Carlo Cracco e dice di aver imparato da lui le tecniche della tradizione e di aver poi scoperto da solo la sua dote creativa nel reinventare sempre qualcosa di innovativo.
I torinesi fanno colazione in Farmacia
Il cubo, a Torino, si può degustare soltanto nella Farmacia del Cambio che, nonostante il nome, è una boutique del gusto dove si possono assaggiare anche altri tipi di dolci, di colazioni salate e pranzi veloci; il locale è adiacente all’omonimo ristorante Il Cambio. La Farmacia di Piazza Carignano prende il nome dalla Farmacia Bestente, un locale di altissima qualità che occupava la stessa location nel 1800: quest’ultimo creava i propri farmaci nel retro bottega, esattamente nello stesso laboratorio dove oggi viene creato il Kubrik. Per molti torinesi questo ed altri locali come Mulafsano, Baratti e Milano sono vere e proprie istituzioni e il Cubo spesso è chiamato “San Pietrino”, proprio dal nome dei cubi di porfido che si possono trovare nel centro città.
Il cubo è davvero unico
Importante sottolineare come in giro per l’Italia e non solo esistano già cubi davvero simili a quelli dello Chef Baronetto, come per esempio il Cubo Maritozzo ripieno di panna che si trova in una delle pasticcerie del centro di Roma, creato dal pasticciere Fabrizio Fiorani. Spostandoci a Londra poi troviamo Le Cube Croissant di Le Deli Robouchon di vari gusti e dimensioni. Gli impasti dolci laminati sembrano esistere da molti anni, ma ogni pasticciere rende unico il prodotto per la qualità delle materie prime e la scelta dei ripieni molto differenti fra loro. Non si sa realmente quale cubo sia nato prima quindi, ma si dice che i torinesi siano molto esigenti in materia culinaria e che se un prodotto funziona a Torino allora si può portare ovunque. Presumiamo quindi di vedere presto il cubo in tutta Italia.
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