L’abito come racconto, anzi: l’abito come un film, magari un thriller, magari di Alfred Hitchcock; è come sempre un approccio in prima battuta teorico quello proposto da Prada in occasione della sfilata Primavera Estate 2024 presentata oggi alla Milano Fashion Week. Una collezione questa volta sì concettuale, ma non filosofica. Alla base infatti si palesa soltanto la voglia di raccontare delle storie utilizzando come mezzo l’abbigliamento. Una sorta di omaggio al proprio mestiere orchestrato dal tendem delle meraviglie Miuccia Prada e Raf Simons.
Un tributo all’artigianalità in salsa hitchcokiana
Anche se risulta stridente poter soltanto pensare a uno show di Prada privo dell’allure filosofico, quella pensata dai due direttori creativi si può considerare effettivamente un tributo all’artigianalità. Ecco allora che la complessità del pensiero, signature della maison fin dalla sua fondazione, si sposta sulla complessità della tecnica degli abiti, – meravigliosi in passerella – tra ricami a mano e idee innovative progettate da tempo.
Accolte da un minimalismo puro le silhouette sono apparse all’interno della venue di Via Lorenzini accompagnate da una colonna sonora studiata nel minimo dettaglio che, imperiosa, è inaugurata dal Prelude/Nightmare de “La donna che visse due volte”, capolavoro di Alfred Hitchcock del 1954: un brano di musica che marchia a fuoco tutto avvolgendo lo spazio di un’atmosfera molto sinistra lasciando poco dopo campo a delle pulsazioni elettroniche per poi chiudere con un capolavoro dell’alternative rock, “Bruise Violet” di Babes, dalla chiara evidenza anni 80. Un pentagramma vario che racchiude perfettamente però la vera essenza del defilé, in cui la protagonista è una donna moderna, anzi postmoderna, borghese che vuole andare verso la concretezza.
L’essenzialità complessa
Attenzione però a non confondere la concretezza, dunque l’essenzialità, con la banalità. Nei look Prada c’è infatti un lavoro certosino e minuzioso, in cui si fanno spazio mantelle in chiffon abbinate a rigide spalline, gonne a tubo, abiti in raso alternati a un interessante uso dell’organza, grange, anelli metallici, maglioni ricamati con cristalli, tubini in pelle, reporter-gilet in pelle con ricami metallici oltre che completi provenienti dal guardaroba maschile, indossati come jampsuit.
Da notare poi il lavoro sui fiori, elemento ricorrente non solo in questa fashion week ma anche in quella di Londra (considerate anche le immagini promozionali) innestati in modo sofisticato, ovvero presentati sotto forma di spirale o addirittura in una modalità quasi distorta, tenendo dunque ben teso il filo della spettralità, del brivido, della bellezza. Prada come Alfred: basta solo una minima ispirazione per poter creare moda.
Commozione nel finale, dove Raf Simons e Miuccia Prada hanno voluto dedicare la collezione Spring Summer 2024 a uno dei monumenti della casa di moda, Fabio Zambernardi, personalità da sempre a fianco della stilista accolto da un tripudio di applausi dopo aver annunciato la sua uscita di scena in una delle maison più acclamate e rinomata al mondo, capace di lasciare il segno anche quando decide arbitrariamente di mettere da parte l’intricata trama della concept art abbracciando qualcosa di più materiale. Immensa.
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