L’esaltazione della leggerezza nel segno di Paul Klee. Applausi a scena aperta alla Milano Fashion Week per la collezione Alberta Ferretti Primavera Estate 2024, che descrive al meglio il significato del femminile. Un trionfo di linee, corte, lunghe che dimenticano le vie di mezzo e portano in auge la fluidità, la dinamicità e il movimento. Emblematico il titolo: “Linee di viaggio”.
Paul Klee: punto di partenza
Per spiegare al meglio il suo punto di vista, la designer romagnola ha citato il lavoro di uno degli artisti più influenti dell’arte contemporanea, Paul Klee, noto per alcune sue creazioni partite proprio da semplici linee, poi trasformatesi in meraviglia. Il segreto è una sorta di approccio ludico:
“Klee ha descritto l’attività del disegno come portare a spasso una linea, e la leggerezza è parte integrante del mio linguaggio”,
le parole di Alberta Ferretti, che presenta una serie di outfit che ricalcano in modo assoluto l’heritage della maison (quindi anche la sua visione di moda e autenticità), rivelando la sua personale concezione del femminile.
Nella corte del Castello Sforzesco, luogo simbolo della cultura meneghina adibito per lo show, è andato in scena una sorta di Festival della leggerezza tra cotoni freschi e seta: presenti camicie, pantaloni larghi alternati a tailleur, giacche costruite e altri capi dalla caratura verticale, capaci di presentarsi sia con silhouette molto lunghe che molto corte, spesso impreziosite da tasche poste sui fianchi, congeniali per essere utilizzate come elemento meramente estetico ma anche funzionale.
Il concetto del femminile dal punto di vista della stilista
Da qui il secondo step della concezione della creativa che, partendo dalle linee di Klee, segna un doppio contrasto per risaltare al massimo il suo pensiero sulla femminilità. Tra gli outfit sfoggiati in passerella si ammirano soluzioni che possono essere considerate canonicamente maschili, espediente perfetto per ribadire l’importanza dell’indipendenza della donna, libera di esprimere il proprio linguaggio e il proprio codice estetico. Una scelta già battuta anche da altri designer ma mai come in questo momento indispensabile nel rapporto tra moda e società.
Tanti i modelli che hanno illuminato il Castello, riassunti in linee asimmetriche, in pepli e nei grandi camicioni (spesso con il motivo a righe) spalmati su una palette colori varia e soprattutto radiosa, in grado di spaziare dalle tonalità del bianco al neutro toccando il glicine, la pelle d’angelo non trascurando il rosa tenue e un fresco melograno. Immancabile uno dei tessuti più riconoscibili di Alberta Ferretti, lo chiffon, perfetto per dare quel tocco dinamico e particolarmente romantico a una serie di abiti adatti a più circostanze, sia al caos metropolitano che alle atmosfere più vacanziere. Spazio anche al draping e ai panneggi della sera, sempre elegantissimi e soprattutto luminosi.
Il gruppo Aeffe dice definitivamente addio alle pellicce
Impossibile non chiudere con una grande notizia. La sfilata di Alberta Ferretti arriva proprio in un giorno molto importante. Proprio questa mattina il gruppo Aeffe (proprietario del marchio) ha firmato l’adesione allo standard internazionale Fur Free Retailer, impegnandosi dunque a interrompere in modo definitivo l’acquisto della pelliccia, in vista di una politica più green, sostenibile ed al passo con i tempi. Una giornata da ricordare…
Leggi anche: Fendi: le geometrie irregolari di Roma nella Spring Summer 2024