71 show, tra debutti e conferme, in grado di deliziare e soprattutto delineare tendenze e stili. Come di consueto, è la New York Fashion Week ad inaugurare il lungo mese delle sfilate moda che porterà poi a Londra, Milano e Parigi in un susseguirsi di stili e suggestioni che delineeranno il più ampio quadro delle tendenze per la prossima Primavera Estate 2024. Da Collina Strada con la sua estetica bizzarra e eccentrica, a Tibi con il suo gusto classico, passando per Philippe Lim con il suo casualwear ma con tocco glam; fino ad arrivare all’evento di spicco, l’esordio del giovane designer di origini vietnamiti Peter Do alla guida di Helmut Lang.

sfilate New York fashion week primavera estate 2024 | Life&People Magazine

Il debutto di Peter Do direttore creativo di Helmut Lang

Impensabile replicare il lavoro dell’ormai ritirato designer, i tempi sono cambiati e quell’estetica è proposta da una generazione di designer che devono molto alle intuizioni di Lang. Allo stesso tempo anche l’estro creativo di Do è apparso sotto tono e ancora in fase di rodaggio. Nella sfilata di esordio la passerella si trasforma in una strada trafficata di New York: i suoi abitanti si spostano seguendo le regole di un caos ordinato, sulle strisce trasformate in parole a disegnarne i confini. La collezione è colma di omaggi, come le camicie con slogan del poeta vietnamita Ocean Vuong, in un rimando all’iconica collaborazione di Lang con Jenny Holzer. Le bande gialle stampate su trench e pantaloni, richiamano la campagna pubblicitaria dello stilista austriaco che, nel ‘98, occupò i tettucci dei taxi newyorchesi con il suo nome.

Evidenziati alcuni capi must del gusto estetico di Do; i pantaloni a vita alta, le giacche androgine, le cinture che attraversano il busto, gli abiti a palloncino, i bomber oversize e il color-block sui pantaloni. L’obiettivo è quello di creare un armadio fluido e sostenibile, riuscendo a conquistare un pubblico di giovanissimi, avvicinandosi dunque alla gen Z, superando il consenso già esistente dei Millennial. Per farlo, il designer ha spiegato di voler mantenere un price range accessibile a tutti, abbattendo dunque l’overpricing ormai spropositato nel mondo della moda.

La collezione di Collina Strada invita a far riflettere

Una collezione capace di far riflettere sulla strada che ormai il mondo sta prendendo, dal cambiamento climatico all’intelligenza artificiale. Modelle e modelli sfilano con sorrisi tanto smaglianti quanto inquietanti, un tripudio di drappeggi, asimmetrie, patchwork e volant, portando allo stremo lo stile tutt’altro che minimalista della direttrice creativa.

Tibi di Amy Smilovic: personalità e classicità

Altro brand da tenere senza dubbio sott’occhio è Tibi; quello di Amy Smilovic è guardaroba solido ma non privo di personalità, classico, senza mai far rima con banale. I capi sono estremamente funzionali e senza eccessiva sfarzosità, pensato per l’uso quotidiano mantenendo la sua componente edonistica. Di tutt’altra visione Philip Lim, in perfetto equilibrio tra causalwear e glam, attraverso abiti desiderabili e, soprattutto, indossabili, dai dettagli grafici a ricordare l’architettura newyorchese. La giacca in denim esplora nuove forme e si porta con layering di gonne sottostanti. I leggings poi, epitome di sportswear appaiano necessariamente a bluse in pelle assicurate al corpo da coulisse, per un dress code cittadino chic.

La New York Fashion Week è mix di diversi stili ed espressioni moda, il gusto classico si confonde con l’animo punk e ribelle. La raffinatezza delle linee viene confermata dai dettagli e dall’artigianalità, lo sfoggio della praticità prende il sopravvento rispetto all’extra-lusso inaccessibile e indossabile.

Condividi sui social