Ritornare al passato per leggere il futuro. Ha un sapore di antico e regale la collezione Dior Haute Couture Autunno Inverno 2023-2024 che ha aperto la Fashion Week di Parigi di alta moda. Un vero e proprio trionfo della sartorialità quello realizzato da Maria Grazia Chiuri che, questa volta, ha voluto fare emergere la regalità dei tessuti andando a indagare la grande potenza del corpo femminile filtrandolo con una visione filosoficamente interessante incentrata sulla figura di Penelope, proto femminista per eccellenza.
Lo spettacolo deve continuare
Un opening, è doveroso precisarlo, tutt’altro che semplice. La rassegna parigina si è infatti aperta in un clima tesissimo, contrassegnato dalle feroci proteste scaturite dall’omicidio di Nahel, il diciassettenne assassinato da un poliziotto che ha portato a diverse notti di tafferugli da parte dei cittadini, tanto da rendere non particolarmente sicure anche alcune zone interessate nella kermesse. Ma nonostante questo, le porte del Museo Rodin (luogo adibito per ospitare la sfilata di Dior) si sono comunque aperte, lasciando la protesta fuori, all’esterno del Rue de Varenne, così come sottolineato dal sempre attivo Chambre Syndacale de l’Haute Couture Francais.
Tre gli elementi sacri, riletti con garbo e gusto: i pepli, le tuniche e le cappe. Stavolta nella collezione Dior non ci sono filtri né cartamodelli, bensì un lavoro minuzioso sul tessuto che richiama le vesti delle grandi Dee dell’antichità come Arianna, Artemide, Atena, Diotima, impreziosito da uno stile che passa dal greco al romano senza soluzione di continuità, donando dunque un fascino storico rivolto però concettualmente al contemporaneo grazie allo studio del Mito.
Le donne infatti, ossessione artistica della Direttrice Creativa, nella visione di Chiuri sono artefici del proprio destino, splendida suggestione messa sul piatto anche da Adriana Cavarero, filosofa apprezzata dalla Designer anche per il saggio “Nonostante Platone”, testo che mette in luce la figura di Penelope in una prospettiva femminista ante-litteram, puntando i riflettori non sul lato più devoto, bensì ponendo il focus sul gesto del tessere e del disfare la tela, distruggendo dunque il dogma femminile che vuole la donna impegnata al lavoro domestico.
Il minimalismo brillante nella collezione Dior Autunno Inverno 2023-2024
Sullo sfondo di un bellissimo arazzo ideato dall’artista Marta Roberti e cucito a mano nell’atelier Chanakya di Mumbai, le modelle hanno portato in passerella un fascino antico, consapevole e volutamente minimalista. Il modello più presente è senza dubbio il peplo, proposto in tante variazioni e particolarmente adatto al concept del fashion show, complice la sua capacità di avvolgersi al corpo liberandolo completamente dagli stilemi.
Tra un bianco predominante che non rinuncia ad accenni di sabbia e argento, la geometria delle silhouette si riflette in giacche sciolte con accenni oversize, long coat monacali, iconiche Bar Jackat all’occorrenza accostate alla gonna lunga. Le cappe sono invece strette in vita, così come le camicie vedo-non-vedo. Ma a unir il tutto sono però gli intarsi e le applicazioni preziose, elementi che riescono a movimentare e risaltare ogni tipo di mise, inondando di bellezza gli chemisier, gli abiti stile impero, i pepli e i jumpsuit.
La fortissima matrice greca si individua infine anche nelle calzature, dove svetta quasi come un unicum il riferimento palese al pedîlon, una delle prime forme del sandalo dell’Antica Grecia, accompagnato da fasce mutate da Dior in gambali in pelle, espediente per trovare la combinazioni con la tonalità degli abiti e per dare più lustro ad un tipo di collezione ancora una volta concettualmente fortissima e preziosa. Una costante quando si parla di Maria Grazia Chiuri.
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