Sfilare per rinascere, sfilare per resistere, sfilare per esserci. La Romagna – e la sua straordinaria resilienza – ha brillato più che mai nella sfilata di Alberta Ferretti Resort 2024, andata in scena ieri sera, 26 maggio presso il Castel Sismondo, monumento posizionato nel cuore del centro storico di Rimini che ospita al suo interno il Museo Fellini. Una serata decisamente toccante, in cui la stilista ha reso omaggio alla propria terra in uno dei momenti più complicati della sua storia recente, utilizzando come fil rouge l’arte cinematografica del celeberrimo regista riminese.Alberta Ferretti Resort 2024 Life&People Magazine

Uno show in bilico fino all’ultimo

La disastrosa alluvione che ha affossato la Regione nelle scorsa settimana ha tenuto il regolare svolgimento dell’evento (già rinviato una volta a causa dell’emergenza sanitaria tre anni fa) appeso a un filo. Ma dopo un’accurata riflessione la maison facente parte del gruppo Aeffe ha deciso di andare avanti schierandosi in prima linea a fianco dei propri cittadini organizzando tre iniziative lampo: il gruppo Ferretti nello specifico si è infatti attivato on una donazione economica alle associazioni competenti, con un’asta speciale utilizzando alcuni suoi pezzi d’archivio e, soprattutto, con la vendita delle maglie dalla scritta esemplificativa, “Io ci sono”, sfoggiate alla fine del défilé e pensate appositamente per l’evento. I ricavi saranno destinati interamente al supporto della comunità colpite dal maltempo.

L’amore per la Romagna attraverso il filtro felliniano

La dedica d’amore di Alberta Ferretti è espressa dunque attraverso l’arte del Maestro Federico Fellini, utilizzata dalla stilista non tanto attraverso elementi eccessivamente diretti o didascalici, quanto attraverso le atmosfere, dimostrando di essere una vera e propria cultrice del cineasta.

Alberta Ferretti Resort 2024 Life&People MagazineIn tal senso i mantelli, molti di questi caratterizzati da grandi cappucci, riprendono l’aurea rarefatta e a tratti mistica della Venezia ritratta nel capolavoro “Casanova”, così come l’utilizzo di una tempesta di paillettes preziose che si riflettono sulla fontana della piazza richiamano palesemente una delle opere più conturbanti e oniriche di tutta la produzione felliniana, ovvero “E la nave va”. Splendidi inoltre i punti di incontro, dove l’arte Ferretti ha accarezzato attivamente il genio di Rimini: è il caso dei long dress di chiffon e seta, uno dei capi più riconoscibili della maison, mostrato utilizzando come elemento scenico un effetto nebbia posto ai piedi della passerella, congeniale per rituffarsi nelle atmosfere de “Amarcord”. Interessante anche la palette utilizzata che, coerentemente, ricalca proprio i colori del luogo. Presentissimo infatti il beige, tipico della sabbia, così come l’azzurro dell’acqua, il verde dei prati e le tonalità marroni del castello.

Alberta Ferretti Resort 2024 Life&People MagazineUna collezione di grande impatto dunque che ha ha mandato in visibilio il foltissimo pubblico presente, composto da un parterre di personaggi illustri provenienti dal mondo dello spettacolo, della cultura ma anche della politica e delle Istituzioni. Insieme alla sottosegretaria alla cultura Lucia Bergonzoni e alla Ministra per il Turismo Daniela Santanché, rappresentanti di un Governo che più volte ha rimarcato l’importanza dell’evento, hanno fatto capolino  anche l’attrice Francesca Chillemi, l’ultima madrina del Festival di Venezia Rocio Munoz Morales oltre che Jo Squillo e una delle più importanti icone felliniane, la maestosa Sandra Milo.

Alberta Ferretti Resort 2024 Life&People Magazine

Il momento più toccante della collezione Resort 2024 Alberta Ferretti

Ma il momento più commovente di tutto lo show si è racchiuso nel finale dove si è palesato in passerella un gruppo di volontari reduci da giorni e giorni di durissimo lavoro a fianco agli alluvionati, comparsi davanti agli spettatori con una maglia blu con su stampato: “Io ci sono”, rappresentazione visiva della forza e del carattere della popolazione Emiliano Romagnola, capace di rimboccarsi le maniche, di lottare, di non arrendersi e soprattutto di andare avanti, anche di fronte alle avversità della vita. L’ultimo atto della sfilata si è quindi trasformato da semplice omaggio alla Romagna ad un tributo, alla forza e al coraggio dei romagnoli.

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