L’Italia chiama la Corea del Sud e viceversa. Prosegue in modo incessante il dialogo moda tra il nostro Paese e lo Stato più “occidentale” dell’oriente, al momento vero centro propulsore della cultura pop, come dimostrano i successi nel mondo della musica e del cinema. Non è infatti un caso che Gucci abbia deciso di presentare la sua collezione Cruise 2024 proprio in Corea, precisamente presso il Gyeongbokgung Palace di Seoul, ponendo la sua attenzione su un approccio multiculturale con una cura maniacale nei dettagli e con un divertente gioco tra lusso e streetwear.
Due mondi lontani uniti dall’arte
In pieno stile Cruise, la maison toscana ha deciso di allestire il proprio fashion show all’interno di uno dei luoghi più antichi di tutta la Corea, ovvero il Gyeongbokgung Palace di Seoul, culla della cultura coreana costruito nel 1395, e divenuto palcoscenico funzionale per una collezione creata ancora una volta dall’ufficio stile (il nuovo Direttore Creativo Sabato De Sarno debutterà solo il prossimo autunno) ideale per rimarcare la potenza del collegamento tra presente e passato, tra oriente e occidente, tra lusso e street culture, tutti uniti da un unico comune denominatore: la ricerca della bellezza.
Negli abiti di Gucci convivono l’alta sartorialità e l’attitudine metropolitana e qualche deviazione gran soirèe. Queste atmosfere così tanto diverse sulla carta trovano quindi la quadra perfetta in passerella, dove sfilano accostamenti di abiti sagaci e imprevedibili. Ecco allora che che un soprabito in paillette viene accompagnato con stivaletti da surf, o uno shorts in neoprene si accompagna a giacche in tweed sulle tonalità del pastello e da blazer con doppiopetto corti. Presenti inoltre numerosi punti luce, oltre che cerniere utili per spezzare il motivo dei capi.
La tavola da surf da sfoggiare sotto braccio
Ad accentuare la fortissima connotazione estiva ci hanno poi pensato gli accessori, tra cui spicca la super borsa horsebit 1955 riletta in tante versioni diverse e soprattutto una maxi tavola da surf, uno di quegli item in grado di colpire anche spettatori occasionali catturando la loro attenzione e spostandola poi anche su tutti gli altri pezzi della collezione. In linea generale inoltre nelle creazioni sembra palesarsi in modo netto una selezione d’archivio degli anni Novanta, precisamente del periodo di Tom Ford, riconducibili in capi come camicette in seta dalle linee pulite, i tacchi alti e quella allure di erotismo sofisticato che ha reso immortale la direzione creativa dello stilista.
Ma a colpire è il processo di destrutturazione: tra i punti di forza infatti sono da menzionare anche le maniche che, staccate, diventano accessori veri e propri. Anche il bomber si trasforma diventando una gonna da sera, mentre il giubbotto da motociclista muta in cappotto e tutte le linee apparentemente rigide riescono a sfumare in linee con dettagli riconducibili alla tradizione orientale.
Nel front row c’è Alia Bhatt
La Cruise 2024 Gucci ha avuto anche una connotazione spiccatamente editoriale, complice la presenza nel front row dell’attrice, produttrice e cantante Alia Bhatt, annunciata da poche ore nuova Global Brand Ambassador. Una notizia per certi versi storica. Alia è infatti la prima donna indiana a ricoprire un ruolo così importante all’interno della maison, la quale ha scelto proprio un profilo come il suo in quanto rappresentazione vivente di talento istrionico ed altamente creativo, in grado di dare esempio alle generazioni future. Tantissimi anche gli altri ospiti, da Dakota Johnson al rapper Asap Rocky fino ad arrivare ai tanti, tantissimi volti locali, ormai apprezzatissimi in tutto il mondo.
Sì perché se c’è un aspetto che differenzia la Corea del Sud da tutte le altri grandi potenze legate alla sfera orientale: la sua apertura. Se Cina e Giappone tendono infatti a produrre (tranne rare eccezioni) prodotti destinati principalmente al mercato interno, nel Paese coreano la politica culturale è essenzialmente espansionistica. L’obiettivo è infatti quello di diventare sempre più centrale nell’offerta pop, esportando ancora più pellicole e più cantanti per far conoscere la bellezza della Corea a tutto il mondo. La sensazione è quella di uno scambio culturale duraturo nel tempo.
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