Arriva nella Capitale lo spettacolo “Incanti”, scritto e diretto dal campione italiano di mentalismo Andrea Rizzolini. Dopo aver registrato il tutto esaurito a Milano con undici repliche, lo show che ha un nuovo allestimento è pronto a meravigliare, ancora una volta, grandi e piccoli. Insieme a Rizzolini cinque dei più premiati illusionisti italiani under 30: Dario Adiletta, Francesco Della Bona, Niccolò Fontana, Filiberto Selvi e Piero Venesia. Performance diverse, riflessioni e celebri affermazioni, portano l’illusionismo a teatro per permettere al pubblico, sotto la sapiente guida del campione italiano, di imparare a guardare il mondo in modo diverso. L’appuntamento è per questa sera, martedì 16, e domani, mercoledì 17 maggio, al Teatro Sala Umberto. Ai lettori di Life&People Andrea Rizzolini racconta il suo debutto romano e il piacere di provare ancora meraviglia in questa intervista esclusiva.
“Incanti”, uno spettacolo fuori dal comune: quali sono gli elementi che si coniugano in uno show di illusionismo?
Uno spettacolo di illusionismo è un insieme di tanti elementi che collaborano tra loro per modificare la nostra percezione della realtà. Luci, musica, parole, scenografia, devono tutti essere calibrati con assoluta precisione per rendere le illusioni che presentiamo inconfondibili dalla realtà. La vera sfida di un illusionista non è presentare le proprie illusioni, ma convincere il pubblico che quelle, in un certo senso, parlano di loro, del loro modo di rapportarsi con il mondo e, in ultima analisi, della loro stessa umanità.
Quali sono gli aspetti che affascinano di più il pubblico?
Le persone hanno bisogno di incantarsi, di riscoprire sé stesse alla luce dell’incanto, e con il nostro spettacolo cerchiamo di mostrare che la capacità di meravigliarsi sta nelle “piccole cose” che spesso diamo per scontato. È questo l’unico antidoto che ancora abbiamo contro la confusione mentale che abita la nostra quotidianità, la nostra vita sempre più veloce in cui siamo perennemente sommersi da distrazioni e preoccupazioni. L’illusionismo porta con sé un fascino legato al segreto di ciò che sta dietro le performance che mettiamo in scena, la nostra sfida, tuttavia, consiste nel rendere la questione del trucco del tutto secondaria. Vogliamo mostrare che un illusionista, in quanto artista, può farsi carico di domande più profonde del semplice “come ho fatto?”.
Dopo il sold out di Milano, si approda a Roma con un nuovo allestimento: cosa deve aspettarsi il pubblico?
Negli ultimi mesi abbiamo lavorato molto allo spettacolo, per cercare di presentare in modo ancora più esplicito certi temi. Una nuova regia capace di rendere lo show più accessibile anche ad un pubblico di bambini. Abbiamo fatto comporre una colonna sonora apposita, sviluppato un nuovo disegno di luci, ricercato elementi scenografici, ed io ho lavorato ancora sul testo, riscrivendo alcune parti, riadattandolo alla nuova regia. E poi abbiamo anche alcune sorprese … ma di questo non posso dirvi niente!
A fianco a lei altri giovani campioni di illusionismo italiani, come li ha scelti e come avete trovato la sintonia tra di voi?
In realtà siamo amici da tantissimo tempo, siamo cresciuti artisticamente insieme e questo spettacolo è stato l’esito naturale della nostra amicizia e della nostra passione per questa forma d’arte. La cosa unica della nostra “compagnia” – se così la vogliamo chiamare – è che veniamo tutti da background artistici estremamente differenti e ciascuno di noi, a suo modo, cerca di mettere questa esperienza al servizio di un nuovo modo di presentare l’illusionismo: io e Piero abbiamo studiato filosofia e teatro, Niccolò è laureato in psicologia clinica e, come Francesco, viene dal mondo del cinema, Dario ha un passato da ballerino mentre Filiberto è tutt’ora violinista all’interno di alcune orchestre.
Nel 2017, a soli 17 anni, è diventato Campione Italiano di Mentalismo, a cosa punta ora?
L’anno scorso ho vinto il terzo premio ai Campionati del Mondo di Magia nella categoria di mentalismo e il mio sogno sarebbe arrivare primo ai prossimi mondiali che si terranno nel 2025 in Italia. In realtà, ciò che mi interessa davvero in questo ultimo periodo è esplorare nuovi modi di presentare l’illusionismo, specialmente in Italia, contaminando altri linguaggi come la prosa, la danza, l’arte installativa… c’è davvero tanto da fare e ancora di più da scoprire.
Il segreto per risvegliare la meraviglia negli altri?
Elevare alla loro attenzione ciò che è da sempre lì, sotto i loro occhi: l’incanto è tutto attorno a noi, nelle “piccole cose” di cui è fatta la nostra quotidianità, dobbiamo soltanto imparare a meravigliarci di ciò che diamo per scontato, tutto qui.
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