Il disco del dolore di Ed Sheeran; non c’è davvero sintesi migliore per descrivere “– Substract “, settimo album in studio del britannico pubblicato oggi per Warner Music che racchiude al suo interno tutto il suo tormento e la terrificante tempesta emotiva che ha attraversato nell’ultimo periodo, uscendone più forte e più consapevole. Una release di fondamentale importanza quella del cantautore, anticipata di poche ore dall’assoluzione per le accuse di plagio relativo al suo brano “Thinking Out Loud” .
Vivere la sofferenza, esorcizzare la sofferenza
Per certi versi, volendo fare un paragone strettamente italiano, il concept in cui si basa la nuova opera di Sheeran si ricollega a “La geografia del buio” di Michele Bravi. Nei sessantuno minuti di musica infatti il protagonista traccia un vero e proprio viaggio all’interno della sua anima, mettendo il suo fragile cuore a nudo, esponendolo a tutti gli ascoltatori senza paura. Le diciotto tracce proposte, quattro di queste presentate sotto forma di bonus track, sono infatti figlie di un susseguirsi di eventi che hanno segnato profondamente lo spirito del nativo di Halifat, il quale ha dovuto fare i conti con la brutta malattia di sua moglie mentre era incinta della sua secondo genita, della morte dell’amico di sempre Jamal e della grave accusa di plagio, il tutto con la pandemia, lo stop forzato, le restrizioni e la frustrazione come atroce cassa di risonanza.
Da questo concentrato di dolore è nato un disco dalle caratteristiche intime, totalmente in acustico e realizzato (in tandem con Aaron Dessner dei The National) con l’ausilio della sua voce, della sua chitarra e della compagine orchestrale, il cui accompagnamento inonda l’atmosfera di una malinconia velata e rarefatta, funzionale però per creare una sorta di caos calmo in chi ascolta. Dopotutto, per stessa ammissione del diretto interessato, l’album è stato realizzato per esorcizzare la sofferenza e dunque per trovare e soprattutto far trovare conforto.
Un album-terapia?
Come facilmente immaginabile dunque Ed Sheeran ha confezionato un disco pensandolo non in ottica discografica, quindi volutamente mirata al mercato, bensì a fine terapeutico. In primis “– substract” è dunque un capitolo musicale che non si prende la briga di dover pensare a piacere la gente; è un album quindi figlio di un tipo di esigenza artistica che vede l’apprezzamento da parte di terzi soltanto una conseguenza e non un fine. Ed è proprio questo aspetto che rende la nuova produzione molto più consapevole, attenta e matura rispetto alle precedenti. Solo toccando il fondo, anzi solo toccando l’abisso più profondo, senza retorica, si può davvero soltanto risalire tornando di nuovo in superfice completamente trasformati.
L’assoluzione per plagio
Quasi come per magia, soltanto ventiquattro ore prima dalla pubblicazione dell’ultimo album Ed Sheeran ha chiuso un altro pesantissimo capitolo della propria vita, venendo fortunatamente assolto dall’accusa di plagio, scacciando via i fantasmi. Ricordiamo che al musicista era stato imputato di aver fondamentalmente copiato uno dei capolavori della musica soul, “Let’s Get It On” di Marvin Gaye, per comporre la sua “Thinking Out Loud”.
Stando all’accusa, sostenuta dagli avvocati della famiglia di Ed Townsend il britannico, insieme alla co-autrice del brano Amy Wadge, avrebbero volutamente riprodotto delle porzioni del classico di Gaye, compresa la ritmica e la sequenza ascendente di quattro accordi. Il fatto aveva gettato nello sconforto Sheeran, il quale professandosi sempre innocente poco prima del verdetto ha addirittura dichiarato di porre fine alla sua carriera nella musica nel caso di condanna da parte degli organi competenti. Dopo l’assoluzione, una volta intercettato dalla stampa, Ed ci ha scherzato su: “Sembra che non mi ritirerò”, ha detto. Adesso, libero dal fardello, potrà dedicarsi completamente alla sua arte, pronto ad abbracciare l’ondata di affetto dei propri fan quando partirà con il suo tour statunitense, al via il prossimo 19 maggio a ClearWater (Florida).
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