È una nuova ondata understatement quella che sta travolgendo moda e design. Collocata tra l’opulenza anni ottanta, le trasparenze e le vite basse dei primi anni duemila, l’estetica Quiet Luxury ricalca il minimalismo anni 90 aggiungendovi un requisito indispensabile: ricercatezza e qualità di tessuti, tagli e manifattura. Letteralmente potremmo definire questa nuova frontiera stilistica, come lusso silenzioso. Il Quiet Luxury rifiuta infatti l’ostentazione o, per lo meno, esclude quella vistosa. Nessuno spazio, dunque, per il campeggiare di loghi o chiassosi decorativismi: questo trend parla in asbentia, o quasi, perché ciò che si prefigge non è una dose arbitraria di coolness, quanto una qualità esclusiva e riconoscibile da occhi esperti.

Il quiet luxury: una risposta alla crisi

La sempre più grande attenzione di media, gate keeper e influencer a questo trend non pare casuale, anzi, il ritorno alla sostanzialità è qualcosa che da sempre caratterizza i periodi di grande incertezza, crisi o addirittura recessione come quello in cui ci troviamo a vivere. Lo abbiamo già visto accadere nell’ultimo decennio del XX secolo (fu la personale interpretazione di quello specifico zeitgeist a rendere celebri stiliste come Donna Karan o Miuccia Prada) e con la crisi del 2008-2009 (quando il sorgente The Row delle gemelle Olsen si andò ad affiancare a brand che da sempre ne facevano un imperativo quali Max Mara, Brunello Cucinelli, Jil Sander o Burberry per citarne alcuni).

cos'è quiet luxury fenomeno moda | Life&People Magazine

Minimalismo senza tempo

Come dimostrato da testimonial d’eccezione, – Sienna Miller, Gwyneth Paltrow e Kendall Jenner su tutte –, il Quiet Luxury segue coordinate ben precise in merito a palette rigorosamente neutre (sì a bianco e beige in tutte le loro sfumature e ai classici nero e blu) e ai tessuti realizzati in fibre naturali. Per seguire questo trend, nel vostro guardaroba non potranno in alcun modo mancare quei capi che non seguono la moda, ma la fanno: blazer, camicie e pantaloni dai tagli impeccabili e sartoriali così come il trench, un evergreen che si configura must-have assoluto.

Il Normcore che diventa snob

Attenzione però, questa filosofia non è fatta di sola discrezione, richiede, anzi pretende, blasonatissimi dettagli e accessori, come una Birkin o una Kelly di Hermès, una 2.55 di Chanel, una borsa Intreccio di Bottega Veneta. Seguendo una prospettiva green&conscious secondo questo nuovo credo sono gli oggetti di lusso quelli su cui vale la pena investire maggiormente perché durevoli nel tempo.  I dati offerti dalle grandi Maison non fanno che ribadire questo assunto: Hermès ha infatti registrato una crescita del 23% nel primo trimestre 2023, così come in una recente conferenza tenuta da LVMH si è apertamente parlato di eleganza sommessa.

“Per noi non costituisce un problema. LVMH aveva già previsto una maggiore richiesta di capi dall’estetica discreta pronta a soddisfare le esigenze di tutti con prodotti su misura”

ha affermato lo Chief Financial Officer Jean-Jacques Guiony.

cos'è quiet luxury fenomeno moda | Life&People MagazineCome ogni moda radical chic il Quiet Luxury è una macro tendenza austera in opposizione a quello che è stato definito il Dopamine Dressing (codice stilistico fatto di colori sgargianti che infondono buon umore) o più in generale un gusto incline ad eccessi e stravaganze, che racchiude in sè una vocazione irriducibilmente elitaria. Da una parte è riscontrabile come le ricerche di questa voce siano cresciute del 373% nell’ultimo mese ma, per sua stessa natura, il Quiet Luxury non è replicabile con acquisti low-cost.

Verso una nuova etica del fashion

Sembra di trovarsi quindi dinnanzi a una dicotomia apparentemente irrisolvibile: in un’epoca in cui i social hanno reso ancor più spasmodica la ricerca di status, questa tendenza sembra essere preclusa a una grande fascia di consumatori. Non tutto il male però vien per nuocere. C’è una lezione che chiunque può imparare dall’imperversare di questo nuovo senso estetico: ridurre l’acquisto compulsivo che, stagione dopo stagione, facciamo di capi a basso prezzo per inseguire una qualità che duri nel tempo e che, di conseguenza, sia molto più sostenibile sia per i cicli produttivi che per il pianeta che abitiamo. Per dirla con le parole delle nostre nonne “chi più spende meno spende”!

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