Il mondo della musica è in lutto. Ieri, 25 aprile, si è spento all’età di novantasei anni Harry Belafonte, gigante che negli anni cinquanta ha portato in auge la musica caraibica e sforato per la prima volta nella storia il milione di copie vendute abbattendo le barriere razziali e diventando anche una delle bandiere della lotta per i diritti civili. Ma chi era Harry Belafonte? Quali sono stati i suoi passaggi più celebri? 

Un successo quasi fulmineo

Belafonte

nasce nel 1927 a New York, precisamente nel quartiere di Harlem. I suoi genitori sono entrambi giamaicani: la madre, Melvin Love è una governante, mentre il padre Harold George Bellafanti Sr è un cuoco. Il piccolo Harry compirà un viaggio all’interno delle sue origini poco prima del secondo conflitto bellico, trasferendosi nel 1935 in un villaggio in Giamaica. Ma nel 1939 il non ancora musicista ritorna negli States, arruolandosi in Marina durante la guerra. Sarà proprio alla fine degli anni quaranta che Belafonte inaugurerà la sua carriera da musicista; un percorso cominciato grazie a tante esibizioni dal vivo ed una collaborazione con l‘American Negro Theathre.

Chi era Harry Belafonte Life&People Magazine

Nel 1952 incide quindi “Matilda”, un primo singolo che ottiene già un riscontro di pubblico notevole. Tuttavia il vero clamore arriva pochi anni dopo, prima con l’album d’esordio chiamato “Belafonte” (1956) e poi successivamente “Calypso”, primo disco della storia a vendere oltre un milione di copie.

L’importanza di Calypso

“Calypso” resta per dispersione l’Opera più importante dello statunitense. Un disco che, oltre a superare il milione di copie, rimase in classifica per ben novantanove settimane consecutive, raccogliendo trentaquattro volte la prima posizione. Ma non finisce qui. Mettendo da parte i numeri infatti l’album conserva un significato e un tipo di importanza di alto profilo: l’artista infatti, facendo conoscere al pubblico una musica mai sentita nel pop fino a quel momento, ovvero la musica caraibica, spalancò indirettamente le porte anche al folk in larga scala, puntando i riflettori anche su altri cantautori che, seppur proponendo un genere leggermente diverso, stavano per diventare noti a tutti. Stiamo parlando ad esempio di Joan Baez, Bob Dylan (che suonerà con lui nel disco “Midnight special”) oltre che Peter Paul & Mary. Tra i brani più noti presenti nel disco spiccano ovviamente, “Jamaica Farewell”, “Day-O (Banana Boat Song)” oltre che “Man Smart (Woman Smarter)”, considerata dagli studiosi la prima canzone folk a tutti gli effetti femminista.

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La carriera come attore 

Ma la personalità di Harry era fin troppo istrionica per rimanere ancorata al circuito musicale. Già dai primi anni Cinquanta non a caso prende parte a delle prime pellicole, anche se la popolarità vera con il grande schermo verrà raggiunta dal 1959 grazie a “La fine del mondo” di Ranald Mac Dougall, una pellicola post apocalittica in cui un minatore (interpretato proprio da Belafonte), credendo di essere rimasto l’unico umano vivente sulla terra incontra una ragazza di cui si innamora, innescando poi una rivalità quando scoprirà dell’esistenza di un terzo superstite. In filmografia si contano circa quindici film con Belafonte. L’ultimo risulta essere uno dei capolavori di Spike Lee, ovvero “BlacKkKlansman”, datato 2018.

Gli altri progetti e le lotte per i diritti civili

Il resto della carriera di Belafonte verrà contrassegnata dunque da film, musica e interessanti progetti paralleli a scopo benefico. Tra questi si ricorda ad esempio “We are the world”, la super canzone collettiva incisa del 1985 dal gruppo USA For Africa con al suo interno pilastri eterni come Michael Jackson, Lionel Richie e Stevie Wonder. Importante citare poi il suo sostegno e le sue lunghe battaglie per i diritti civili degli afroamericani, in cui ha finanziato personalmente anche le campagne di Martin Luther King Jr, leader del movimento negli anni Settanta.

Chi era Harry Belafonte Life&People MagazineSe l’ultima apparizione cinematografica è datata 2018, l’ultimo concerto risale invece a molto prima ovvero al 2003. Da anni oramai lontano dalle scene Belafonte si è quindi spento nell’Upper West Side di Manhattan a causa di una insufficienza cardiaca, lasciando però al mondo intero una eredità e delle intuizioni senza precedenti.

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