Una notizia terribile ha sconvolto il mondo del cinema lo scorso weekend. Domenica 26 marzo è infatti scomparso dopo una lunga malattia all’età di settantasette anni Ivano Marescotti, gigante del teatro e del grande schermo nostrano, noto per lavorato tra gli altri con stelle del calibro di Ridley Scott e Roberto Benigni. Una storia incredibile quello dell’artista, cominciata come impiegato pubblico fino a una svolta significativa della sua esistenza che l’ha portato a tuffarsi nel mondo dell’arte, conquistando il cuore degli italiani e non. Il nostro ricordo di Ivano Marescotti.
Gli inizi al comune di Ravenna e la “chiamata” della settima arte
Nato nella Bassa Romagna (nello specifico a Bagnacavallo) nel 1946, il giovane Ivano dopo aver ottenuto il diploma al liceo artistico Nervi-Severini di Ravenna trova subito un impiego presso l’ufficio di urbanistica del comune ravennate, dove passa ben dieci anni della propria vita. Ma la sua vocazione lo porterà a prendere una decisione drastica. Nel 1981 infatti decide di mollare tutto per intraprendere in modo serio la sua passione più grande: il teatro, lavorando con pesi massimi del settore, tra cui spiccano Marco Martinelli, Giampiero Solari, Mario Martone e Giorgio Albertazzi.
La folgorazione con il cinema arriverà invece nel 1989, anno in cui il nostro viene scritturato per una piccola parte del film “La cintura”, lungometraggio erotico di Giuliana Gamba su soggetto di Alberto Moravia. Nello stesso periodo conosce il regista Silvio Soldini che, con grande senso intuitivo, lo spingerà in modo deciso verso il fascinoso universo della settima arte con “L’aria serena del Nord Ovest”. Sarà l’inizio del sogno.
Una filmografia di alto profilo
Ivano Marescotti
prenderà parte ad oltre cinquanta pellicole, alcune di queste rimaste ancora oggi nella memoria collettiva, collaborando con cineasti di alto profilo come Ridley Scott – che scelse l’attore per il famosissimo “Hannibal” – e Roberto Benigni, catturando l’attenzione con due film importantissimi per la storia del toscano, ovvero “Johnny Stecchino” e “Il mostro”.
Si ricorda anche “Il talento di Mr Ripley”, dove fu diretto da Anthony Minghella, oltre che altre parti sciorinate per Daniele Luchetti, Pupi Avanti, Marco Tullio Giordana e Marco Risi. Il pubblico pop lo ricorda poi per la partecipazione ai due successi di Checco Zalone, “Cado dalle nubi” e “Che bella giornata”, oltre che “Benvenuto presidente”, lungometraggio di Giancarlo Fontana e Giuseppe Stasi. Un uomo al servizio del cinema Ivano, dotato di una grande flessibilità artistica e capace di offrire caratteri diversi tenendo ben alta l’asticella della propria personalità. Notevole inoltre anche il suo impegno nel piccolo schermo, con la partecipazione di trenta ruoli spalmati tra serie, ficiton e film tv. La sua attività cinematografica di primo piano gli frutterà ben sei candidature al Nastro d’argento, vinto poi nel 2004 grazie all’interpretazione nel cortometraggio “Assicurazione sulla vita” di Tommaso Cariboni e Augusto Modigliani.
Il teatro, un amore mai spento
Ma malgrado il successo in ambito cinematografico Marescotti non ha mai accantonato il suo primo amore, il teatro, alternando dunque il palcoscenico alla macchina da presa per tutta la durata della sua carriera. Già dal 1993 infatti inaugura un lavoro certosino di recupero della lingua romagnola, presentando una serie di spettacoli prima con i testi di Raffaello Baldini, poi mettendo in scena la rilettura di testi storici come quelli di Dante Alighieri e Ariosto riproposti però appunto in dialetto. L’amore per la prosa lo porterà anche a un ruolo diverso rispetto a quello attoriale: nel 2002 infatti il Comune di Conselice decide di affidargli in toto la gestione della programmazione del proprio Teatro, concedendogli anche l’ok per la produzione di nuovi spettacoli. Due anni dopo, nel 2004, fonda la Patàka S.R.L, società con cui gestisce le proprie opere.
Il ritiro e la scuola
Nel febbraio 2022, con un post sui propri canali social, Ivano Marescotti annuncia il suo addio alle scene, intraprendendo un cammino ancora più stimolante, quello di talent scout, allargando gli orizzonti della sua scuola di recitazione, mutata recentemente in Accademia Marescotti, una vera e propria fucina di talenti che accoglie anche una compagnia teatrale nuova di zecca, denominata “Baccano”, pronta a fare il proprio debutto il prossimo 16 aprile al Teatro Sociale di Piangipane. In quell’occasione, la sedia di Ivano rimarrà vuota. Ma il suo spirito, il suo amore viscerale verso lo spazio scenico e la sua missione artistica verranno tramandati per sempre. Ciao, Ivano.
Leggi anche: Il nuovo album di Mina: “Ti amo come un pazzo”, emblema d’amore, arte e hype