Nel 1961 fu istituita a Vienna la giornata mondiale del teatro nel corso del IX Congresso mondiale dell’Istituto Internazionale del Teatro, su proposta di un drammaturgo finlandese: Arvi Kivimaa. Nel corso degli anni e del tempo questa giornata ha assunto una connotazione decisamente eterogenea. Il teatro è presentato come uno strumento sociale, declinato, in tal senso, come arte al servizio della società. Le parole dell’attrice egiziana Samiha Ayoub, nel messaggio realizzato in occasione di questo 27 marzo, va proprio in questa direzione. Samiha Ayoub nasce nel quartiere Shubra del Cairo e si è diplomata presso l’Istituito superiore di Arti Drammatiche nel 1953 sotto l’ala protettrice del suo maestro: Zaki Tulaimat, noto drammaturgo della terra del Nilo.
Le parole di Samiha Ayoub in occasione della Giornata mondiale del Teatro
Il messaggio rilasciato dalla Ayoub viene definito “Messaggio internazionale“, si tratta di una vera e propria prassi con cui un’attrice o un attore comunicano a tutto l’ambiente teatrale globale, un proprio punto di vista su questa giornata. Le parole di Samiha si collocano perfettamente in una scia sociale e a tratti bagnano i piedi nel mare della politica. Un messaggio che si rivolge sì a tutti gli addetti ai lavori ma che spinge al ragionamento e all’analisi sulla situazione e sugli equilibri, più o meno validi e presenti, dal punto di vista mondiale. Guerre, disastri naturali, enormi conflitti politico-sociali, sono questi i temi trattati.
Temi che portano sul proprio groppone una certa delicatezza ed una certa rilevanza e che, tramite l’arte teatrale possono assumere un valore diverso. Il teatro, dunque, si pone e propone come una forma d’arte che faccia della propria natura umana il fulcro per trasferire ed esportare messaggi di umanità e azioni umanitarie. Si rivolge agli spettatori, chiedendo di entrare a teatro abbandonando tutto ciò che crea disturbo e turbamento, lasciandosi trasportare e immergendosi nelle storie dei personaggi e nelle vicende che vengono messe in scena. Un messaggio di inclusione, di speranza e che cerca di inglobare, in questo abbraccio idealistico, più soggetti possibili.
Il teatro in Italia e non solo… una storia da continuare a raccontare
L’arte teatrale in Italia ha assunto diverse sfaccettature e sono molti e diversi i volti riconducibili ad essa. A partire dalle opere latine della prima età repubblicana romana, passando per il teatro medievale, arrivando poi al teatro di personaggi come Goldoni e Parini. Fino al secolo scorso con personaggi del calibro di: Pirandello ed Eduardo de Filippo. Spesso contrapposto alla cinematografia, il teatro ha sempre rivendicato una proprio esclusività ed una propria essenza. Una recitazione ed uno stile di recitazione completamente diversi da quelli del grande schermo e che, per natura e anima, ha sempre implicato un approccio diverso, sia alla scrittura sia all’interpretazione. La sensazione di avere davanti a sé un qualcosa di vivo, un individuo capace di trasmettere con tutto il suo corpo e tutta la sua anima delle emozioni, sensazioni e impressioni riconducibili ad un personaggio e ad una storia che non è la sua.
Molti addetti ai lavori denunciano un progressivo sgretolamento della cultura teatrale, in Italia così come anche all’estero e, in molti casi, denunciano anche una poca considerazione da parte delle istituzioni governative nei confronti di un certo tipo di arte e un certo tipo di spettacolo. Un mondo, quello delle spettacolo e dei lavoratori dello spettacolo che, dunque, fin troppo spesso subisce delle disattenzioni e delle svalutazioni. Una mancata valorizzazione di un’arte che si pone al servizio di tutti e lo fa, nel caso del teatro, offrendo delle emozioni talvolta condite da polvere, dall’odore del parquet del palcoscenico e dai rumori di scena, il cui gusto è facilmente assaporabile nel momento in cui si apre il sipario e ci si cala in un mondo diverso da quello in cui si vive.