Un brand nato da un’esigenza entrato in pochissimo tempo nella storia; le scarpe Saucony nascono in un piccolo, se non piccolissimo, laboratorio artigianale sito sulle sponde del fiume Saucony a Kutztown, Pennsylvania, per poi allargarsi sempre di più diventando un vero e proprio colosso, un tratto distintivo entrato a gamba tesa nella pop culture statunitense e mondiale che ha contribuito in modo attivo anche allo sviluppo di un trend come le sneakers, al momento tra le calzature streetwear più amate ed acquistate. Proprio nell’anno in cui l’azienda rilancia sul mercato il modello degli anni Ottanta DNX Trainer per festeggiare il suo centoventicinquesimo compleanno, riscopriamo le origini del marchio e il modo in cui ha ottenuto questo successo così tanto fulmineo.
Un colosso nato per lo sport
Come appena accennato, la storia delle Saucony nasce da un’esigenza sportiva ben marcata. La sua fondazione risale al 1898, esattamente due anni dopo la prima maratona olimpica e dodici mesi dopo la prima storica maratona di Boston. Dopo aver intrapreso per breve tempo la produzione di calzature per bambini, l’azienda decide di dedicarsi alla realizzazione di scarpe da corsa, proprio per poter soddisfare al massimo l’esigenze sportive degli atleti. Importante ricordare quanto il logo del brand sia fortemente identitario anche alla location in cui è fondato, in quanto rappresenta proprio l’onda del fiume e tre massi che, concettualmente, rappresentano i tre punti fermi su cui si basa il brand: autenticità, innovazione e qualità.
Il cammino delle Saucony comincerà poi a cambiare alla fine degli anni Sessanta, periodo dell’acquisizione da parte di Hyde Athletic, altra big delle calzature spotive. Nel 1979 due dei modelli principali delle scarpe Saucony saranno selezionate nella top 10 della rivista Runner’s World, un’esposizione che farà raddoppiare ancora di più le vendite.
L’exploit degli anni Ottanta
Il 1981 è l’anno in cui viene lanciato il modello ad oggi più venduto di tutti i tempi, considerato ancora garanzia di stabilità e di comodità. Stiamo parlando del Jazz, calzatura iconica che sarà il preludio di un boom incredibile registrato grazie a una grandissima intuizione di mercato. Soltanto due anni dopo infatti Rod Dixon, uno dei corridori più influenti della storia, prende parte alla Maratona di New York sfoggiando ai suoi piedi delle Saucony inedite, disegnate proprio da lui stesso. Dopo la gara L’azienda stipula un cotratto con l’atleta, lanciando le DXN trainer, altro must assoluto del brand.
A distanza ancora di due anni, dunque nel 1987, arriverà invece il momento della consacrazione definitiva grazie a una scarpa dedicata anche alle tante sportive americane, la cosiddetta Shadow, create appositamente per Lisa Rainsberger, trionfatrice alla maratona di Boston. Il prototipo della calzatura, esattamente come successe con quelle di Rod Dixon, prende spunto comunque dalla Jazz, benchmark e chiave del successo delle scarpe.
L’evoluzione del brand e la festa dei 125 anni
Nel 1998, proprio a 100 anni di distanza dalla fondazione del marchio, dopo essersi fatta spazio anche in altri sport come il baseball, il basket e il football americano, Saucony amplia i propri orizzonti, iniziando una produzione di calzature non solo destinate alla corsa ma anche al lifestyle. Nasceranno non a caso le Saucony Originals, una rilettura dei cult del brand in chiave contemporanea destinato a un pubblico fashion addicted, amante della leggerezza, del comfort e della flessibilità. Nel segno dell’heritage dunque troveranno fortuna i modelli Jazz’O, ancora oggi best seller esattamente come la scarpa da corsa, lo Shadow O’ e la Jazz Triple, una versione più alta della più tradizionale Jazz, il cui successo consentirà alla griffe di entrare nelle tendenze dello sportwear e dello streewear.
Quest’anno, nel 2023, per celebrare il suo centoventicinquesimo compleanno Saucony ha deciso di lanciare sul mercato una linea già apprezzatissima dai collezionisti: si tratta di una collezione che rilegge alcuni modelli del passato in chiave lifestyle: presenti infatti le già citate DNX Trainer ma anche una vera e propria chicca, le Spot-Bilt-Sonic, scarpe in voga negli anni Settanta tra i giocatori di Basket nell’NBA. Un modo questo che lascia intuire la storicità del brand, arrivato in netto anticipo rispetto alle tendenze ad oggi più note soltanto grazie all’amore e alla passione dei propri fondatori. Un aspetto più unico che raro.
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