Forse non tutti sanno che molti accessori appartenenti al guardaroba femminile nascono invece come accessori maschili: uno di questi sono i guanti! Il termine “guanto” deriva dal germanico want. In inglese è glove, in francese gant e in tedesco curiosamente handschuh, letteralmente scarpa per mano. I guanti, in tessuto di maglia o pelle, erano fondamentali per le attività dell’uomo, per lavorare, andare a cavallo o impugnare la spada, erano conosciuti come guanti alla Moschettiera, con riferimento ai Moschettieri, scontato ma non altrettanto quanto la loro storia e origine. Non erano semplici guanti al polso ma, per funzionalità, la forma creava un’ampiezza all’altezza del gomito così che l’uomo potesse inserire la sua veste al suo interno.

storia origini guanti moda | Life&People Magazine

Esistenti sin dall’antichità ma solo nell’Alto Medioevo

entrarono a far parte dell’accessorio moda europeo con Re Luigi XIV nella sua Francia, al tempo indiscussa culla della moda. Fu proprio l’800 il periodo storico in cui alla corte di Luigi XIV si diffusero i guanti anche per le donne le quali invece si lasciavano andare alla creatività rococò dei tessuti e decori in pelle, chiffon o raso decorato con pietre preziose, piume e ricami. La forma femminile era più sensuale, avvolgeva il braccio fin sopra il gomito e ne delineava la forma, coprendo completamente anche le mani. Altro modello tipico di quel tempo erano i guanti cosi detti “manicotti” ovvero guanti in seta o cotone traforati che lasciavano libere le dita delle mani tranne il pollice.

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Per il pubblico femminile questo accessorio era simbolo di eleganza,

pulizia, vanità e regalità, apprezzato soprattutto in Europa e considerato accessorio di lusso per il processo di realizzazione assai complesso. Ne esistono da giorno o da sera, estivi o invernali tutto in relazione al tessuto utilizzato, un ricamo a retina per l’estate o l’ecopelle con imbottitura per l’inverno.

storia origini guanti moda | Life&People MagazineEppure non sempre i guanti hanno avuto un significato positivo

In alcuni momenti, durante il periodo rinascimentale, erano considerati elemento di intrigo, inganno o addirittura congiura per la loro forte valenza di ‘maschera’ della mano. Faccia della stessa medaglia, non indossare i guanti significava anche essere sinceri, limpidi, non avere nulla da nascondere, motivo per cui venivano tolti all’atto di firmare un accordo o un contratto. Dopo la fase rococò alla corte del Re, si passò ad uno stile più semplice, bucolico e esteticamente pulito grazie a Rose Bertin, modista francese e prima sarta privata di Marie Antoinette, Regina di origini austriache, la quale si allontana dal decoro sfarzoso riducendo drasticamente gli accessori e prediligendo invece tessuti come la mussola bianca. Nel periodo Napoleonico avvenne un vero e proprio boom per i guanti, soprattutto nella moda femminile, accostati all’abito stile impero lasciando intravedere il braccio all’altezza delle spalle.

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Nel Novecento con la nascita delle aziende e catene di produzione,

i guanti smisero di essere elemento distintivo di una classe sociale elevata, appartenente solo al rango reale, ma entrarono nel mondo della moda pret à porter mantenendo comunque la loro aura raffinata d’origine. Gli anni Cinquanta e Sessanta furono i più emblematici per l’uso dei guanti, forte simbolo di femminilità, indossati da star del cinema come Marlyn Monroe.

 Life&People MagazineMa era anche il tempo in cui la figura della donna era schiacciata dall’oppressione maschile e dallo stereotipo della casalinga, fattore che legava l’accessorio alle faccende domestiche o ai lavori in fabbrica, simbolo di rivalsa nelle battaglie femministe. Contributo del cinema è il film “Colazione da Tiffany” che ripropose il guanto come accessorio della donna forte e indipendente con la mitica Audrey Hepburn, la quale indossa lunghi guanti neri di satin abbinati al celebre little black dress Givenchy, icona di stile e libertà, durante la sua colazione.

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Dopo il periodo pandemico che vede distruggere l’idea del guanto

come elemento di stile ma solo per funzionalità igienica e protezione, ad oggi la conferma del loro successo più chic la ritroviamo nello street style da femme fatale delle influencer e star del red carpet, le quali accostano i guanti ad anfibi, giacche over, mini dress e tute in pelle, contrastando così la classicità del pezzo con tocchi punk e gotic style. In collezioni di brand lusso come Valentino, Balenciaga, Jil Sander, Schiaparelli, Givenchy, Rochè, Miu Miu e ancora Mar Jacobs e Max Mara troviamo un approccio diverso e mai scontato. C’è chi predilige  l’effetto mimetico (Balenciaga), chi il confort mood in maglia (Max Mara), chi invece qualcosa di più etereo (Schiaparelli). Per gli amanti, il guanto rimane una bella sfida, libero da significati limitanti e rigidi abbinamenti, ritorna nuovamente a far parte dell’armadio come accessorio trend.

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