Nel secondo giorno di sfilate della settimana della moda parigina, a tenere banco tra le varie sfilate moda in calendario è il défilé Autunno/Inverno 2023-2024 di Paco Rabanne.Questa collezione – disegnata dall’attutale Direttore Creativo Julian Dossena – è un inno ai sogni rincorsi: quei sogni che ogni giorno si fanno ma che si mettono, poi, nel cassetto perché troppo difficili da esaudire.
Ebbene, grazie agli abiti intrecciati, alle patch floreali che richiamano
i dipinti di Salvador Dalì, ai lunghi cappotti con colli in fil coupé che imitano la pelliccia fino ai mini dress realizzati con ispirazioni metalliche tanto celebrate dal couturier che negli anni Sessanta ha lanciato la moda dell’abito futurista insieme a Pierre Cardin e André Courrèges aprendo, così, la strada alle maglie metalliche come il vestito oroton di Gianni Versace.
Ma della vita di Paco Rabanne si possono scrivere pagine infinite: dagli inizi come studente al’Ecole Nationale Supérieure des Beaux Arts di Parigi, alla prima sfilata all’hotel George V dove mostra i “12 abiti non indossabili in materiali contemporanei” – collezione che gli permette di entrare nell’olimpo della Couture mondiale – fino al lancio del profumo “Pour Homme” che gli permette di vincere il Premio come miglior profumo maschile dell’anno ai Fifi Awards nel 1975. La sua è una carriera in continua crescita costellata di infiniti successi fino a quando sceglie di mettere un fermo e dedicarsi alla sua seconda più grande passione dopo la moda: la scrittura.
Per quanto riguarda le ispirazioni daliniane queste le parole del Direttore Creativo Dossena al termine del défilé:
“Ho scoperto che Rabanne e Dalí erano molto amici. C’è un video fantastico di loro due con Amanda Lear”. E poi ancora abiti creati con specchietti, piastre metalliche color bianco latte o argento, dalle forme rettangolari, rotonde o ellittiche con molteplici fori. Il tutto assemblato con degli anelli. Ad accompagnare le modelle non poteva mancare la rivisitazione della “1969 bag”; la borsa etichettata da Coco Chanel come “borsa del metalmeccanico”.
Lo spirito di Paco Rabanne vive sempre tra i suoi estimatori e anche in questa occasione,
nel sobrio spazio allestito al Palais de Tokyo con panche ricoperte di pelliccia sintetica, il giovane designer francese ha scelto di rendere omaggio al grande maestro dell’Alta Moda – scomparso il tre febbraio scorso -, mandando in passerella alcuni abiti storici della maison: dai famosi “Link dress” dove i “link” sono piccoli anelli che collegano delle piastre metalliche formando, così, il “jewel dress”; l’abito gioiello è l’oggetto del desiderio anche per Jane Fonda che nel film “Barbarella” del 1966 vestiva degli abiti creati al couturier mettallurgico.
Come per il fondatore della griffe,
è la ricerca materica a essere il plus di questa collezione: metalli e allumini rappresentano le basi da cui il giovane Dossena è partito per rilanciare la gloria di un marchio che negli ultimi sette anni ha subito un importante restyling in vista di un ritorno competitivo sui mercati. Dopo il ritiro del fondatore – nel 1999 – a vita privata, la griffe è controllata dalla società spagnola Puig che spera di far rivivere lo spirito “spaziale” di Rabanne ancora per diversi anni.
Nel ricco front-row spicca la presenza di Marisa Berenson, del designer giapponese Tomo Koizumi e dell’attrice americana Lisa Rinna, famosa per aver interpretato Taylor McBride nella serie-tv “Melrose place”.