senza Olivier Rousteing è veramente difficile: il rapporto esistente tra la grande Maison francese e il designer cresciuto a Bordeaux si nota anche in questa collezione Autunno/Inverno 2023-2024. Con il sottofondo di “My Way” a fare da sfondo alla sfilata una location d’eccezione: il Carreau du Temple situato nel terzo arrondissement parigino.
La collezione omaggia il fondatore della griffe: il grande Pierre Balmain
e la sua creazione più famosa: quella “Jolie Madame” che non rappresenta soltanto il profumo lanciato negli anni Quaranta, ma va a rivisitare l’eleganza e lo charme della donna aristocratica che vuole sfoggiare nei salotti bene di New York o di Capri la tipica “silhouette Balmain”; una posa “plastica” fatta di abiti in stile peplum, con fiocchi e spalline pronunciate sulla vitina di vespa ottenuta grazie a strettissimi corsetti.
Nonostante gli elementi simbolo della maison di moda, Rousteing fa un lavoro di ammodernamento: prende i bozzetti presenti nell’archivio della Maison e li ripropone in chiave contemporanea. Ecco, allora sfilare i tailleur con ampi colli dove compaiono i contrasti di bianco e nero, poi le giacche aderenti con spalle arrotondate piuttosto che squadrate e le gonne a ruota che arrivano sotto il ginocchio; non mancano neppure gli abiti “all-over” e le tute abbinate ad occhiali da sole.
L’eredità del couturier che ha vestito dive del calibro di Grace Kelly,
Simone Simon ed Helena Rubinstein si ritrova nei copricapi dove le tese passano dall’essere quasi assenti ad altre, invece, larghissime. Ma ancora, è negli incroci dei tessuti e nelle tinte monocromatiche che segnano il mix tra passato e futuro che Rousteing ha in mente l’avvenire del brand.
Verso la fine della sfilata, ecco la sorpresa: una palette di colori potenti, brillanti, frizzanti abbagliano gli spettatori seduti in prima fila grazie a un cappotto oversize in lurex rosa e degli abiti lunghi completamente ricoperti di strass. Tra gli ospiti figurano l’attore thailandese Patrick Finkler, la modella Bruna Biancardi e l’influencer Léna Mahfouf.
Generalmente quando un brand viene ceduto a un nuovo proprietario,
il più delle volte perché il fondatore muore e si nomina un Direttore Artistico, c’è il rischio che il risultato non sia mai del tutto soddisfacente; un chiaro esempio è il recente licenziamento di Daniel Lee da Bottega Veneta. Mentre, il lavoro che Rousteing sta facendo da Balmain è considerato più che positivo. Dal 2011 ad oggi, il successo della griffe è aumentato e le previsioni di crescita economica sono più che rosee.