Ogni grande nucleo familiare nasconde un grande segreto. Chi conosce la storia della famiglia Kennedy lo sa bene. Lasciamo stare per una volta le gesta di JFK, di Robert, di Ted e Caroline, emblema dei figli perfetti, per concentrare le nostre attenzioni sulla vita di Rosemary, considerata la “pecora nera” (parola orribile visto i motivi) della dinastia di cui le vicissitudini sono state talmente clamorose da ispirare una nuova opera teatrale, “Least Like the Other”, prodotta dall’Irish National Opera alla Royal Opera House.
L’incredibile e triste storia di Rosemary
Lo spettacolo si concentra nelle battute iniziali in modo particolare sui primi anni Rosemary, la terzogenita di Joseph – business man nonché politico e ambasciatore del Regno Unito – e di Rose, una vera e propria Regina della socialità. Due genitori dalle grande ambizioni, disposti a tutto per aiutare i loro nove figli (Joseph Jr. John, Rosemary, Kathleen, Eunice, Patricia, Robert, Jean ed Edward) a portare in alto l’altisonante nome della propria stirpe.
Tuttavia Rose e Joseph dovettero fare velocemente i conti con alcuni ritardi nello sviluppo di Rosemary che, fin dalla tenerissima età, accusava diversi problemi, per molti associati alla mancanza di ossigeno della bimba durante il parto. Mentre dunque le carriere di Joseph Jr. (che diventerà tenente della Marina degli Stati Uniti) e soprattutto quella di The President John spiccavano il volo, la figlia rimaneva indietro, destinata a un futuro difficile.
I disturbi di Rosemary
Stando a quanto si legge nelle biografie e nelle schede ufficiali della famiglia Kennedy, sembra che Rosemary avesse grossi problemi sia a parlare che a camminare, mostrando inoltre diverse difficoltà d’apprendimento una volta approdata a scuola. Eppure nonostante tutti gli ostacoli la nostra conduceva una vita molto normale, partecipando a tutte le principali attività di famiglia e scrivendo in un suo diario personale tutto quello che faceva durante la giornata. Nel 1938, con la proclamazione del padre ad Ambasciatore del Regno Unito, Rosemary si trasferisce a Londra. Sarà qui che inizierà il suo periodo più complicato e tragico, riassunto con cura e dovizia di particolari nell’Opera teatrale, realizzata grazie alla vasta quantità dei materiali d’archivio.
Rosemary, tornata poi in America, è infatti inquieta e fuori controllo, in preda a sbalzi umorali e a una vita sessuale estremamente disinvolta. Delle caratteristiche che, negli anni quaranta del Novecento, non andavano particolarmente a genio al padre, il quale scelse di effettuare alla figlia ancora ventitreenne una lobotomia, un gesto disumano utile – nelle intenzioni – a calmare le pulsioni della terzogenita, considerate incresciose per una famiglia d’alto rango come quella dei Kennedy.
Un’operazione avvenuta di nascosto
La lobotomia è un’operazione in cui al paziente viene interrotta la connessione tra il lobo frontale e le altre parti del cervello. L’intervento, effettuato dal Dottor James W. Watts in assoluta segretezza e inizialmente all’oscuro di tutta la famiglia, trasformò la giovane Rosemary in un vero e proprio automa. La poco più che adolescente statunitense infatti perse tutta la grinta e l’intelligenza che aveva dimostrato di avere nelle sue annotazioni, trascorrendo larga parte del tempo a fissare il vuoto o il muro di casa e perdendo completamente l’uso della parola, limitandosi a qualche frase sbiascicata, oltre che quello motorio.
Un completo disastro, dunque, che gettò Rosemary in una condizione prettamente infantile (non potendo più badare in nessun modo a sé stessa). Un comportamento che si poteva evitare, soprattutto senza avere una diagnosi certa del disturbo della giovane, molto più vicino alla semplicissima dislessia che ad altro. A ingigantire tutto poi c’è stato chiaramente il meschino segreto rivelato al di fuori della sfera familiare soltanto nel 1987 in modo da tenere lontani i media e le stampa dell’immagine perfetta della famiglia.
Gli ultimi anni
Dopo l’intervento la povera figlia dei Kennedy si trasferisce in quel di Jefferson, precisamente presso il St. Coletta’s School for Exceptional Children. Ci rimarrà peer tutta la vita. Soltanto una sorella stringerà un rapporto affettuoso con lei, ovvero Eunice Kennedy Shriver, quest’ultima non a caso aprirà nel 1962 un campo estivo nel suo giardino privato dedicato a persone con disabilità intellettive. La storia di Rosemary, poi deceduta a ottantasei anni il 7 gennaio 2005, appare moderna ancora oggi non tanto per la brutalità ma per il concetto che si porta dietro, ovvero quello di non saper reagire nel modo idoneo ai problemi che alcuni figli non fortunati possono dare nel corso della loro crescita. Oggi, nel 2023, ci sono ancora troppe Rosemary, lasciate nel loro dolore e nel loro essere speciali, sicuramente problematiche, ma in un certo senso davvero uniche.
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