Gentle Parenting, o genitorialità gentile, è un’ educazione volta a dare gentilezza e calma all’interno della relazione con i propri figli. Ogni generazione lotta da sempre riguardo ai metodi usati sull’educazione dei figli che, a loro volta, dovranno essere bravi genitori. Bambini rispettosi che diverrano individui sani e rispettabili. Ciò che è continuamente in discussione è quale tipo di genitorialità sia il metodo migliore per crescere al meglio i propri figli.
Come praticare il Gentle Parenting senza rinunciare alla disciplina
La genitorialità gentile esiste da qualche tempo, ma nell’era dei social media e dei consigli su Internet, il concetto è diventato sempre più popolare. Proprio lo scorso anno, l’American Academy of Pediatrics (AAP) ha aggiornato una politica sulla prevenzione dello stress infantile tossico, puntando sulla pratica della gentilezza all’interno della relazione con i propri figli. Cos’è esattamente la genitorialità gentile? Significa che dire di no è vietato? Che non ci sono confini o che i bambini possono scatenarsi mentre li guidiamo nelle loro giornate?
L’idea alla base deriva dalla pratica della gentilezza, diventata famosa intorno agli anni ’60. Connessione (calore, reattività, gentilezza, gentilezza) e struttura (routine, aspettative, sviluppo di abilità) sono i due pilastri su cui ruota tutto il processo di Gentle Parenting. Coloro che praticano la genitorialità gentile tengono conto anche dell’età di un bambino quando determinano il tipo di disciplina da usare e come affrontare i problemi comportamentali. Sarah Ockwell-Smith, autrice britannica nota per i suoi libri dedicati al mondo dell’infanzia, dichiara:
“troppo spesso, i bambini vengono puniti semplicemente per essere bambini, cioè, per non avere la maturità neurologica e per comportarsi in altro modo.”
Come costruire un rapporto empatico con i propri figli
Essere genitori gentili vuol dire essere empatici. Significa creare un rapporto di complicità anziché di controllo, volto all’ascolto. Ciò non significa essere deboli, tutt’altro: spesso alziamo la voce (o peggio le mani) per paura. Paura di non essere capiti e di non venire rispettati. Un linguaggio chiaro rappresenta il miglior punto di partenza per stabilire connessioni sane e prive di malessere con i nostri figli. Il gentle parenting è una filosofia mentale, un approccio filosofico che non usa strategie punitive o ricattatorie (Se non fai il bravo, non andrai al parco), ma che insegna rispetto, comprensione e confini in modo pacato e mite. I genitori gentili sono severi e con regole familiari ben chiare in modo che i bambini non si sentano disorientati. Secondo l’esperta Ockwell-Smith la pratica del gentle parenting si basa su una semplice domanda: “vi piacerebbe se qualcuno si comportasse con voi in questo modo?”. Se la risposta è “no” è chiaro che un simile comportamento non piacerà neanche a vostro figlio.
Come praticare il gentle parenting
La comunicazione è una parte fondamentale per i più piccoli; quindi, le regole da seguire per praticare la genitorialità gentile con il bambino sono:
- Parla con tuo figlio al suo livello e con il contatto visivo.
- Parla di cosa possono fare invece di concentrarsi su ciò che non possono fare.
- Tieni a mente il loro mondo fantasioso e usa la narrazione, i gesti e i toni per comunicare.
- Trovare modi per trasformare un “No” in un “Sì” (ad esempio, l’azione può essere eseguita in modo diverso che consente un sì mantenendo i propri limiti?)
- Mantieni la calma durante tutta la comunicazione con il tuo bambino.
- Usa affermazioni positive per incoraggiarlo.
- Concentrati su ciò che fa bene il tuo bambino, piuttosto che concentrarti troppo sul suo comportamento scorretto.
- Ricorda a te stesso tutte le volte che hai bisogno che i bambini imparino da ciò che vedono e sperimentano molto più di quello che dici.
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