Saper innovare in modo radicale è la prima delle nuove competenze del lavoro per il 2023. E le altre? Eccole, indicate da Filippo Poletti, giornalista professionista e uno degli influencer di LinkedIn in Italia: conoscere le tecnologie esponenziali come l’intelligenza artificiale e la realtà aumentata, progettare e realizzare la trasformazione digitale delle aziende, padroneggiare il marketing basato sull’utilizzo di tutti i canali di comunicazione a disposizione e, non ultimo, adottare la leadership condivisa. Le nuove competenze stanno su una mano – spiega in esclusiva a Life&People Magazine Poletti, executive MBA alla business school del Politecnico di Milano – e, insieme, rappresenteranno i fattori di successo per le nostre imprese. Le parole chiave dell’anno che verrà saranno innovazione e digitale: si affermeranno ulteriormente quelle che sono state chiamate “hub company” e che hanno visto emergere brand come Alphabet a cui fa capo Google, Amazon, Apple e Meta».
Filippo, cosa si prospetta per il nuovo anno in materia lavoro: a quali cambiamenti assisteremo?
Cambiamenti in arrivo: dalle piattaforme intermediarie alle hub company. Fino a ieri il successo imprenditoriale era legato allo sviluppo di piattaforme tecnologiche di intermediazione, che hanno gruppi diversi di utenti che, interagendo, ottengono benefici: «Pensiamo ad Airbnb, la piattaforma di locazione nata nel 2007, che mette in contatto chi può affittare uno spazio con chi ha bisogno di affittare una stanza, offrendo allo stesso tempo servizi di terzi che permettono di vivere esperienze memorabili nelle città di tutto il mondo. L’innovazione del 2023 avrà come protagoniste le “società hub”. Alphabet è un esempio, in quanto è un conglomerato che opera in diversi settori, dalle biotecnologie con Calico agli investimenti finanziari con Google Ventures e Google Capital, fino alla ricerca con Google X Lab.La competizione, dunque, si sposterà sempre più sull’offerta, oltre che di singoli prodotti e servizi, anche di reti di prodotti e servizi: pensiamo al caso di Share Now, il carsharing nato dalla fusione di Car2Go e DriveNow. Oltre a produrre automobili, Daimler e BMW hanno investito in servizi di mobilità condivisa, sostenendo Share Now. Oppure ancora, per citare il settore bancario, a Intesa Sanpaolo Assicura, nata grazie ad una vasta gamma di polizze da parte del gruppo Intesa.
Quali sono le competenze da possedere per innovare nel proprio lavoro?
Per fare il salto di qualità i professionisti dovranno avere più competenze per innovare: se fino a ieri la competenza passe-partout era l’inglese, oggi occorre padroneggiare l’universo dello sviluppo tecnologico. Nel 1965 l’informatico Gordon Moore, uno dei fondatori di Intel, nella legge che porta il suo nome, affermò che la potenza di elaborazione del computer sarebbe raddoppiata periodicamente ogni dodici mesi. Pensiamo a tutto quello che riguarda oggi l’intelligenza artificiale e le sue applicazioni.Un caso concreto è quello di GPT-3, il potentissimo algoritmo in grado di produrre testi simili al linguaggio naturale. Tra le piattaforme di IA generativa, Chat.openai e Zulla rappresentano gli esperimenti più interessanti che non mancheranno di farsi largo tra gli utenti nel corso del 2023, generando nuove idee di business. Innovazione radicale, tecnologie esponenziali, trasformazione digitale, marketing omnicanale e leadership condivisa non potranno mancare, dunque, nella cassetta degli attrezzi professionali del 2023.
La trasformazione digitale sta delineando nuovi orizzonti e direzioni da intraprendere: come valuta questo cambiamento?
Le storie di successo imprenditoriale sono legate alla capacità di aver saputo unire le forze. Il segreto del successo di un team sta nell’adesione delle persone a obiettivi condivisi e, prima ancora, ai principi che sono alla base della cultura aziendale. Oggi, la leadership non può che essere condivisa. È tempo di “shared leadership”: il presente lavorativo è nelle mani di più generazioni, junior e senior. Si parla di una forza lavoro formata da cinque generazioni: come racconto nel libro “Tempo di IoP: intranet of people”, la carta vincente è e sarà la messa a fattor comune di valori da praticare e di obiettivi da raggiungere. La figura del capo solo al comando non era e non è praticabile.
Nel suo ultimo libro “MBA Power”, racconta la Generazione R: imparare e rimparare, rinascere quotidianamente come professionisti: cosa implica e significa tutto ciò?
Di fronte alle tante sfide del 2023, i professionisti devono continuamente imparare e rimparare: è quella che Poletti chiama la Generazione R di rinascita, coloro che non smettono di formarsi: i manager della Generazione R come Rinascita sono convinti che non basti nascere una volta. Nell’età dell’incertezza o VUCA, acronimo traducibile in italiano con le quattro parole “volatilità”, “incertezza,” complessità” e “ambiguità”, occorre rinascere tutti i giorni come professionisti. Per stare al passo con il sapere fluido dobbiamo imparare, disimparare e imparare di nuovo, acquisendo nuove competenze, sia “dure” che “soffici”. Non si nasce come professionisti una sola volta: la vita lavorativa si è allungata e dobbiamo continuamente formarci.
Quali sono le sue previsioni e quali professionisti potranno avere maggior successo nel 2023?
Chi si forma non si ferma, dunque. E non si ferma per continuare a innovare: se vogliamo essere dei professionisti di successo dobbiamo innovare. Come dice bene Peter Thiel, cofondatore di PayPal, la piattaforma di pagamenti digitali, dobbiamo andare da zero a uno. Anzi, dobbiamo andare da zero all’infinito. Per costruire il futuro delle nostre aziende occorre progettare e realizzare un cambiamento radicale. Serve, in sostanza, tirare una somma e ripartire. Scrivere innovare, vuol dire disubbidire; a prescindere dal settore professionale in cui operiamo, il tutto per avere maggior successo con nuove competenze.