Alcuni credono che a ogni ricambio generazionale cambi anche un po’ la percezione del mondo: effettivamente a volte è proprio così. Chissà infatti cosa pensano i cosiddetti “boomers” degli stipendi sbandierati a gran voce dalla Gen Z nella piattaforma Tik Tok. Ebbene sì, per i giovani d’oggi dichiarare pubblicamente il proprio guadagno non è più un tabù. Basta consultare il fortunatissimo e iper visitato account Salary Transparent Street, in cui sono presenti centinaia e centinaia di clip dove le nuove leve del lavoro parlano senza problemi dei loro compensi. Ma attenzione a considerare questo trend come mero sfarzo; dietro c’è infatti anche una lotta indiretta contro il gender gap.
Meno remore, più trasparenza
In passato un’operazione di questo tipo sarebbe stata letta in modo meramente inopportuno. Il galateo infatti ha sempre insegnato la nobile arte di mantenere sempre un certo riserbo quando si tratta di denaro, soprattutto in caso di stipendi molto alti. Ma per la Gen Z, così come quella dei Millennials, questo non sembra essere più un problema. Anche perché, a rispondere alle domande della fondatrice della pagina (ad oggi con quasi un milione di followers) sono per la maggior parte donne, proprio per sottolineare ancora la differenza di trattamento per questioni di genere.
I dati parlano chiaro: restando infatti a una ricerca condotta da Linkedin attraverso la sezione Market Research, oltre il 75% dei giovani crede sia importante parlare apertamente del valore dei propri stipendi, apertura questa che sta aiutando concretamente ad aiutare e colmare le discriminazioni in base al genere e alla razza.
Spiegare cosa c’è oltre il guadagno
In linea generale anche nel nostro Paese tra le categorie che parlano apertamente dei propri guadagni rientrano a pieno titolo anche i cosiddetti content creator, gli influencer gli youtuber passando per gli streamer. Quest’ultimo caso è uno dei più interessanti: malgrado infatti su alcune piattaforme, pensiamo ad esempio a Twitch, sia espressamente vietato rivelare al pubblico il proprio compenso, i creator durante le loro live più volte si soffermano sulle loro entrate, spiegando a un pubblico molto giovane cosa si cela dietro allo stipendio parlando di aspetti fiscali non semplici da conoscere, pensiamo per esempio alle tasse e dei contributi, illustrando dunque ai propri spettatori cosa si cela dall’altra parte della medaglia.
Non è dunque più una questione di sfarzo, di ostentazione o, per parlare con il linguaggio dei giovani di “flex” (in gergo, ostentare qualcosa). Le nuove generazioni infatti risultano oggi molto più consapevoli, attente e soprattutto preparate al denaro anche grazie al proliferarsi di profili come “Salary Transparent Street”, dei veri e propri contenitori di esperienze che informano e soprattutto stimolano l’utenza, aprendone ancora di più gli orizzonti.
Stipendi Gen Z, Tik Tok e Gender Gap: come si sta muovendo l’Unione Europea?
Seppur in colpevole ritardo, sembra che finalmente il Parlamento Europeo si stia muovendo nella direzione giusta per risolvere il gender gap, malgrado l’iter sia appena iniziato. Recentemente infatti Bruxelles ha approcciato un mandato negoziale utile per cominciare a discutere seriamente con i governi dell’Unione su una direttiva comune riguardante la trasparenza dei guadagni.
In tal senso, se tutto verrà confermato, le aziende UE con un organico formato da più di cinquanta lavoratori potrebbero essere obbligate a cassare i vincoli contrattuali che li obbligano a mantenere il riserbo riguardo le cifre esatte delle loro retribuzioni. Nelle intenzioni dell’Unione Europea ci sarebbe anche la volontà di rendere necessaria una pubblicazione dei salari, funzionale per evidenziare e dunque limitare gli squilibri di genere. Si tratta però di un percorso molto lungo e tortuoso, in cui si dovranno mettere d’accordo Stati con un pensiero molto differente. Vedremo ciò che accadrà.
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