Un fenomeno che si sta verificando sempre più nel fashion system è la scelta di diverse maison di uscire letteralmente dalla tradizionale passerella organizzando delle sfilate di moda itineranti, scenografiche e maestose in ogni angolo del mondo. Lo abbiamo visto recentemente con Dior uomo, giunto fino in Egitto per presentare la propria collezione, oppure Gucci che ha scelto la Necropoli di Arles e Miu Miu che ha fatto sfilare le proprie modelle sulle Dolomiti. Come nasce questa tendenza? In primis da una spiccata esigenza di tipo economico-strategico, dall’altro dalla voglia di stupire sempre e comunque buyer stampa e addetti ai lavori.
La Cruise: l’inizio di tutto
Si tratta dunque di un tipo di fenomeno che proviene da molto lontano, addirittura dal 1919, anno in cui grazie all’intuizione di Coco Chanel viene realizzata nella località marittima di Deauville la prima sfilata Cruise della storia. L’idea è tra le più geniali e rivoluzionarie che tutto il mondo del fashion ricordi. Creare un fil rouge che unisca l’ispirazione della collezione con l’atmosfera del luogo che la ospita in un processo di contaminazione reciproco.
La visionaria capacità strategica di Coco è ripresa tempo dopo da un altro volto storico della maison Chanel. Stiamo parlando di Karl Lagerfeld che comincia sempre più seriamente a dare rilievo alle Cruise, allargando lo spettro oltre i top client mutando le sfilate in vero e proprio evento attesissimo da tutti. La sfilata Cruise dunque cessa di esistere come sterile e freddo momento di transizione tra una stagione e un’altra, trasformandosi invece in un modo intelligente per coinvolgere in modo interattivo i propri clienti e per dare un dirompete status symbol a ogni singolo elemento brand. Non a caso, dopo le scelte di Lagerfeld, si adeguano più o meno tutti. Rimasti impressi nella memoria in tal senso il mastodontico show di Louis Vuitton nel 2018 pianificato nell’affascinante scenario di Rio De Janeiro, il favoloso show Dior Cruise 2020 a Marrakech o quello di Armani allestito al Museo Nazionale di Tokyo sempre nello stesso anno.
Un altro fenomeno in ascesa: i Re-show
Ma le Cruise sono soltanto una singola parte del quadro. Sta prendendo sempre più piede ad esempio il concept de Re-Show, ovvero replicare la stessa sfilata per più volte in uno scenario diverso, strategia di solito utilizzata per avvicinare le maison al pubblico canonicamente più lontano. Pensiamo per esempio a Dior che, nel 2014, ha riproposto il suo show a Hong Kong proprio per schiacciare l’occhio alla ricchissima e affezionata clientela orientale. Ancora più esemplificativo poi quanto fatto da Prada proprio in occasione della prima sfilata firmata dalla designer Miuccia insieme al genio belga Raf Simons. La spring-summer 2022 infatti è stata presentata in rigorosa simultanea sia a Milano che a Shangai. L’obiettivo? Creare una comunità, non lasciare isolato nessun mercato, divertire il pubblico.
Ma c’è di più… Perché spesso si usufruisce della sfilata di moda itinerante anche per festeggiare qualcosa o qualcuno. Ha fatto scuola in tal senso il recentissimo esperimento di Fendi che, per celebrare il venticinquesimo compleanno della Fendi Baguette, ha deciso di trasferirsi negli USA, nello specifico a New York, una delle mete più amate da tanti Direttori Creativi. Oltre a quanto detto, si aggiunge infine un’ultima componente che non deve assolutamente passare in secondo piano. Una sfilata allestita in un determinato scenario è anche un modo per cospargere di glamour e di iconicità la storia di un determinato spazio.
In sostanza, se si riesce a mettere in scena un fashion show spettacolare in una location da sogno considerata sacra verrai ricordato per sempre. Ne sa qualcosa Pierpaolo Piccioli, reduce la scorsa estate dell’indimenticabile show in Pazza di Spagna. La passerella, anno dopo anno, sta cominciando sempre più ad essere un concetto astratto.
Leggi anche: Swarovski impreziosisce le sneakers gioiello Golden Goose per Natale