Freddo, caldo, speziato: infinite sono le forme che il rituale del tè assume in tutto il mondo. Dall’antica Cina, all’Africa settentrionale, fino alle campagne inglesi e a Buckingham Palace, la tradizione di questa storica bevanda percorre trasversalmente la storia del mondo, trascendendo popoli, linguaggi e Paesi. E, ancora oggi, la cerimoniosità delle sue applicazioni si circondano di un fascino senza tempo, un’aura pregna di ricordi, storia e tradizioni. Per questo motivo, prendere un tè in alberghi di lusso, nel boudoir di caffè letterario o nello sfarzo di un palazzo storico ci proietta in un’altra epoca, regalandoci un momento indimenticabile. Ma da dove nasce il rito del tè? Come si differenzia nel mondo? E soprattutto, dove sopravvive ancora?
L’origine del tè: la leggenda di Shen Nung
Pensando alla cosiddetta “ora del tè”, balena subito alla mente l’immagine di un salottino inglese dove, tra porcellane e centrini di pizzo, la bevanda viene servita con latte e zollette di zucchero, rigorosamente alle cinque del pomeriggio. Nonostante sia innegabile che l’Inghilterra sia tra i Paesi che ne hanno più strenuamente difeso l’usanza, però, le radici del rituale del tè risalgono a ben oltre la compianta regina Elisabetta. Anzi, si tratta di una tradizione che – con le sue decine di applicazioni e varianti – accumuna tutti i popoli del mondo, fin dall’alba dei tempi.
Per avere un’idea della sua antichità, infatti, basti considerare che gli storici fanno risalire le origini del tè al III secolo, quando – nella Cina meridionale – si diffuse l’uso di consumare uno speciale infuso di foglie cotte al vapore, riso, sale, latte e diverse altre spezie, tra cui zenzero e arancia. La leggenda narra che l’idea nacque per caso, quando all’imperatore Shen Nung – nel lontano 2737 – cadde accidentalmente una foglia di tè in una tazza d’acqua bollente. Resosi subito conto del particolare aroma rilasciato dalla foglia, Shen Nung decise dunque di promuovere la bevanda, che divenne presto protagonista di un elaborato rituale, chiamato Gongfu Cha.
Proprio come il suo corrispettivo inglese (di molto successivo), infatti, si trattava di una procedura vincolata a regole a dir poco ferree: per prima cosa si riempiva la teiera di foglie di tè per metà della sua capienza, poi si versava lentamente l’acqua calda e infine, dopo aver atteso qualche istante, si gettava l’infusione su un vassoio di legno, che confluiva in un serbatoio. Solo una volta ammorbidite le foglie, quindi, si versava il tè il piccolissime tazze, e lo si sorseggiava come fosse un liquore.
Il rituale del tè tra storia e popoli: una tradizione millenaria
Sopravvissuto a secoli di storia ed evoluzione, oggi il tè appare decisamente diverso da quello di Shen Nung. Imbottigliato, preconfezionato e spesso banalizzato, nel ventunesimo secolo esso ha perso gran parte dell’artificiosità che in passato ne contraddistingueva il consumo. Tuttavia, restando saldamente in cima alla lista delle bevande più consumate al mondo, il tè rimane simbolo di tradizione e ospitalità in diverse zone del mondo, ormai roccaforti isolate delle antiche cerimonie di un tempo.
Come abbiamo già avuto modo di ricordare, tra queste ultime la più nota è di certo la Gran Bretagna. Forse il più conosciuto tra i rituali legati all’infuso, – quella del tè delle cinque – è di certo la tradizione più popolare in Inghilterra, dove – in media – si bevono circa 120 milioni di tazze di tè ogni giorno. Introdotto attorno al XVII secolo e reso imprescindibile dalla duchessa di Bedford nel XIX, l’afternoon tea è tutt’oggi una vera e propria istituzione, che coinvolge tanto i reali quanto ciascun cittadino della Corona. Ciononostante, sarebbe miope pensare che quello inglese sia l’unica tradizione rimasta in voga nel mondo.
Il rito del tè sopravvive tanto in Oriente quanto in Occidente
In Giappone, per esempio, sopravvive la Cha no yu, una cerimonia tramandatasi di generazione in generazione secondo la regola dettata da Sen no Rikyu, famoso maestro del tè con ispirazione buddista-zen. I concetti di armonia, rispetto e purezza sono poi comuni anche al rituale del tè marocchino, chiamato Atay Naa Naa, parte imprescindibile della cultura dell’ospitalità africana: addolcito da zucchero e foglie di menta, in Marocco il tè è la prima forma di accoglienza e viene versato in piccole tazzine in vetro, muovendo verso l’alto la teiera e disegnando parabole quasi acrobatiche, al fine di creare una leggera schiuma in superficie.
Altrettanto importante è il tè in Tibet, dove il Po Cha – il tè nero di Pemagul – viene servito con burro di yak, sale e latte per incanalare le energie necessarie a vivere in condizioni estreme, nella morsa gelida dell’Himalaya. Infine, mentre in India si beve il chai con cannella e cardamomo e in Turchia si sorseggia il fortissimo çay, in Sudamerica si preferisce il cosiddetto mate de coca, ricavato direttamente dalle foglie di coca e bevuto caldissimo, come rimedio all’altura delle Ande. Tutte declinazioni di un rituale sacro e antichissimo, che sopravvive a dispetto del tempo nelle sue forme tradizionali.
Come ricreare il rito del tè in Italia: i migliori alberghi in cui risvegliare la tradizione
Nonostante si mantenga vivo in molte zone del globo, è inutile sottolineare come in Italia, invece, il rito del tè sia solo un ricordo. In un mondo che sembra puntare sempre e solo al futuro, accelerato da un progresso inarrestabile, è però bello prendersi del tempo per rispolverare le tradizioni che hanno fatto la nostra storia. Per chi volesse ricreare la cerimonia del tè nella propria città, trascorrendo qualche ora di relax tra porcellane e servizi impeccabili, quindi, ricordiamo che alcuni alberghi di lusso e i palazzi storici italiani offrono questa la possibilità di prendere un tè in pieno stile The Crown, in sale magnificamente arredate. Ecco qualche suggerimento.
- Palazzo Parigi di Milano – Offre un’elegante sala da té, dove vengono serviti anche dolci, spuntini e aperitivi. Il servizio rispetta perfettamente la cerimoniosità delle tradizioni passate.
- Hotel St. Regis di Roma – Collocato al numero 3 di via Vittorio Emanuele Orlando, questo albergo romano apre le porte agli amanti del tè ogni giorno dalle 16 alle 18, mettendo a disposizione un’ampia selezione di infusi pregiati.
- Hotel Metropole di Venezia – Passeggiare lungo i canali della laguna è un’esperienza capace di far viaggiare nel tempo, ma se siete in cerca di un boudoir in grado di trasportarvi in un altro mondo, i saloni dallo sfarzo esotico dell’Hotel Metropole, a pochi passi da Piazza San Marco fanno al caso vostro.
- Four Seasons di Firenze – Infine, come non ricordare l’Atrium Bar di questo storico albergo di Borgo Punti: il suo impareggiabile salotto da té vi farà sentire in Inghilterra grazie ad infusi pregiati, scones e dolcetti tipici dell’afternoon tea britannico.