Il mondo del cinema la ricorderà spensierata e bellissima, nei ruoli che l’hanno consacrata a icona degli anni Ottanta, ma la sitcom Cin-Cin (Cheers), il film Senti chi parla e la parte in Star Trek II non sono che alcune delle tappe della carriera di Kirstie Alley. Attrice indimenticabile, madre di famiglia e due volte vincitrice di un Emmy, Kirstie è stata protagonista di una biografia a dir poco turbolenta, fatta di incantevoli alti ma anche di bassi decisamente bui. Si è spenta poche ore fa, a 71 anni, nella giornata di lunedì 5 dicembre, circondata dall’amore dei suoi cari. Oltre a loro, a piangerla c’è un’intera generazione di cinefili, che la ricorderà sempre per la sua immarcescibile forza e per la sua carriera strepitosa.
La vera storia di Kirstie Alley, tra dolori e rinascite
Per molti Kirstie Louise Alley altro non era che l’ennesimo bel volto della TV dei tardi anni Ottanta, protagonista di sit-com e film e famosa per la sua bellezza magnetica. In realtà, però, sotto il sorriso dell’attrice si nascondeva una storia decisamente più complessa, oltre che una biografia travagliata da continui dolori e cadute.
Classe 1951, Kirstie è nata a Wichita, in Kansas, da una famiglia metodista, cioè aderente a una particolare espressione del protestantesimo, noto per il rigorismo etico e l’intransigenza evangelica. La sua, inevitabilmente, fu una giovinezza turbolenta, peggiorata dal fatto che – nel 1981 – sua madre, Lillian Mickie, rimase uccisa in un incidente stradale causato da un pirata della strada, annebbiato dall’alcool. Abbandonati gli studi che nel frattempo aveva iniziato presso l’Università del Kansas, la giovane Kirstie decise così di reinventarsi e trovare sé stessa sul palcoscenico, iniziando la sua carriera da attrice. Ciononostante, il destino sembrava aver deciso di non renderle le cose facili.
Provino dopo provino, Kirstie si vide rifiutare una parte dopo l’altra e – a ogni no – la sua sicurezza vacillava sempre di più. Passati diversi anni senza fortuna, poi, anche il suo fidanzatino del liceo Bob Alley – nel frattempo diventato suo marito – decise di abbandonarla. Quest’ultimo, durissimo colpo le fu quasi fatale: sola, spaventata e frustata dallo scarso riconoscimento professionale, Kirstie si abbandonò così agli eccessi, in cerca di un’anestesia al suo disagio: la cocaina e l’alcool saranno a lungo il suo unico conforto.
La carriera nel cinema, il successo, i premi
La dipendenza è un baratro in cui è estremamente facile scivolare, ma dal quale è di gran lunga più difficile uscire. Eppure, dopo esserne stata a lungo prigioniera, Kirstie Alley ci è riuscita. Rinata dalle sue stesse ceneri come l’araba fenice, verso la fine degli anni Settanta l’attrice esce dal tunnel della droga e – disintossicata – riaffronta i riflettori con caparbietà ancora maggiore. La sua perseveranza, questa volta, viene finalmente premiata. Dopo le prime apparizioni in alcuni quiz televisivi, infatti, arriva il primo vero ruolo cinematografico: il tenente Saavik, in Star Trek II – L’ira di Khan, secondo episodio del franchise. È l’occasione della vita che stava aspettando: il ruolo le apre diverse porte, proiettandola nel mondo della TV e del cinema, nel quale viene finalmente ammessa.
Al suo debutto in Star Trek, infatti, seguiranno diversi altri film – per citarne alcuni, One more chance, Blind date e Runaway, dove recita al fianco di Tom Selleck. Tuttavia, la vera svolta nella carriera di Alley arriverà sul piccolo schermo: dopo aver partecipato a piccole produzioni come Nord e Sud, infatti, arriva la parte che darà una svolta alla sua carriera: Rebecca Howe, una delle protagoniste della sit-com Cin-Cin (Cheers), in seguito diventata un cult. La sua interpretazione conquista subito il pubblico e le vale diversi riconoscimenti, tra cui un Emmy e un Golden Globe.
Rilanciata dal successo della serie e dai premi ricevuti, Kirstie riparte alla ribalta, mentre la sua agenda torna a infittirsi di appuntamenti e provini. Negli anni successivi si susseguono diverse sue apparizioni cinematografiche in commedie e film di successo – uno su tutti, Senti chi parla con John Travolta – mentre il matrimonio con il suo secondo marito, l’attore Parker Stevenson, sembra mantenersi saldo.
… e la ricaduta
Sfortunatamente, però, le montagne russe della biografia di Kirstie Alley avevano in serbo per lei un ulteriore colpo gobbo. In seguito a un aborto spontaneo, la coppia fu costretta ad affrontare un nuovo periodo di crisi, arginato inizialmente con l’adozione di William e Lylia, i due figli dell’attrice. Ma il seme della depressione aveva già messo nuove radici in Kirstie: richiamata alla dipendenza, Alley stavolta sviluppa anche una serie di disturbi alimentari, che la portano a superare i cento chili. Annientata dalle droghe e dalla bulimia, sarà costretta a sottoporsi ancora una volta a riabilitazione.
L’ultima battaglia di Kirstie Alley: il cancro e la morte a 71 anni
Dopo l’ennesimo rehab e la riconquista della forma fisica, Kirstie aveva da poco ritrovato la serenità. Ricongiunta con i figli, che la ricordano come una madre esemplare, negli ultimi anni aveva trovato conforto nella Chiesa di Scientology e aveva iniziato una nuova fase della sua vita, lontana dai riflettori. Ma la vita aveva un’ultima sfida in serbo per lei.
«Siamo rattristati – hanno annunciato pubblicamente i suoi due figli, William e Lylia – di informarvi che la nostra incredibile, fiera e amorevole mamma ci ha lasciati dopo una battaglia con il cancro, scoperto solo di recente. […] È stata circondata dai familiari più stretti e ha combattuto con grande forza, lasciandoci la certezza della sua infinita gioia di vivere qualsiasi cosa sarebbe successo. È stata iconica sullo schermo così come è stata una madre e una nonna meravigliosa.»
Tra i molti messaggi di cordoglio espressi dall’intera community del mondo dello spettacolo, spicca il commento di John Travolta, ex collega e amico di Kirstie Alley.
«Kirstie è stata una delle migliori persone che abbia mai conosciuto. Ti voglio bene, so che ci rivedremo ancora».
La ricordiamo così, augurandoci la stessa cosa.