Si sa, l’ideale della famiglia eterosessuale nucleare, formata da una coppia sposata e dai loro figli legittimi, è oggi quanto mai anacronistica. Genitori single, omosessuali, trans, conviventi, neo mamme e papà over 50: nel 2022 (tra poco 2023) il nucleo familiare si è evoluto seguendo le maree del progresso della società, arrivando ad avere un unico – e necessario – minimo comune denominatore: l’amore. Ma che succede se la maggior parte degli abitanti di una città l’amore non l’ha mai trovato? È quello che succede a Milano, non più e non solo capitale lombarda, ma capitale dei single.
Milan l’è un gran Milan… ma non per chi vuole costruirsi una famiglia
Famosa come la città italiana della moda, dell’editoria e delle possibilità, il capoluogo meneghino ha da poco reso noto un nuovo primato, di cui però si può andare meno fieri. A confermalo sono stati i dati rinvenuti in un’analisi demografica, che hanno evidenziato chiaramente come Milano sia a tutti gli effetti la capitale italiana dei single. Secondo il rapporto, infatti, negli ultimi due decenni la presenza di nuclei familiari “unipersonali” – e cioè composti da una sola persona – è aumentata esponenzialmente, raggiungendo e superando il 47% della popolazione. Una crescita notevole, ma non improvvisa: già nel 2014, si rivelava un aumento delle persone socialmente sole, registrando un aumento del 34% nella precedente decade.
Quasi nove anni dopo, la situazione non è cambiata. Anzi… L’allarmante conclusione che ne emerge è che oggi un milanese su quattro è single. A ciò, infine, si aggiunge una preoccupante salita nelle percentuali dedicate agli anziani, perennemente in crescita. La stessa indagine che ha incoronato Milano “capitale italiana dei single”, infatti, ha svelato anche che gli over65 sono aumentati del 6.5% negli ultimi anni riducendo ancora di più lo spazio riservato alle famiglie nel tessuto sociale milanese.
Milano, metropoli dei cuori solitari: perché ci sono più single che famiglie?
Come abbiamo già avuto modo di accennare, la rivelazione dei dati demografici milanese non ha fatto altro che confermare un andazzo che già da anni portava la città verso derive solitarie. Tuttavia, è lecito chiedersi: perché questa impennata di single? È sintomo della più selettiva (e cinica) società moderna o è solo un risvolto della crescita urbanistica del capoluogo lombardo? C’è chi si chiede se l’Expo, la ristrutturazione del centro e la modernizzazione della città stanno facendo di Milano la New York italiana, sul modello Sex and the City.
La percentuale dominante di single è la conferma ultima che ormai Milano si è guadagnata a tutti gli effetti il titolo di metropoli?
Non è certo da escludersi. Ritmi frenetici, corse tra metro e tram, orari di lavoro impossibili e affitti esorbitanti per pochi metri quadrati in centro non si adattano di certo al benessere di una famiglia con bambini. Al contrario, calzano perfettamente per studenti fuori sede, giovani in carriera, divorziati che vogliono rimettersi in gioco e ricominciare. In una parola chiave: single. Non a caso, nel Nord Italia l’uso maggiore delle app di dating avviene proprio a Milano, come in tutte le altre grandi città. Ne sono un esempio – appunto – New York o le più vicine Parigi, Berlino e Londra, anch’esse patria di appuntamenti sempre più smart e sempre meno impegnativi. Ma, anche rimanendo entro i confini della penisola, le conferme non mancano: a Roma, per esempio, la percentuale dei single si aggira attorno al 40%.
Poi, ovviamente, ci sono anche gli strascichi sociali della pandemia da mettere sul piatto della bilancia. «Il documento è frutto di un percorso di ascolto e confronto durato mesi, che ha portato, appunto, a varare il primo piano post-pandemia, e tiene conto dello shock provocato dal Covid», ha infatti sottolineato l’assessore al Welfare Lamberto Bertolé. «Ha dunque l’obiettivo di porre le basi per la definizione di un nuovo welfare, più adatto alle nuove esigenze sociali» in una Milano «in cui le persone vivono sempre più a lungo e sono purtroppo sempre più sole».
Lavoro, social network, distanza sociale, smart working, app di incontri di una notte: forse i nuovi capisaldi della modernità ci stanno allontanando, spingendoci a sacrificare i veri legami affettivi nel nome della leggerezza e dell’occasionalità. Ma se non abbiamo più tempo (né voglia) per l’amore, per metterci in gioco per qualcosa di più di un match su Tinder, come andrà a finire? Che ne sarà di Milano?