Gli occhiali da sole hanno fatto, e fanno ancora oggi, la storia del cinema, soprattutto quelli mostrati in film noti. Possono trasformarsi in oggetti iconici, protagonisti quasi al pari degli attori che li indossano e che contribuiscono alla loro fama. Cinema e moda, spesso vanno di pari passo, attingono l’uno dall’altra creando tendenze che, con il tempo, si trasformano in storia, in leggenda. Gli occhiali nei film, come gli abiti di scena, caratterizzano un personaggio, gli conferiscono uno stile, un’identificazione unica. Non solo sono accessori ma parte della narrazione inscindibili dalla pellicola cinematografica. Indimenticabili i raffinati occhiali da sole sfoggiati da Audrey Hepburn nel 1961 in “Colazione da Tiffany” e il più recente modello a goccia, Ray Ban Aviator di Maverick interpretato da Tom Cruise in “Top Gun”, montatura diventata un classico evergreen.

Cinema e moda: sodalizio iconico

In molti casi, gli occhiali da sole nei film entrano nell’immaginario collettivo, proprio come la moda, rappresentando un elemento senza il quale il personaggio che li calza risulta spogliato della sua personalità. Si pensi a Keanu Reeves – Neo, protagonista della trilogia cyberpunk “Matrix” di fine anni Novanta, a Trinity, Morpheus, a tutti gli altri personaggi e ai loro occhiali minimal dal look futurista e misterioso.

Occhiali da sole nel cinema Colazione da Tiffany Life&People Magazine

Secondo alcune teorie che la rete offre in merito a Matrix, gli occhiali da sole non sarebbero esclusivamente una caratterizzazione di determinate figure ma un modo intrinseco di distinguere i personaggi consci della realtà digitale rispetto agli altri che la ignorano, fatte salve alcune eccezioni. Ad ogni modo, oggi nessuno penserebbe a Neo senza i suoi occhiali scuri. Una nota va dedicata alla figura di Morpheus, l’unico a indossare occhiali privi di aste. Si tratta di pince nez, di solito usati per la lettura, con una clip per il naso a cui si appoggiano.

Occhiali da sole nel cinema Harry Potter Life&People Magazine

Accessori che diventano protagonisti del grande schermo

L’indimenticabile John Belushi, col suo piglio accigliato, in “The Blues Brothers” passa alla storia cinematografica mostrandosi al mondo con una montatura che ricorda quella Ray Ban Wayfarer. L’azienda, sull’onda del successo del film, proprio mentre miete l’idea di abbandonare la produzione di Wayfarer, – fino ad allora di scarso successo -, viene presa d’”assalto” dal pubblico desideroso di imitare Belushi. Quest’ultimo funge da involontario volano per tali occhiali che spopolano sul mercato. Il design eyewear di Wayfarer all’epoca è innovativo perché si allontanava nettamente da quelli più diffusi e apprezzati, sebbene i primi modelli presentino una pronunciata forma a occhio di lince per risultare più decisi.

 Life&People MagazineAncora Ray Ban che, in tal caso propone i suoi Wayfarer a Tom Cruise nel film “Risky Business” e il modello Balorama a Jim Carrey in “Ace Ventura” associando così il suo brand al cinema in maniera definitiva. L’elegantissimo e imperturbabile James Bond, a cui presta il volto Daniel Craig, mostra occhiali da sole firmati da Tom Ford, noto stilista e regista statunitense.

Non solo occhiali da sole nei film

anche quelli da vista riscuotono un enorme successo e, tramite il grande schermo, diventano oggetto di culto, oltre che necessari per la visione. Accade per il modello di occhiali da vista, ormai famoso ed emulato, cat eye indossato da Marilyn Monroe nel film “Come sposare un milionario” degli anni Cinquanta. Seducente, vezzoso, femminile, da allora è associato alla diva hollywoodiana e rappresenta un design intramontabile. Accade anche per il più moderno personaggio di Harry Potter. Il giovane mago della saga di Joanne Rowling indossa occhialini rotondi, semplici, che ormai sono associati a lui in tutto il mondo. Non è però l’unico eroe ad indossare occhiali.

Prima di lui Clark Kent, alias Christopher Reeve, sfoggia occhiali da vista che, nella finzione cinematografica, servono a differenziarlo da Superman unico travestimento per il modesto Clark per non rendersi riconoscibile rispetto al suo invincibile alter ego. In realtà, nonostante i fans ancora si chiedano come sia possibile nascondere la vera identità del personaggio solo dietro un paio di occhiali, la soluzione è fornita dai fumetti DC Comics. In questo caso gli occhiali, le cui lenti sono costruite con cristalli alieni, schermano i poteri, ancora non controllabili di Clark evitando che, tramite raggi di calore emanati involontariamente dagli occhi, possa ferire i comuni mortali. La conclusione di questa breve carrellata riguarda “La casa di carta”,  – serie tv Netflix del 2017 – dall’enorme risonanza mediatica mondiale; uno dei cui personaggi chiave, il professor Sergio, non rinuncia ai suoi occhiali da vista Persol.

Leggi anche Moda e televisione: un paradosso tutto italiano

Condividi sui social