Poche cose filtrano tra loro come i film e la moda. Due elementi che, ormai da diversi anni, si influenzano tra loro, creando costantemente tendenze, alcune di queste durate nel corso degli anni. Quante volte ci ricordiamo di una pellicola anche soltanto per una scena, o proprio per un abito ripreso in un determinato modo? Passiamo allora in rassegna sei film (uno per decennio a partire dagli anni Sessanta) più uno bonus in cui il connubio tra le due arti ha dato il meglio di sé, generando hype, consensi e trend. 

Film e moda Life&People Magazine

  • Colazione da Tiffany

Partiamo da un super classico che, per quanto scontato, non può certamente non rientrare nella lista. Nel film di Black Edwards datato 1961 infatti spicca una meravigliosa Audrey Hepburn, ritratta in più riprese con degli abiti poi entrati di diritto nel guardaroba di tutti. Stiamo parlando ad esempio del celeberrimo little black dress di Givenchy, dei mitici occhialoni oversize oltre che del tipo di acconiciatura. Un look entrato di diritto nella storia della moda e del cinema, ancora oggi moderno.

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  • Io e Annie

Non è la prima pellicola che viene in mente quando si parla del rapporto tra moda e cinema; eppure il carattere della fantastica Annie interpretata da Diane Keaton ha fatto molto più scuola di quanto si possa pensare, contribuendo a sdoganare nei lontani anni Settanta un tipo di femminilità insolita e a tinte androgine, complici l’uso di pantaloni larghi, cravatte, cappelli e camice oversize, utili a presentare a meglio il conturbante carattere del personaggio nel lavoro di Woody Allen, descritto non a caso come una giovane donna intraprendente e soprattutto indipendente.

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  • Risky Business

I più attenti si ricorderanno di questo film dei primi anni Ottanta firmato da Paul Brickman per l’iconica scena di Tom Cruise che balla in soggiorno con indosso solo camicia, mutande e calzini. Eppure il prodotto audiovisivo è noto anche per aver di fatto lanciato nel mainstream gli occhiali ray-ban, presenti praticamente per tutta la durata della pellicola nel viso dell’attore e divenuti poi un vero e proprio oggetto di culto. Cruise dunque involontariamente diede linfa vitale all’azienda, all’epoca alle prese con dei riscontri in termini di vendita non esattamente soddisfacenti. Una bella storia.

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  • La morte ti fa bella

Perla incastonata del cinema degli anni 90, “La morte ti fa bella” di Robert Zemechis ha fatto divertire il mondo intero grazie al suo stile irriverente e dissacrante oltre che alla davvero esilarante performance delle due protagoniste Meryl Streep e Goldie Hawn. Seppur nello storytelling mainstream non siano sempre citati, gli abiti scintillanti utilizzati nelle riprese furono poi oggetto di ispirazione per tantissimi designer nei tempi successivi: tra i capi più ammirati spicca sicuramente il bustier in chiffon rosso indossato da Hawn impreziosito da una scollatura a cuore e spacco da brividi.

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  • Chicago

I primi anni del nuovo millennio, come sappiamo, cinematograficamente parlando sono stati contrassegnati dal revival del musical, ritornato prepotentemente in auge prima con “Mouline Rouge!” nel 2001 e, successivamente, con “Chicago”, pellicola del 2002 girata da Rob Marshall con un cast d’élite formato da Catherine Zeta Jones, Richard Gere e Renée Zellweger che ha letteralmente fatto esplodere per diverso periodo la moda anni venti, con acconciature e lustrini tipici delle atmosfere da Charleston che avvolgono il film.

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  • Crudelia

Chiudiamo la carrellata citando l’ultimo grande film hollywoodiano che ha avuto un impatto rilevante nella moda, ovvero “Crudelia” di Craig Gillespie, con protagonista una Emma Stone in grande spolvero, splendida sullo schermo con un look di chiara ispirazione agli anni Settanta filo- punk che schiaccia l’occhio a Vivienne Westwood e, in parte, anche alla maison Dior.

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  • Il Diavolo veste Prada

Inseriamo come bonus un vero e proprio cult per gli amanti della moda a tutto tondo, sia per i semplici appassionati che per gli addetti ai lavori: ebbene sì, “Il Diavolo veste Prada” di David Frankel è entrato prepotentemente nell’immaginario collettivo. Una produzione in cui è stato speso più di un milione di dollari in abiti e ad oggi continua a fare tendenza dopo più di quindici anni grazie a cappotti, perle e tweed.

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