Il mese di novembre si apre con due festività che si susseguono. Primo novembre giorno di Ognissanti, due novembre giorno dei morti, festa in cui si celebrano i defunti con riti e tradizioni ad hoc. Ma qual è il significato del giorno dei morti? Da dove nasce questa celebrazione? Come viene recepita nel resto del mondo? E soprattutto, per quale motivo nel calendario non è segnato con colore rosso?
Una tradizione millenaria
Secondo gli studi, la Chiesa festeggia i defunti già dai tempi del medioevo. A quel tempo si optava come giorno la domenica precedente all’inizio per periodo di quaresima, quindi tra la fine del mese di gennaio e l’inizio di febbraio. Risale invece al 998 il rito che conosciamo oggi, nato dalla decisione dell’abate benedettino di Cluny che decise di far suonare le campane funebri dopo i vespri del primo novembre, offrendo l’eucarestia pro requie omnium defunctorum. La celebrazione, prima eseguita dalla Chiesa latina, diventa nel XIX secolo riconosciuta in toto anche dalla Chiesa Cattolica ma non dalla Stato Italiano, che ha accolto come giorno festivo solo l’1 novembre.
In questa giornata dunque la Chiesa ricorda tutti i defunti, motivo per cui i cimiteri svolgono delle ore straordinarie di apertura proprio per permettere ai numerosi parenti di visitare i propri cari. La tradizione vuole che i visitatori portino dei fiori sulle tombe, in particolar modo il crisantemo che, non a caso, sboccia proprio in questo periodo. Proprio il Crisantemo, in Italia ricopre un significato molto diverso rispetto al resto del mondo: “Crisantemo”, dal greco khrysánthemon, significa infatti letteralmente “fiore d’oro” e, in altri Paesi, rappresenta un vero e proprio simbolo di vita, pace e forza. In Oriente, in particolare in Giappone, è il fiore più popolare, usato soprattutto per le nozze: una piccola curiosità che evidenzia le tante differenze nel mondo.
La tradizione culinaria e la gioia dei più piccoli
Grandi protagonisti del giorno dei morti sono certamente anche i dolci che, come spesso accade nel nostro Paese, si differiscono da regione a regione o addirittura anche all’interno delle stesse. Solitamente, rispettando le ragioni del folklore, sono realizzati e poi lasciati in casa nella notte tra 1 e il 2 in una tavola imbandita proprio per dare il benvenuto agli spiriti dei defunti, caratteristica per certi versi simili ad alcune usanze di Halloween.
Tra i dolci più comuni ci sono i biscotti che ricordano in qualche modo la forma delle ossa o le dita delle mani (chiamati ad esempio fave dei morti o ossa d’mort); ma al sud il simbolo più rappresentativo è certamente la coloratissima frutta di Martorana, di consistenza simile al marzapane, celebre per riprodurre fedelmente frutta, ortaggi, pesci o altri alimenti tipici del luogo in cui vengono prodotti. Sempre in alcune zone del Sud Italia ancora oggi si è soliti fare dei regali ai bambini, “donati” proprio dai morti: una vera e propria anticipazione del Natale.
Il giorno dei morti nel mondo: due esempi
Tendenzialmente tutte le tradizioni legate al giorno dei Morti nel resto del mondo si presentano in modo coloratissimo e pregno di gioia. La celebrazione più importante in assoluto in tal senso è il celeberrimo Dìa de los muertos del Messico, diventata patrimonio UNESCO nel 2003. Si tratta di un rito molto lungo che va dal 25 ottobre al 4 novembre: ad ogni giornata corrisponde la celebrazione di una determinata “categoria” (il 1 novembre è per esempio dedicato ai bambini): in questa occasione le città messicane (ma anche di altri Paesi del Sud America) si accendono di colori, con altari pieni di fiori e tante offerte di cibo: la tradizione vuole che i cittadini sfilino in strada con make up e travestimento che rimandi al mondo degli scheletri accompagnato da musica e balli.
Un approccio completamente diverso è infine quello orientale: in Cina – ad esempio – è molto famosa la cosiddetta Festa degli antenati, festeggiata il 4 e il 5 aprile di ogni anno: in questi due giorni si portano varie offerte al defunto, anche in somme di denaro, poi puntualmente bruciate così da farle “arrivare materialmente” proprio allo spirito del morto: una sorta di passaggio spirituale davvero affascinante.
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