Uno dei leitmotiv che ispirano o guidano la pianificazione di un viaggio è la scoperta di cantine o luoghi legati al vino. Non a caso, il patrimonio enogastronomico italiano è senza dubbio un forte motore di attrattiva turistica. Da secoli protagonista di momenti di convivialità e condivisione, infatti, il vino ha sempre una storia da raccontare, oltre che legami profondi con popoli, tradizioni e territori. Ma quanto vale, di preciso, l’enoturismo in Italia? A rispondere alla domanda ci ha pensato la sesta Conferenza Mondiale dall’Unwto, l’agenzia del turismo dell’Onu, conclusasi ieri 21 settembre 2022 ad Alba. L’evento ha ben fotografato la preziosa nicchia dell’universo vino, mai facile e proprio per questo intrigante, e ne ha tratto considerazioni preziose.
Quanto vale l’enoturismo in Italia? Il Forum Mondiale ad Alba svela i dati
Il Forum Mondiale dell’Enoturismo si è inaugurato lo scorso lunedì 19 settembre e si è conclusa ieri, 21 settembre, dopo aver sviscerato tutti gli aspetti della dicotomia vino-turismo. Giunta alla sua VI edizione, la conferenza organizzata dall’Unwto (l’agenzia del turismo dell’Onu), dal ministero del turismo e dall’Enit, aveva infatti come obiettivo quello di stabilire quanto vale l’enoturismo nel nostro Paese e all’estero. Uno splendido debutto per l’Italia, nel contesto di un evento di così importante rilevanza internazionale. Il tutto in una cornice d’eccezione: il sipario si è sollevato in una delle mete predilette dai wine addicted: Alba, incantevole località avvolta dai colori pastello delle Langhe del Roero. Ma – persino più dei colori e degli odori – sono i dati a raccontare al meglio questo successo tutto italiano, collocando il nostro Paese sul tetto d’Europa per i numeri del settore. Ecco i dati ufficiali.
L’enoturismo italiano tocca i 2,5 miliardi l’anno: ecco quanto vale il binomio vino-territorio
Stando a quanto emerso durante la Conferenza, infatti, l’enoturismo vale ben 2,5 miliardi di euro. Secondo le stime degli esperti, quindi, sono circa 14 milioni di turisti legati al settore. Il che implica che – dei circa 28 milioni di italiani in vacanza nei mesi estivi dell’estate 2022 – quasi il 40% di loro ha prediletto viaggi di natura enogastronomica, scegliendo destinazioni a tema e spendendo gran parte del budget tra vino e cibarie. Per di più, l’Italia si colloca tra i leader europei per prodotti certificati: tra gli 844 totali, ben 526 sono legati alle aziende vinicole. Inoltre, il vino detiene il titolo di prodotto italiano più esportato all’estero: anche le stesse esportazioni vinicole raggiungono cifre milionarie.
Dopotutto, le nostre etichette sono forti della loro eredità italiana. La voce del vino è un canto risoluto che insegna ad avere pazienza: l’uva quando inizia il suo viaggio, insegna che il vero lavoro è saper attendere, c’è bisogno di tempo per esprimere l’armonia totale. Il vino ha un anima che vive, capace di concedere rivelazioni. Le annate rivelano la loro struttura, con una grazia che si preannuncia al palato, tutta da scoprire al loro incedere. «Dietro una bottiglia di vino si vende tutto un territorio e la bellezza delle nostre terre», concorda il Ministro del turismo, Massimo Garavaglia. «Non per niente tutti i territori a forte vocazione enogastronomica sono anche patrimonio dell’Unesco, dalle Langhe alle Cinque Terre».
L’enoturismo e le eccellenze italiane: vino, arte e territorio
A dare importanza all’enoturismo e alla valorizzazione delle mete enogastronomiche del territorio, c’è inoltre la spiccata compatibilità del tema del vino rispetto alle altre eccellenze italiane. Primo tra tutti, per esempio, binomio vino-arte: un’accoppiata che talvolta ha dato vita a sviluppi internazionali, come nel caso delle iconiche cantine Ceretto. «È un settore che si collega splendidamente non solo alla sostenibilità e all’innovazione», ha specificato infatti Roberta Garibaldi, amministratrice delegata dell’Enit. «Ma anche anche all’arte e all’archeologia, come succede a Pompei, all’architettura e al design, alla Land Art, al turismo urbano». Da non dimenticare, infine, che il nostro Paese è leader in Europa per numero di Musei del Gusto: in suolo italiano ne sorgono ben 129, contro i 107 della Spagna e i soli 88 della Francia.
Enoturismo e sostenibilità
La Conferenza di Alba è stata inoltre occasione per riflettere sulle possibilità e le prospettive che l’enoturismo – come ogni altra forma di turismo – deve porsi per un domani migliore. Oggi più che mai, infatti, all’indomani di una pandemia che ha accelerato i processi evolutivi già in atto del mondo sociale e lavorativo, in cima alla lista degli obiettivi per il futuro c’è quello di trovare una rinnovata e vincente ricetta che possa proiettare a un turismo più sostenibile.
«Il turismo rurale è la chiave del turismo sostenibile e anche dell’innovazione, non solo per i luoghi meno visitati di ciascun Paese ma in generale in tutti i territori del mondo»,
ha infatti chiarito Alessandra Priante, direttore Europa dell’Unwto, insieme a ben 30 speaker e 8 ministri che sono intervenuti sul tema.
«Questo tipo di turismo è importante anche per la risoluzione dei problemi del turismo che si stanno avendo in tutto il mondo: il rincaro dei costi, la vicinanza della guerra e la questione della mancanza di personale».
I numeri dell’estate 2022: il turismo in Italia è vicino alla ripartenza post-Covid?
Vagliati obiettivi e buoni auspici per il futuro dell’enoturismo, i partecipanti della Conferenza di Alba si sono poi dedicati all’analisi dei dati registrati dal Ministero del Turismo nel corso dell’estate 2022. E, dopo due anni bui tenuti saldamente al guinzaglio dalla pandemia, sembra che una nuova luce si stia aprendo sul turismo italiano.
«I dati parziali ci dicono che in tantissime realtà sono stati superati i numeri del 2019, una cosa particolarmente rilevante visto che nei primi 4 mesi dell’anno c’erano ancora restrizioni e così anche nel periodo pasquale»,
ha spiegato il Ministro del Turismo Garavaglia, concludendo con una nota di speranza il Forum.
Ma non ci accontentiamo e vogliamo che non sia solo un rimbalzo, ma un punto di partenza per una crescita stabile perché l’Italia merita di conquistare quote di mercato ulteriori. Il ministero del Turismo è stato istituito dal governo Draghi ed è stata un’ottima intuizione. Sono convinto che resterà anche nel prossimo governo e anzi sarà ancora più forte, perché si è capito che il turismo è un settore strategico. Non a caso il Pil cresce grazie al settore dei servizi.