24 giugno 2022; 112° anniversario dell’Alfa Romeo, marchio fondato nel 1910 grazie a un gruppo di finanzieri lombardi diventato nel corso del tempo un vero e proprio culto per tutti gli appassionati delle quattro ruote. Festeggiamo il compleanno del brand ripercorrendo in breve la straordinaria e avvincente storia del Biscione.

Storia Alfa Romeo Life&People Magazine

Un inizio complicato

La storia del Biscione inizia grazie a Pierre Alexandre Darrac, noto imprenditore francese in possesso di una fabbrica di biciclette a Bordeaux prima di avere una vera e propria folgorazione per le automobili, con cui riesce fin da subito a fare fortuna in Patria, tanto da espandersi anche all’estero. Darrac esporta dunque le sue auto prima in Inghilterra, approdando successivamente nel 1906 a Napoli. Una città all’epoca mal collegata con il territorio d’Oltralpe. Un problema che lo costringe di fatto a traferirsi poi più al nord, a Milano, al numero 95 di Strada Portello. Ma anche nella nuova location il mercato stenta a decollare, complici anche le pretese della clientela italiana, non convinta dalle macchine targate Darraq, piccole e non particolarmente soddisfacenti in termini di potenza. Tutte complicazioni che porteranno l’azienda ad andare in liquidazione nel 1909.

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La svolta con Ugo Stella e la 24 HP

A rilevare il marchio fu dunque un collettivo di imprenditori lombardi capitanati dal cavalier Ugo Stella, il quale muta il nome in ALFA (acronimo di Anonima Lombarda Fabbrica Automobili). Dopo pochi mesi fu quindi brevettato e lanciato sul mercato il primo modello, l’ALFA 24 HP, creata dall’appassionato geometra Giuseppe Merosi. L’auto riscosse fin da subito un successo importante in quanto molto più vicina ai gusti degli italiani (potenza ed estetica) rispetto alle Darraq. Un mezzo dotato di un motore monoblocco, 4 litri di cilindrata, 4 cilindri e quarantadue cavalli di potenza, una macchina moto costosa, curata in ogni dettaglio, e in grado raggiungere i 100 km orari, dunque capace di rappresentare già i due tratti distintivi del marchio: l’eleganza e la sportività.

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La vendita a Nicola Romeo

Se prima dello scoppio del primo conflitto mondiale le vendite aumentarono in modo sensibile, con l’entrata effettiva in guerra da parte dell’Italia l’azienda entra in una crisi profonda, in quanto impossibilitata a convertirsi alla produzione bellica. Fu allora in quel momento che si decise di vendere l‘ALFA alla Banca Italiana di Sconto, la quale scelse come acquirente Nicola Romeo che cominciò la sua attività producendo appunto elementi necessari alla guerra, tornando alle automobili soltanto al termine del conflitto modificando il nome della casa in quell’Alfa Romeo che conosciamo oggi.

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Gli anni 20′ e ’30: vent’anni di montagne russe

Il successo dell’Alfa Romeo fu consacrato dai trionfi in ambito sportivo, uno tra tutti quello della Targa Florio del 1923 ad opera di Ugo Sivocci a guida di una RL. Nello stesso anno divenne Direttore Tecnico Vittorio Jano, personalità con alle spalle una buona esperienza in FIAT che progetta nel 1925 la famosa P2, auto dominatrice del Primo Campionato Mondiale della storia dei motori con il pilota Gastone Brilli Peri. Seguiranno poi altri anni di soddisfazioni con un’altra macchina, la 6C1500. I tempi però non sono ancora floridi. Tra la crisi, la depressione degli anni trenta e le tante tensioni in ambito societario, nel 1928 si verifica l’estromissione di Nicola Romeo e il relativo affidamento del Capitale alle banche. All’inizio degli anni trenta l’Alfa Romeo, a un passo dalla chiusura, viene salvata Benito Mussolini.

Storia Alfa Romeo Life&People MagazineIl duce decide di inserirla nell’IRI (Istituto per la ricostruzione industriale) sotto la direzione di Ugo Gabbato, quest’ultimo autore di una grandissima operazione che ha consentito all’azienda di ridurre sensibilmente i costi, consentendone la ripartenza. Proprio a questo periodo risalgono due modelli entrati nella storia dell’Alfa Romeo, 8C 2300 e la 8C 2900. Summa di lusso, funzionalità ed esaltazione estetica. Si verifica inoltre un altro importante asset strategico. L’Alfa non prende più parte alle gare, iniziando a collaborare in modo continuato con Ferrari cedendo al cavallino rampante la struttura tecnica e le proprie auto. Saranno gli anni indimenticabili delle vittorie del mitico Tazio Nuvolari, uno dei piloti più grandi di tutti i tempi.

Giulietta e Giulia

Con la ricostruzione post seconda guerra Mondiale l‘Alfa Romeo inaugura una produzione industriale in larga scala, con l’obiettivo di massimizzare le proprie vendite. Nel 1950 poi nasce il Primo Campionato Mondiale di Formula 1, dove l’Alfa torna a essere protagonista principale con la 158, vincendo anche le edizioni successive prime di fermarsi a causa dei costi eccessivi. A metà degli anni 50′, per accalappiare gli acquirenti insoddisfatti dalla concorrenziale Fiat 1100, il marchio sforna la Giulietta, un modello entrato nella memoria collettiva. A partire dal 1960, dunque con l’espandersi dell’azienda, le attenzioni saranno focalizzate invece sulla Giulia, macchina dotata di un’ottima aerodinamicità per via di un grande sviluppo nella galleria del vento.

Life&People MagazineDi grande impatto e fortuna anche la versione sportiva, la coupé Giulia GT. Il decennio successivo, gli anni 70, non saranno facili a causa di alcuni squilibri societari che rallentano non poco lo sviluppo del marchio. Nel 1972 esce comunque l’Alfetta, altra eccellenza targata Alfa Romeo, di grande successo malgrado dei costi di produzione esorbitanti. Un fattore che insieme a non indifferenti tensioni politiche porteranno Luraghi (Presidente dagli anni 60) a lasciare il timone di comando.

Gli ultimi anni 

Con l’addio di Luraghi, l’Alfa Romeo subisce diverse battute d’arresto in termini creativi, finanziari e societari. Nel 1986 è quindi acquisita da Fiat, alternando ottimi momenti ad altri più difficili e anonimi fino a buona parte degli anni zero. Proprio gli ultimi dieci anni sono segnati da uno splendido rilancio, cominciato nel 2013 in ambito sportivo grazie alla 4C; poi la Giulia nel 2015. Due anni dopo l’ingresso nella dimensione SUV con la Stelvio. Si tratta della perfetta rappresentazione dello spirito del biscione che verrà ancor più esaltato dal modello Tonale, un SUV ibrido protagonista principale durante la presentazione al Salone di Ginevra.

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Tre giorni per festeggiare 112 candeline

Proprio oggi, la città di Milano si è svegliata alle prime luci dell’alba con un fragoroso rombo di motori. Nel centro cittadino della metropoli meneghina si è esibito infatti il pilota nordico Valteri Bottas a bordo di una Alfa Romeo Show car. Un evento dai fini promozionali legato al lancio sul Mercato dell’Alfa Romeo Tonale per celebrare i centododici anni dell’azienda.

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