Varietà, eleganza e tanta follia. Lo stile è sempre tra i protagonisti principali all’Eurovision Song Contest 2022 e con i look della prima semifinale, andata in scena ieri al PalaOlimpico di Torino
, i protagonisti non hanno deluso le aspettative, accompagnando al meglio tutte le performance musicali con mise raffinate, eleganti ma anche coraggiose e audaci.
Gli Host: Pausini e Mika vestono Valentino
Due dei tre presentatori della rassegna hanno scelto di indossare capi della Maison Valentino. E che capi… Laura Pausini ha sfoggiato tre creazioni disegnate da Pier Paolo Piccioli portando sul palco il colore Pink PP, speciale tonalità rosa tendente al neon presentata lo scorso marzo a Parigi. Due invece gli abiti per Mika, anche lui in Valentino (che proprio oggi compie 90 anni), il primo derivante dalla PP Collection #Blackedition, il secondo è invece un costum made celeste combinato con una camicia di sete. Alessandro Cattelan ha invece optato per un completo firmato Giorgio Armani.
Eleganza e classe per Olanda e Lituania
Tra i look più eleganti della prima semifinale Eurovision 2022 impossibile non citare quello di S10, una delle cantanti più editoriali sul palco con un look sobrio, nero e minimalista, disegnato da Viktor&Rolf e perfettamente coerente con il suo brano, “Die depte”, molto intimo e raccolto.
Sale in cattedra anche la raffinata lituana Monika Liu (“Sentimentai”), in scena con una mise sparkling; scollo all’americana e schiena nuda, tocco che esalta anche la capigliatura, impreziosita da un caschetto che ha mandato in visibilio gli spettatori.
Da menzionare anche la greca Amanda Georgiadi Tenfjord (“Die togheter) che, per l’occasione, ha indossato un vero e proprio pezzo di storia, proponendo un abito bianco etereo firmato Celia Kritharioti, la casa di moda più antica della Grecia, fondata nel lontano 1903.
Blocco monocolore per la Lettonia, stile Festival per l’Islanda
Tanti artisti in gara hanno optato per dei capi unico colore, band comprese. I lettoni Citi Zēni, un po’ seguendo quanto fatto anche nelle annate sportive precedenti, in particolare hanno sfoggiato un blocco cromatico per ciascun membro, nello specifico arancione, bianco, rosso e verde. Una scelta quindi già vista ma che scricca l’occhio anche alla tematica green in quanto i tessuti utilizzati in fase di realizzazione sono tutti eco sostenibili.
Più da Festival indie invece la proposta della band islandese formata dalle tre sorelle Systur (“Með Hækkandi Sól”), in scena con dei completi dal chiaro rimando anni 70′ e con uno stile principalmente country, adattissimo alla loro proposta sul versante musicale.
Notevole, poi, il lavoro svolto da un punto di vista scenografico dalla rappresentate dell’Armenia Rosa Linn. La sua non a caso è stata la performance più costruita e ingegnosa tra tutte quelle andate in scena, arricchita da un colpo di teatro nel finale realizzato con l’ausilio di un allestimento meccanico. Intelligente la scelta del look: visto lo sfondo, formato da carta, la nostra è salita sul palco con un semplice pantalone e con una giacca bianca, in modo da non confondersi con il resto.
L’albanese Ronela Hajati: la più audace
Come sempre all’Eurovision Song Contest, già nella prima serata si fa sfoggio di capi molto audaci. A rubare la scena in tal senso ci ha pensato la cantante albanese Ronela Hajati (“Sekret”), autrice di una prestazione decisamente impattante sotto il profilo performativo, supportata da un capo da vera popstar: un costume con corsetto sgambatissimo (ideato dal brand locale Festim Isufi) indossato con grande sicurezza nel segno della più genuina body positivity.
Nel segno della follia poi la Moldavia, rappresentata da Zdob şi Zdub & Advahov Brothers (“Trenulețul”), i quali hanno osato con un vero e proprio cocktail impazzito di stili, influenze e tradizioni: un look folle come il brano in gara, ibrido tra il rap e i Balcani.
La contemporaneità e la tradizione folk si sono unite anche nel caso dell’acclamatissima band ucraina Kalush Orchestra (“Stefania”), la quale ha mandato totalmente in estasi il Pala Olimpico (standing ovation per loro) con una performance divertentissima, carismatica e potente. Un look pregno di significato. Come osservato da tanti, sia il cappello da pescatore indossato dal frontman che le bluse dei giubbotti prendono come riferimento l’hustul style, stile tipico dei gruppi etnici stanziati nella zona più occidentale dell’Ucraina. Non sono un caso neanche i colori scelti, ovvero rosso e nero, simboli di amore, sofferenza e fertilità.Menzione speciale infine per i norvegesi Subwoolfer (“Give That Wolf A Banana”), una band mascherata che si è presentata sul palcoscenico con un costume da lupo in colore giallo: una scelta meramente iconica, già entrata nella storia di questa edizione.
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