La mostra Penumbra arriva a Venezia grazie alla Fondazione in Between Art Film. Il Complesso dell’Ospedaletto e la Chiesa di Santa Maria dei Derelitti si riempiono di otto straordinarie opere video, in occasione dell’Esposizione internazionale d’arte della Biennale di Venezia, che quest’anno giunge alla sua 59esima edizione. La mostra, curata da Leonardo Bigazzi e Alessandro Rabottini, vuol essere un modo suggestivo per sostenere la cultura delle immagini in movimento e raccontare una storia che si dipana attraverso i video. I luoghi veneziani, simbolo della Venezia cinquecentesca, divengono spazi deputati alla mostra, che il visitatore percorre nella penombra, per l’appunto. Da qui il titolo di questa esposizione nel cuore del capoluogo veneziano.

le più belle città italiane da visitare Life&People Magazine

La storia della Fondazione

La Fondazione In Between Art Film nasce a Roma nel 2019, ad opera di Beatrice Bulgari. Realizza a Venezia questa sua prima mostra, dal titolo Penumbra, che sarà visitabile fino al 27 novembre. L’esposizione sarà un modo per far conoscere la Fondazione romana che, sin sua nascita, lavora con i video. Queste le parole di Alessandro Rabottini, direttore e del curatore dell’esposizione ora a Venezia:

“La mostra è nata da una serie di riflessioni sull’operato di Fondazione In Between Art Film: paradossalmente, lavoriamo con un medium immateriale – il video – ma che ha bisogno di condizioni spaziali molto specifiche per essere esperito. La Fondazione non ha una sede fissa e spesso lavora con altre istituzioni come musei, biennali, festival; siamo un ente nomade che esiste in relazione con altri enti”. 

Mostra Penumbra press Venezia Life&People Magazine

Penumbra: le ragioni del titolo

Approfittando della Biennale d’arte in corso a Venezia, la mostra offre al pubblico veneziano di esplorare il lavoro suggestivo e interessante che svolge la fondazione sin dalla sua creazione. La scelta di Venezia, inoltre, ha delle ragioni ancora più profonde, che hanno a che fare con la sua lunga e affascinante storia pittorica. Difatti, l’arte stessa del capoluogo veneziano è fatta di luci ed ombre e le chiese che ospitano l’esposizione, nonostante i marmi e gli affreschi, sono in un perenne stato di penombra. Così si evince dalle parole del curatore Rabottini:

“Abbiamo iniziato a ragionare sia sul contesto di Venezia sia sul contesto dello spazio espositivo e ci siamo resi conto che una serie di opere che stavamo producendo avevano a che fare con il passaggio da uno stato a un altro e che tutte quante in qualche modo evidenziavano una soglia: tra verità e finzione, tra storia e mitologia, tra umano e non umano, tra ambiente e tecnologia. Così abbiamo contestualizzato questa idea nel luogo che la ospita: lo stato di penombra”. 

Life&People Magazine

Come si articola la mostra

L’esposizione si articola in otto opere diverse ognuna delle quali occupa diversi spazi all’interno dei due ambienti. Ogni opera ha una grandezza che varia e che necessita anche di un’unica stanza, come l’opera di Masbedo, che si estende per nove metri di lunghezza. Le immagini in movimento sono proiettate su pannelli e sono realizzate tra il 2021 e il 2022. L’esposizione si presenta come un percorso circolare. Infatti, si apre e si chiude con due diverse scene di guerra, lontane nel tempo. L’opera di Masbebo, la più estesa delle installazioni video, racconta il bombardamento dell’isola di Pantelleria durante la Seconda Guerra Mondiale. Invece, l’opera di Kabul racconta l’invasione dei talebani nella città di Aziz Hazara.

Mostra Penumbra press Venezia Life&People Magazine

La complessità del percorso espositivo

Lo scopo è offrire una linea di continuità tra due eventi così distanti geograficamente e temporalmente, mostrandone la violenza anche attraverso l’uso del suono. Dopo questo bombardamento di immagini e suoni, si passa ad installazioni riguardanti il rapporto tra uomo e ambiente. Anche in questo caso, si fa molta attenzione all’attualità in relazione al passato. In una delle installazioni che seguono, si vuol raccontare la vita dei minatori clandestini in Nigeria, mentre si calano lungo un altipiano, sorto durante il colonialismo inglese. Più avanti, un video mostra il lavoro svolto dallo zoo di Brasilia, allo scopo di salvaguardare gli animali. L’esposizione si basa sull’ambivalenza e la dicotomia:

“Le opere parlano tutte quante di temi molto presenti nella nostra contemporaneità – tensioni sociali, politiche, problemi ambientali, il tema dello spazio psicologico nel contesto post-pandemico – ma ciascuna con un linguaggio diverso, che va da approcci realistici ad approcci più metaforici, più simbolici. Quello che le accomuna è pero che tutte quante hanno a che fare con l’idea che è difficile vedere chiaramente una dicotomia tra le cose che ci circondano”. 

 Life&People Magazine

Un perenne dialogo tra l’opera e il visitatore

Ogni stanza viene appositamente scelta per essere parte dell’installazione in atto, in modo da amplificare le emozioni del visitatore. Lo studio 2050+ ha aiutato la Fondazione con l’allestimento della mostra, facendo in modo che vi fosse un perenne dialogo tra visitatore e opera, e che si desse il giusto risalto anche allo spazio espositivo. Lo stesso artista è stato chiamato a studiare l’ambiente che avrebbe ospitato l’opera, in modo che vi fosse la giusta potenza nelle immagini e nel suono. Il risultato è un percorso che si dipana anche nell’interiorità dello spettatore, rendendo la sua personale esperienza parte dell’esposizione stessa. Conclude Rabottini:

“Questo è per me l’aspetto più speciale di Penumbra, una mostra fatta di dialogo tra gli artisti, lo spazio e l’idea stessa di Venezia, una mostra che volevamo comunicasse lo spirito e la metodologia con cui operiamo come Fondazione.”

Leggi anche: Mostra Bansky Realismo Capitalista al Teatro Margherita Bari 

Condividi sui social