La storia di un artista come Vincent Van Gogh è diventata, nel tempo, fonte inesauribile d’ispirazione. L’esistenza tormentatissima e conclusa in modo tragico, coniugata con una genialità artistica pari a pochi altri, ha contribuito infatti a un proliferarsi di innumerevoli opere a lui ispirate in tutti i campi artistici, dalla letteratura al cinema. Oggi, 30 marzo 2022, a 169 anni di distanza dalla sua nascita, ripercorriamo i tratti salienti della vita di uno dei pittori più influenti della storia dell’arte moderna.

Vincent Van Gogh: l’artista predestinato

Una vita artistica, quella di Van Gogh, iniziata per certi versi tardivamente. Dopo un percorso di studi irregolare viene infatti assunto a L’Aia nella casa d’arte Goupil, dove lavora in veste di mercante di quadri, per poi muoversi più a nord, a Londra e, successivamente, a Parigi. A seguito di questi trasferimenti l’artista viene colpito da una sorta di prima crisi mistica, tanto da spingerlo a studiare per due anni teologia svolgendo un periodo di apostolato. Nel 1979 il giovane Vincent torna ad occuparsi di arte, passando però dalla “teoria” alla pratica. Van Gogh infatti inizia a disegnare replicando grandi opere di altri artisti svolgendo contemporaneamente degli studi mirati sia in Belgio (Bruxelles) che in Olanda (L’Aia).

L’arte come espressione dell’anima: il primo approccio con la pittura nel 1881

Un incontro che si potrebbe definire folgorante: la produzione del neo pittore diventa subito molto proficua da un punto di vista quantitativo e di enorme impatto sotto il profilo artistico, tanto da rivoluzionarie già dalle prime battute della carriera le tendenze e le correnti di fine ottocento.

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Van Gogh: i Mangiatori di Patate (1885)

Le prime opere di Van Gogh riflettono le inclinazioni realiste di Jean-François Millet, declinate però in chiave più tormentata: perfetta sintesi di quanto detto è il celeberrimo capolavoro “I mangiatori di patate”, una piccola fotografia della vita contadina raffigurata proprio com’era, ovvero rude e grezza. Secondo molti analisti, l’opera in questione era una tra le preferite dell’artista. In una lettera indirizzata alla sorella Wihelmina Van Gogh, datata 1887, il pittore infatti scriveva:

«Di tutti i miei lavori, ritengo il quadro dei contadini che mangiano patate, che ho dipinto a Nuenen, decisamente il migliore che abbia fatto». 

storia Vincent Van Gogh Life&People MagazineDel dipinto furono ritrovati innumerevoli bozzetti raffiguranti ogni tipo di dettaglio. Un particolare che dimostra quanto il nostro abbia compiuto un’operazione per certi versi opposta a quella degli impressionisti con la tecnica en plein air, non quindi incentrata sul disegno all’aria aperta con colori più luminosi ma realizzati in contesti al chiuso con una tavolozza scura e calda.

Parigi e l’incontro con Gauguin

Nel 1886, dunque un anno dopo la creazione de “I mangiatori di patate”, Van Gogh si trasferisce a Parigi, dove è fortemente influenzato proprio dalla pittura dei Maestri impressionisti e dall’arte giapponese. Un impatto artisticamente devastante che spinge l’artista a passare dai colori tetri e oscuri a quelli ad effetto di luce abbagliante. Dalla corrente impressionista il nostro però non attinge a temi e soggetti, rinunciando al naturalismo canonico e utilizzando il colore come principale mezzo d’espressione.

storia pittore Vincent Van Gogh Life&People MagazineNei primi anni parigini diventa amico di Paul Gauguin, con cui lavora nel 1888 ad Arles, realizzando alcune importantissime opere come “Quindici girasoli” o appunto “La casa di Vincent ad Arles”. Il rapporto tra di due fu intenso ma anche fortemente burrascoso, a causa della follia di uno e il senso profondo di insoddisfazione dell’altro. Proprio negli ultimi mesi di convivenza forzata, Van Gogh è colpito non a caso da una forte crisi emotiva, culminata con la storica automutilazione dell’orecchio.

La produzione di Saint-Remy

Quanto successo ad Arles spinge Van Gogh stesso a recarsi volontariamente nella Maison de Santé di Saint-Paul-de-Mausole, ospedale psichiatrico di Saint-Rémy-de-Provence, dove prosegue la sua attività producendo oltre centocinquanta opere, tra cui il famoso “Autoritratto con orecchio bendato” e, soprattutto, “Notte stellata”: l’opera più importante in assoluto raffigurante un momento di apparente tranquillità ricolmo nei tratti di grande ansia.

 Life&People MagazineA questo proposito è importante citare un estratto dell’analisi dell’opera elaborato dai critici Giorgio Cricco e Francesco Di Teodoro che, in poche parole, riassumono perfettamente il contrasto tra calma e agitazione:

«Le colline azzurre nella notte, trattate con linee ondulate e parallele – si legge – non hanno più il rassicurante aspetto di rilievi pettinati dal vento, indorati e scaldati dal sole (come in Renoir), ma sembrano minacciose acque dilavanti, di cui le curve degli ulivi sono le frange più avanzate e ribollenti»

La tragica scomparsa

Vincent Van Gogh abbandona il manicomio di Saint-Remy il 16 maggio 1890, giungendo prima a Parigi dal fratello Theo per poi raggiungere Auvers-sur-Oise, una micro comunità a pochi chilometri dalla Capitale dove viveva Paul Ferdinand Gachet, medico di professione nonché suo amico di cui è noto il ritratto. Qui, trova una sistemazione alla locanda dei coniugi Ravoux, dove dedica gran parte del suo tempo dipingendo paesaggi di campi di grano, giardini e tantissimi fiori. Ma la sua permanenza dura pochissimo. Appena due mesi dopo infatti, esattamente il 27 luglio 1890, l’artista si suicida sparandosi un colpo di rivoltella, venendo a mancare quarantotto ore dopo, all’età di 37 anni, sulle braccia del fratello Theo.

 Life&People MagazineSecondo gli studiosi l’ultimo quadro dipinto da Van Gogh è “Campo di grano con volo di corvo”, forse l’opera che più di altre rappresenta il suo tormentatissimo stato d’animo. Si tratta infatti di uno straziante squarcio di dolore, arricchito da una serie di pennellate violente e ricolme di agitazione. Il cielo tetro e i tantissimi corvi rappresentati sono la perfetta sintesi del totale senso di estraneità che nutriva il Genio verso il mondo terreno.

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