Classe 1995, una laurea in Economia aziendale e la forza rivoluzionaria dei Millennials. Alessandro Marinella guida insieme al padre Maurizio la storica azienda di famiglia nota in tutto il mondo per le cravatte. Giovane, con l’innata predisposizione alla tecnologia è appena stato inserito nella classifica di Forbes Italia che celebra i 100 under trenta che, con idee originali e fuori dagli schemi stanno cambiando il modo di fare impresa e non solo. Tra i suoi meriti quello di aver dato un’impronta moderna e digital all’azienda pur mantenendo intatti i valori della tradizione familiare. Una storia lunga 108 anni che inizia in una piccola bottega fondata da Eugenio Marinella, nonno di Alessandro, alla Riviera di Chiaia nel cuore di Napoli. Un successo straordinario che fa il giro del mondo: le cravatte di Marinella diventano un must. Le indossano capi di Stato, politici, imprenditori, attori ed esponenti della cultura: da Kennedy a Bill Clinton, Berlusconi, Cossiga, allo 007 di Daniel Craig nel film Skyfall.
Alessandro Marinella si racconta in questa intervista
Ha dimostrato che nel mondo dell’imprenditoria si può innovare restando ancorati alla tradizione. Da dove è iniziata la “rivoluzione” di Alessandro Marinella?
Sicuramente dall’e-commerce, una scommessa che ha dato i suoi frutti. Quando sono entrato in azienda, nel 2017, non esisteva la digitalizzazione. Non venivano utilizzati neanche i social network. Il nostro sito era solo una vetrina, non esisteva la vendita online perché ci sembrava troppo fredda. Poi la pandemia ci ha messo davanti a un bivio: chiuderci a riccio utilizzando gli aiuti di Stato come la cassa integrazione o investire. In quel momento ho capito che era giusto provare e rischiare: dopo un anno e mezzo l’e-commerce ha raggiunto il 20% del fatturato aziendale. E’ una grande soddisfazione. Ringrazio mio padre che mi ha dato fiducia e lasciato piena libertà: non era scontato visto che entravo in una azienda nota, molto radicata sul territorio e che vantava risultati straordinari.
Forbes Italia l’ha inserita tra i 100 under trenta più influenti: che effetto fa?
E’ stata un’emozione incredibile. Riuscire a trasformare un’azienda, a modernizzarla senza allontanarsi dalla tradizione e dai valori che l’hanno resa celebre in tutto il mondo è stata la chiave del successo che mi ha permesso di entrare in questa prestigiosa classifica. All’inizio non riuscivo a crederci: poi quando ho comprato la rivista e mi sono visto in copertina con Berrettini e Blanco è stata davvero una sensazione fortissima. Far parte di questa classifica permette di entrare in contatto con tanti giovani che lavorano in altri settori e quindi la possibilità di fare nuove esperienze importanti in Italia e all’estero.
I giovani, in genere, preferiscono lo stile casual e informale: qual è il suo rapporto con la cravatta?
Da adolescente non la indossavo mai solo in occasione di feste o eventi formali; non faceva parte del mio abbigliamento. Ho imparato ad apprezzarla col tempo. Oggi la indosso con piacere e non potrei farne a meno. Molti mi chiedono: che cos’è l’eleganza? Io penso che essere eleganti non significhi stare sempre in giacca e cravatta ma essere in armonia con se stessi.
Prima il tè con la regina a Londra, poi la copertina Forbes Italia, infine l’invito in Senato per parlare di creatività al convegno: “L’innovazione creativa al servizio della ripresa economica”
Mi hanno invitato in Senato a Marzo, -dopo la classifica di Forbes Italia-, per parlare di creatività e dare il mio punto di vista. Io penso che oggi i tempi sono sempre più veloci, l’innovazione è più veloce di quanto si possa immaginare. Sicuramente ognuno di noi ha delle bellissime idee creative ma è fondamentale capire come renderle sostenibili sia dal punto di vista ambientale, sia economico. Quindi bisogna cercare di coniugare tradizione e innovazione. L’invito in Senato, il te con la Regina, entrare nella classifica Forbes sono sicuramene gli eventi più importanti che mi sono capitati. Anche se c’è un altro riconoscimento che mi ha fatto molto onore: un paio di anni fa il vicesindaco di Napoli mi ha consegnato una medaglia per essermi distinto tra i giovani imprenditori soprattutto per l’internazionalizzazione dell’azienda. Io sono molto legato alla mia città e questo riconoscimento mi ha reso molto orgoglioso.
Le cravatte di Marinella sono state indossate da capi di Stato di tutto il mondo, politici, imprenditori, sportivi, attori. A chi vorrebbe consegnare personalmente una cravatta?
Una, sicuramente, la consegnerei al nuovo 007, simbolo dell’eleganza inglese che mi ha sempre affascinato. Poi io amo il tennis quindi ne darei un’altra a Roger Federer, esempio di eleganza e sportività. A 26 anni è alla guida di una azienda nota in tutto il mondo, sinonimo di qualità ed eleganza, ha già ottenuto importanti risultati.
Se dovesse dare dei suggerimenti ai suoi coetanei: come si arriva al successo?
Questa è una domanda da un milione di dollari. E’ chiaro che non esiste una formula: credo che l’elemento essenziale sia la perseveranza. Non credo molto nella fortuna e la sfortuna: se una persona è positiva e si impegna con tutto se stesso allora le cose arrivano. Alcune volte ci facciamo scoraggiare dalle difficoltà, ma le difficoltà e la capacità di superarle sono parte del successo. Io, per esempio, ho aperto altre due società una nel mondo del food e un’altra nel mondo degli eventi e durante il Covid è stata dura. Siamo andati avanti, non ci siamo scoraggiati e adesso le società sono in grandissima crescita.
Il 9 febbraio ha assistito con la sua famiglia all’anteprima del docufilm: “Una vetrina che guarda il mare”. L’intreccio tra la storia dell’azienda Marinella e quella di Napoli.
E’stata un’emozione incredibile. I produttori, la fan (la fabbrica audiovisiva napoletana) e Massimiliano Gallo, il regista, non ci avevano fatto vedere niente. Conoscevo solo le scene che avevo girato (interpretando mio padre da giovane), ma guardarle al cinema è stata un’altra cosa, sono riuscito a stento a trattenere le lacrime.
I prossimi impegni?
Siamo stati invitati dal duca di Richmond nella sua tenuta nel Sussex per incontrarci e conoscerci. Ci sono tante cose da fare, tanti eventi da organizzare. Quello che ho sempre ammirato in mio padre è proprio il rapporto che lui è riuscito a creare con i capi di Stato del mondo che ci sono venuti a trovare per acquistare le nostre cravatte. Ricordo bene, per esempio, quando è venuta Camilla a scegliere le cravatte per il principe Carlo d’Inghilterra. Mi chiedo spesso, chissà se anche io un giorno riuscirò ad arrivare a questi livelli. Di sicuro questo è il mio obiettivo.
Giovane, concreto e ambizioso. Alessandro Marinella è pronto a nuove sfide. Il nodo della cravatta che preferisce? Il Pratt perché è semplice, garantisce il giusto equilibrio tra un nodo grande e uno piccolo ed è adatto a tutte le occasioni.